Guerra in Ucraina: come cambia il calcio?
Una notizia stamattina ha stravolto la nostra giornata, chissà se anche la nostra vita. Da inguaribile malato del pallone, la domanda è una: come cambierà il calcio?
Stamattina ci siamo svegliati con una notizia che mai nessuno si sarebbe aspettato, almeno fino a qualche settimana fa. Siamo in guerra. Questo sostanzialmente il concetto. Che l’Italia sia coinvolta o no, non si può di certo ragionare esclusivamente sul piano domestico. Le passioni, però, hanno la caratteristica di ardere in qualsiasi momento, niente e nessuno può buttarci acqua sopra. Ed allora torniamo lì, al nostro pensiero fisso. Pensiamo al calcio. Come cambia il calcio in caso di guerra?
Nelle due precedenti esperienze, il calcio, così come il mondo intero, era profondamente diverso. Con conflitti alle porte, i calciatori si arruolavano. Perchè? Semplice, forti, dinamici, sportivi. Quasi il prototipo di un soldato perfetto. Campionati sospesi, calciatori sul fronte, stadi vuoti e venti di guerra. Gli stessi che stiamo respirando oggi. Prima, ovviamente, non giravano così tanti interessi come oggi. Non c’era una UEFA così potente come quella di oggi. Ecco perchè, sostanzialmente, il paragone non può nascere.
Ma proprio l’UEFA, padrone del calcio europeo, o appartenente comunque a quel novero di potenti, come agirà in questo caso? Ricordiamo che, a giugno, è prevista a San Pietroburgo la finale di Champions League.
In una nota, il Presidente Ceferin aveva scritto: “Monitoriamo la situazione e teniamo contatti regolari con diverse organizzazioni internazionali e ambasciate per valutare. Anche se stiamo già esaminando i piani di emergenza, qualsiasi decisione di spostare l’evento verrà presa a tempo debito, se necessario”.
Ma, successivamente ai bombardamenti, lo stesso è dovuto subito correre ai ripari con un nuovo comunicato, nel quale ha affermato:
A seguito dell’evoluzione della situazione tra Russia e Ucraina, il presidente UEFA ha convocato una riunione straordinaria del Comitato Esecutivo. Incontro previsto per le 10 di venerdì 25 febbraio, al fine di valutare la situazione e prendere tutte le decisioni necessarie“
Non sappiamo in quali termini verterà la discussione; è stato deciso di spostare la sede della finale della Champions, e in Europa League? Lì compete lo Zenit, ex squadra di Luciano Spalletti, come ci si comporterà nei confronti di questa squadra? È arrivata anche la sospensione ufficiale del campionato di calcio ucraino. La stessa Federcalcio ucraina ha diramato, per mezzo dei propri canali ufficiali, l’annuncio ufficiale sulla questione. Se prima squadre russe e squadre ucraine non potevano affrontarsi se non prima di un determinato momento (ottavi, quarti, semifinali, finali, come li si voglia chiamare), adesso cosa succederà?
Alla Russia interessa davvero il calcio? Come prenderà un provvedimento volto a trasferire la sede della finale altrove? Su questi presupposti, ha senso continuare a giocare?
Non vorrei essere nei panni di chi deve dar risposta, e anche velocemente, a queste domande.