Eliminazione Italia, Sacchi: “In Italia si parla tanto, ma con le parole non si risolvono i problemi”

Arrigo Sacchi ha commentato la bruciante eliminazione dell'Italia per mano della Macedonia del Nord nei playoff di qualificazione ai Mondiali in Qatar 2022.

sacchi
Articolo di Redazione SDS25/03/2022

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza il fallimento del calcio italiano con il profeta di Fusignano Arrigo Sacchi. Queste le dichiarazioni rilasciate dall’ex allenatore del Milan e ct della Nazinale.

Sulle responsabilità di Mancini.

“Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato negli ultimi anni. In Italia si parla tanto, ma con le parole non si risolvono i problemi. Serve una visione più ampia della questione. Nel 2018 era colpa di Ventura e adesso sarà colpa di Mancini se continuiamo a ragionare non arriveremo da nessuna parte”. 

Sull’involuzione subita dal calcio italiano negli ultimi anni.

Quello che è successo contro la Macedonia accade sistematicamente da dodici anni con le squadre di club. È dalla Champions dell’Inter di Mourinho del 2010 che non vinciamo nulla in Europa. L’Europeo della scorsa estate è stata una meravigliosa eccezione di cui tutti dobbiamo essere grati. La Nazionale ci ha regalato un trofeo conquistato con merito e bel gioco, ma è stata un’eccezione, appunto, e non certo una regola. I club continuano ad investire su giocatori stranieri e anche i settori giovanili sono pieni di ragazzi che vengono dall’estero. Questo il vero problema”.

Su cosa non abbia funzionato nel match contro la Macedonia del Nord.

“Mancavano giocatori in forma, questo è stato il problema principale. L’Europeo lo abbiamo vinto da eroi e ieri a Palermo di eroi non ce n’erano. Nella testa c’era anche un po’ di paura, di mancanza di sicurezza o di fiducia nei propri mezzi: possibile che tutti i tiri siano finiti alti? Sarebbe servita un po’ di concentrazione, determinazione e cattiveria agonistica in più. Non dobbiamo comunque dare colpe ai giocatori, loro hanno fatto il massimo e all’Europeo hanno compiuto un autentico miracolo”.