Giuntoli bloccato: De Laurentiis tiene la Juve per le palle!
La Juventus ha scelto Cristiano Giuntoli per il ruolo di direttore sportivo, ma Aurelio De Laurentiis blocca tutti i discorsi.
© “GIUNTOLI” – FOTO MOSCA
La ricostruzione della Juve è nelle mani di De Laurentiis. Se le fondamenta del nuovo corso bianconero portano un nome è cognome – quello di Cristiano Giuntoli – non c’è modo di cominciare i lavori.
“De Laurentiis tiene la Juve per le palle!”.È Ivan Zazzaroni ha spiattellare la verità sul triangolo Juve-Giuntoli-De Laurentiis, sul Corriere dello Sport. La Juve ha bisogno di ripartire da zero e vuole farlo con Giuntoli ma De Laurentiis glielo impedisce.
“Volendo usare un’espressione colorita ma efficacissima, potrei dire che in questo momento Aurelio De Laurentiis tiene la Juve per le palle. Potrà sembrare paradossale, ma è così. Il nuovo management bianconero – Ferrero, Scanavino e Calvo, l’operativo – ha scelto da settimane di affidare la ricostruzione tecnica a Cristiano Giuntoli, ds del Napoli campione di Italia. Il guaio è che Giuntoli, otto stagioni in azzurro con risultati significativi, ha ancora un anno di contratto con l’imperatore Aurelio il quale, quando in passato si trovò in una situazione simile (Sarri chiamato dal Chelsea) monetizzò e, quel che è più, dettò i tempi”.
Una resistenza forzata, che complica i piani della Juve per il futuro, già reso oscuro dalle nuove penalizzazioni in vista e dai guai economici. Complica i piani della Juve ma anche di Giuntoli, perché Zazzaroni dice:
“Particolarmente antipatico – aggiungo – è anche il presente dello stesso Giuntoli, tenuto all’oscuro dei movimenti e perfino delle intenzioni del Napoli e impossibilitato dal regolamento a operare per il nuovo club. Nella terra di mezzo in cui si ritrova, solo scomodità, incertezze e voci”.
“Se De Laurentiis decidesse di liberare Giuntoli a luglio-agosto, quali danni subirebbe la programmazione della Juve? E se, al contrario, pretendesse il rispetto del contratto? Giuntoli resterebbe a casa un’intera stagione? Se sì, chi lo sostituirebbe? Ma poi: può la società più importante d’Italia dipendere dalle decisioni di un concorrente?”.