Quando all’improvviso…due comete azzurre!
Due comete azzurre fanno luce sul campionato azzurro, Morale, entusiamo e tempo non mancheranno da qui in avanti.

© “AZZURRI” – FOTO MOSCA
Abbiamo sempre scritto che le partite andrebbero giudicate non sugli episodi che ne condizionano il risultato ma sulla base del gioco espresso nell’arco dei 90 minuti. Per quanto banale possa essere questa affermazione, la cosa non è per nulla scontata.
E’ anche vero che il calcio può essere uno sport poco “meritocratico”: nel basket, rugby, pallavolo, pallanuoto, pallamano, ecc., quasi mai squadre tecnicamente inferiori all’avversario, o al termine di match mal giocati, porterebbero a casa il risultato. Basti pensare al 6 Nazioni di Rugby nel quale l’Italia non vince da 100 (!!) partite: semplicemente perché è di gran lunga più scarsa delle avversarie. Si, tutto vero: ciononostante, per una volta, vogliamo gioire e godere incondizionatamente per una vittoria conseguita al 94’ con il cuore e la determinazione.
La partita ha vissuto su tre spartiacque. I primi due: la sostituzione di Zielinski, finalmente tempestiva. Il gol di Insigne. Fino ad allora la prestazione degli azzurri era stata sconfortante, in linea con il secondo tempo contro l’Inter e le partite contro il Cagliari e il Barcellona, andata e ritorno. Mancanza di idee, errori tecnici madornali, prestazioni dei singoli fortemente carenti: Fabian Ruiz, l’eroe della serata, su tutti.
Poi Spalletti non ne ha potuto più e ha inserito Elmas: in una posizione forse a lui più congeniale, quella di trequartista avanzato, dove il macedone ha fatto sentire tutto il peso della sua esuberanza e “sfacciataggine” contro una difesa laziale non più supportata dai centrocampisti e visibilmente stanca. In occasione del secondo gol, Elmas ha conservato un’ inusuale lucidità nel portar palla per il tempo e lo spazio necessario e ha fatto la scelta giusta con il passaggio a Insigne.
Ma l’entrata di Elmas probabilmente da sola non sarebbe bastata se Insigne non avesse qualche minuto dopo disegnato sul prato la prima cometa della serata con un tiro del tutto avulso dai soliti irritanti stereotipi, una “cagliosa” d’insospettabile e insperata precisione. Insigne aveva già giocato, tra i pochissimi, un buon primo tempo, davanti e dietro.
Da lì in avanti il Napoli ha preso in mano la partita e avrebbe potuto raddoppiare in più occasioni, una clamorosa con Politano. Su un mezzo fallo (inutile) di Di Lorenzo ha invece subito la stoccata di Pedro che sembrava aver messo la parola fine ai giochi.
Invece ecco l’altra svolta dell’incontro, il terzo spartiacque: i 6’ finali. Lungi dall’accontentarsi, la squadra ha cominciato a premere ferocemente. Ha strappato palle a centrocampo e le ha giocate con una qualità fino ad allora carente. Per inciso, a 10’ dalla fine era entrato Lobotka, un valore d’importanza capitale per il nostro centrocampo. La sua entrata ha consentito a Ruiz di spostare il baricentro della sua azione in avanti e creato le premesse per la seconda ancor più bella cometa, che ha “ghiacciato” la Lazio e i suoi impresentabili tifosi.
Spalletti ha avuto buon gioco nel sottolineare il carattere della squadra prendendosela con chi quel carattere lo aveva fortemente criticato. Quando si è primi in classifica e si vincono partite come quelle di ieri sera hai sempre ragione. Ma noi speriamo e non dubitiamo che Spalletti saprà leggere nel profondo anche la partita di ieri sera e preparare al meglio il tour de force che attende in campionato gli azzurri, a partire dal match di domenica sera.
Morale, entusiasmo e tempo non mancheranno da qui in avanti.
FORZA NAPOLI SEMPRE,
Mario Gargiulo