Muriel: una bella persona per una integrazione veloce
Una presenza importante può valere anche più di una tecnica d'alto livello. L'uomo oltre il calciatore: il lato emotivo di Luis Muriel.
© MURIEL – FOTO MOSCA
Se ieri ci siamo soffermati sulle caratteristiche tecniche da fenomeno di Luis Muriel, oggi evidenziamo un altro aspetto del calciatore: quello caratteriale. A Napoli, spesso, oltre figure d’elevato spessore tecnico, è stato ricercato – dai tifosi – un giocatore che rispecchiasse le caratteristiche della napoletanità. Forse per questo gran parte dei supporters azzurri non hanno mai digerito Gabbiadini o Meret. I cosiddetti “musi lunghi” non sono mai realmente piaciuti. Luis Muriel rappresenta perfettamente il contrario di tutto questo: nonostante parta spesso dalla panchina, o non concluda mai 90 minuti in una partita, sul suo volto è sempre stampato un sorriso a trentadue denti.
Dai saltelli vicino l’area tecnica al momento del cambio, entra con a disposizione una manciata di minuti e, in quel poco tempo, realizza anche gol importanti. Se gli viene data una possibilità dal primo minuto e viene sostituito dopo appena un tempo, esce comunque soddisfatto. Ciò sfata i dogmi del calciatore arrabbiato al momento della sostituzione. Momento spesso visto con il partente Lorenzo Insigne. Non solo il capitano: è innegabile che la corsa – o camminata, per alcuni – verso la panchina a partita in corso è per una moltitudine di calciatori il momento più straziante.
La presenza nello spogliatoio del colombiano ha sempre giovato ai compagni. Un giramondo che porta allegria, felicità e… gol. Come si può non amare un compagno che spesso risolve le partite nei minuti finali? A Napoli forse negli ultimi anni proprio questo è mancato. Un calciatore solare che possa risolvere momenti difficili, in campo e nello spogliatoio. Che, sotto pressione, non metta il broncio ma riesca a trasmettere fiducia soltanto guardandolo in faccia. Sarà per il viso paffuto, sarà perchè i sudamericani sono i migliori a trasformare pressione in divertimento, od anche perchè… porti fortuna. Oltre che dodicesimo uomo, il suo ruolo è anche quello di amuleto (ed a Napoli una manciata di fortuna sarebbe più che gradita). Quando si alza per scaldarsi, l’Atalanta segna.
“Avevo un piccolo fastidio con il Bologna, mi sentivo un pò più stanco del normale ed il mister mi dice di allenarmi, nonostante non dovessi entrare. Mi fa scaldare per scaramanzia, ogni volta che mi scaldo -dirà il Colombiano- facciamo gol. A parte gli scherzi sono sempre pronto per giocare, sono entrato e sono molto contento di quello che sto facendo, giocare in una squadra che crea tante occasioni è facile mi è sufficiente essere lucido“.
Gasperini non è l’unico ad avere (o aver avuto) il colombiano nel cuore. Molto legato a lui è sempre stato il mister che lo ha visto esplodere in Italia: Serse Cosmi. In un’intervista rilasciata nel lontano 2014, l’allenatore umbro tenne a precisare:
“Mi stupisco quando leggo che sia un ragazzo con un carattere difficile. Muriel con me si è sempre comportato benissimo, anzi: sotto certi aspetti è ancora un “bambinone”. Non ha mai avuto atteggiamenti negativi fuori dal campo, magari faticava di più se non sentiva completamente la fiducia“.
Se dal punto di vista tecnico ogni squadra beneficia della classe di Luis Muriel, il Napoli, più di chiunque altro, può solo godere della sua presenza.