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La scommessa perdente di Sousa su Erik Botheim

La scommessa perdente di Sousa su Erik Botheim

Carissimi lettori, mi ritrovo a porre una lente d’ingrandimento sul mistero di Erik Botheim e sulla sua incomprensibile presenza nel cuore dell’attacco della Salernitana. Avevo scritto questo articolo all’annuncio delle formazioni ufficiali. Mi chiedevo: avrà il mister deciso di continuare a sfidare le leggi del calcio mettendo in campo una squadra di dieci uomini? E oggi la squadra era già fortemente indebolita dall’assenza di Dia e Coulibaly, perché indebolirla ulteriormente? E da dove scaturisce questa sua straordinaria fiducia sull’inconcludente Botheim? Tuttavia, ho deciso di tenere questo articolo nel cassetto, nella speranza che il campo potesse confutare le mie perplessità, che sono le perplessità di tutti i tifosi granata.

Purtroppo, lo spaurito “passerotto” ha puntualmente confermato le perplessità con la sua interpretazione impalpabile del ruolo di centravanti.

Erik Botheim, giunse a Salerno sull’onda dell’affare a parametro zero accompagnato dalla memoria della sua doppietta inflitta alla Roma nel doloroso 6-1 patito contro il Bodo Glimt.

Non che qualcuno lo paragonasse a Erling Haaland, ma c’era chi auspicava che Botheim potesse portare un il suo contributo. Con una stazza che sfiora i 188 centimetri, c’era qualche aspettativa riguardo alle sue capacità aeree e fisiche. Purtroppo, queste previsioni sono rimaste lettera morta sul campo, dove Botheim si è rivelato un’ombra incolore, incapace di emergere. La sua corsa è priva di verve e velocità, e il suo contributo al gioco offensivo è nullo. La sua fisicità non regge il confronto con le muraglie difensive della Serie A. La Salernitana, senza il suo asso Boulaye Dia, ha patito la mancanza di peso in attacco, e Botheim ne ha dimostrato i limiti.

Del resto i suoi precedenti non erano incoraggianti: Botheim è emerso come il centravanti più utilizzato dalla squadra a partire da novembre 2022, ma il suo bottino si limita a una sola rete, segnata contro la dimessa Sampdoria. In 801 minuti di gioco, aveva tentato soltanto tre conclusioni, il che si traduce in un tiro ogni tre partite, un rendimento insufficiente per qualsiasi attaccante di Serie A. Nonostante le numerose opportunità offertegli da Sousa, Botheim ha sempre fatto cilecca.

La Salernitana, dopo questa mortificante sconfitta, si ritrova al penultimo posto, in piena zona retrocessione diretta, un luogo temuto e ormai dimenticato da sedici mesi. Nonostante si tratti solamente delle prime quattro giornate, il confronto impietoso con il Torino rappresentava un segnale allarmante per Sousa.

Un’altra chiave di lettura per comprendere l’ostinazione di Sousa nei confronti di Botheim potrebbe risiedere nelle sue lamentele riguardo al mercato e nella sfiducia verso i nuovi arrivi. Già durante il ritiro estivo, l’allenatore aveva espresso la necessità di rinforzi in diverse posizioni, ma il club ha ignorato le sue richieste. Anche la cessione di Mamadou Coulibaly, senza una sostituzione adeguata, si è rivelata una mossa discutibile, specialmente ora con  l’assenza per infortunio di Lassana, una lacuna che avrebbe potuto colmare col suo dinamismo da buon incontrista. Inoltre, la cessione di Coulibaly al Palermo, nonostante le controversie sul caso Valencia, e l’esiguo compenso ottenuto per il trasferimento, sollevano interrogativi sulla strategia di mercato della Salernitana. Così il club accumula minusvalenze che potrebbero gravare pesantemente sui bilanci futuri.

Il viso di Iervolino nella tribuna esprime eloquentemente una delusione palpabile, tuttavia, una campagna acquisti così deludente non poteva che generare queste conseguenze, e richiedono una difficile correzione già a partire da gennaio.

Peccato, l’inizio di questa terza stagione in massima serie avrebbe potuto e dovuto essere gestito in modo più efficace.

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