La presentazione di Antonio Conte: “Voglio un Napoli incazzato”

Antonio Conte si presenta alla sua nuova tifoseria: le parole del neo tecnico del Napoli al Palazzo Reale.

Conte, Napoli, SpinazzolaFoto Mosca
Articolo di Redazione SDS26/06/2024

Oggi è un grande giorno per il Napoli, è il Conte day: il tecnico salentino viene presentato alla stampa come nuovo tecnico azzurro. La presentazione si svolge nello storico e magnifico Palazzo Reale. Ad assistere all’evento svariate testate giornalistiche anche dall’estero.

Le parole di Antonio Conte

Queste le parole del nuovo tecnico del Napoli Antonio Conte: “È la prima volta che vengo presentato così, nonostante ho molti anni di carriere alle spella. C’è un filo di emozione. Prima di ricevere qualcosa ho sempre dato, ora è stato il contrario: sono obbligato a ricambiare. Prometto serietà, darò tutto per il Napoli. Voglio trasmettere le mie idee calcistiche. La cosa fondamentale per un allenatore è rendere orgoglioso tifosi e calciatori. Voglio vedere le maglie sudate. Si vince e si perde, ma bisogna dare il massimo”.

Perché hai scelto Napoli?

“Ho scelto Napoli per il progetto, ho firmato per tre anni. Voglio cercare di far diventare la squadra di nuovo una credibilità attendibile. La formazione azzurra ha fatto un gran lavoro in 14 anni, ma l’ultimo non è andato come si aspettava. L’obiettivo è ripartire, e tornare a vincere. Avevi qualche altra offerta? Ho avuto diverse proposte dall’estero, però avevo promesso ad Aurelio De Laurentiis di lavorare insieme.

Come ti ha convinto De Laurentiis? Tu parli ad un uomo del Sud, sono nato a Lecce e conservo le mie origini. So cosa significa vivere al Sud e cosa rappresenta per il Sud il calcio. Per me questo è un ritorno a casa, da allenatore di una grande rappresentante del Sud. È una grandissima soddisfazione e un onore tornare al Sud da allenatore”.

Quanto tempo occorrerà per ricostruire?

“Come ho detto prima ‘chi ha tempo non aspetti tempo’. Io aspetterei già domani a fare battaglia su tutti i punti di vista. Poi bisogna essere anche realisti: due anni fa si è vinto lo scudetto, ma l’anno scorso si è terminati a 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato. Decimo posto e fuori dopo 14 anni dalle competizioni europee.

Non bisogna pensare che si cambi allenatore e torni tutto facilmente come prima. C’è un grande progetto, secondo me non possiamo competere con le solite note per ingaggi e investimenti, perché parliamo di altre realtà. Però possiamo competere per lavoro, cultura del lavoro, sacrificio. Quando io ho detto ‘Amma faticà’, su questo non deve poterci battere nessuno. Su ingaggi e investimenti ci sono altre realtà. Però con la cultura del lavoro penso che possiamo colmare questo gap, non so in quali tempi ma sapete che non ho tanta pazienza nel fare il comprimario”.

Sulla questione rinnovi

“Le stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Io sono stato molto chiaro col presidente, prima di parlare di altri aspetti economici e contrattuali, ho voluto la rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva magari prendere altre strade fuori da Napoli. Su questo sono stato molto categorico e molto chiaro. Se parliamo di ricostruzione e parliamo di dar via i giocatori è tutto un contro senso. Ho trovato la condivisione al 200% da parte del presidente e del club.

Ho parlato con tutti i ragazzi, li ho chiamati tutti per far conoscere le nostre ideee e orientamenti. Ho sentito anche loro cosa avevano da dirmi. Però alla fine poi se ci sono dei problemi li risolvono, perché la decisione è sempre mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% giocatori del Napoli, questo deve essere chiaro a tutti. Visto che c’è chi parla di confusione a Napoli. Qui non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza di idee. Sappiamo cosa fare e lo faremo. Kvara e Di Lorenzo non andranno via”.

Su Osimhen

“Faccio giusto una chiosa finale su quello che aveva detto prima il presidente, sottolineando un fatto fondamentale per me. Di Lorenzo oltre a essere un giocatore top: capitano del Napoli, ha vinto scudetto ed Europei. Lo considero una persona molto perbene ed importante anche nello spogliatoio – lo stesso dicasi per Kvara – io penso che l’anno scorso la frustrazione abbia portato anche a situazioni non limpide. I giocatori sanno benissimo che ci sono difficoltà, siamo uomini e bisogna rimboccarsi le maniche tutti insieme.

Ricominciare quest’anno sapendo che deve essere un’occasione di rivalsa. Per quanto riguarda Osimhen così come sapevo benissimo sia della situazione di Kvara, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, su cui io ho posto un veto assoluto, so benissimo della situazione Osimhen. So che ci sono degli accordi col club, è una situazione totalmente diversa, a cui io assisto. Poi se mi chiedete del calciatore, è un calciatore di altissimo livello, ma io non posso entrare in nessun discorso su Osimhen perché si tratta di accordi precedenti”.

Chi giocherà Meret o Caprile?

“Meret è il nostro portiere, gode della massima fiducia da parte mia, ho già parlato con lui. Lui sa benissimo quali sono le mie richieste personali nei suoi confronti, parliamo di un portiere che ha delle massime potenzialità. Da parte mia gode della masssima stima e fiducia. Al tempo stesso sta arrivando Caprile che sta facendo un percorso importante, dopo Bari ed Empoli. Abbiamo la fortuna di poter contare su due portieri che possono essere il futuro del Napoli”.

Situazione analoga a Chelsea?

Il Chelsea due anni prima aveva vinto la Premier League, poi dopo aver mandato via l’allenatore erano arrivati decimi e l’anno dopo noi abbiamo vinto la Premier League. Penso sia stato qualcosa di incredibile perché in Premier League ci sono delle super potenze. Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché vince solo una. Posso promettere che iniziamo un percorso dove possiamo essere competitivi per la vittoria.

Poi sapete bene che ne vince solo una ed è molto difficile. Lo dico spesso, testa bassa e pedalare, noi dobbiamo parlare poco, c’è poco da fare proclami. Facciamolo con i fatti non a chiacchiere. Sono la persona del fare, non sono il tipo di vendere aria fritta. Non sono neanche troppo paziente, questo purtroppo o per fortuna è la nostra forza. Noi dobbiamo solo stare zitti quest’anno”.

Napoli scelta difficile?

“Napoli sia una città bellissima e in espansione sotto tutti i punti di vista, perché leggiamo sui giornali Sicuramente il calcio è un veicolo trainante per la città. La passione che c’è al Napoli aldilà di tutto, ci sarà sempre. Napoli è malata di calcio. Malata in senso positivo. Ci sarà sempre questa passione che coinvolgerà tutti.

Io in maniera obiettivo penso che la città debba migliorare di proprio conto. La città e il calcio possono migliorare di pari passo, ma sono due cose separate, ma poi c’è chi deve prendersi la responsabilità di continuare per proprio conto. Noi possiamo solo assecondare questa voglia, sarebbe bellissimo vedere il Napoli crescere dal punto di vista dell’economico e di pari passo il Napoli combattere come ha fatto in passato di portare gioia con più frequenza. Una persona mi ha chiesto: ‘Ma non hai paura di andare ad allenare il Napoli?’. Ma paura di che? Per me è un piacere, sapendo le difficoltà della sfida.

Chi mi conosce sa che ha me non ha mai regalato niente nessuno. Mai. Io quello che ho conquistato l’ho sempre conquistato con sudore e sacrificio, è quello che mi hanno insegnato i miei genitori ed è quello che cerco di trasmettere a mia figlia e ai miei giocatori. So che posso contare su una buona base qui a Napoli. È inevitabile che ci saranno delle situazioni in entrata e in uscita che cercheremo di fare nel migliore dei modi, rispettando sempre i nostri parametri. Cercheremo di fare le cose giuste per diventare più forti. Per quanto riguarda Romelu Lukaku, stiamo parlando di un giocatore forte, come con Osimhen parliamo di giocatori eccellenti. Non c’è nessun commento da fare, c’è solo da ammirarli quando giocano e sperare sempre di averli dalla propria parte e mai contro”.”.

Bisogna ripartire dalle difficoltà riscontrate nel passato?

“I numeri devono far fare riflessioni, il Napoli ha preso 48 gol e siamo finiti decimi. Il dato che lascia sconcertati sono i 27 gol presi al Maradona, una delle peggiori del campionato. Sicuramente bisogna trovare un equilibrio, non ho mai visto squadre che si qualificano per la Champions con delle difese che prendono tanti gol. Parto dal presupposto che dev’esserci sempre equilibrio, troppo offensivo o difensivo non porta da nessuna parte. Serve riequilibrare, fare riflessioni e capire la fase difensiva ed il lavoro di tutti. Facendo analisi dovremo portare correttivi. Buongiorno? Girano tanti nomi, cercheremo di trovare il migliore rispettando sempre determinati parametri.

Il passato ormai è passato, però penso che nei momenti di difficoltà bisognerà vedere cosa è successo due anni fa e l’anno scorso: scurdammece ‘o passato è giusto, ma il dolore ce lo dobbiamo portare dentro perché ci aiuterà quest’anno a fare qualcosa in più quando ne avremo bisogno. Tatticamente le caratteristiche dei calciatori sono importanti, l’allenatore bravo li mette nelle caratteristiche giuste: non andrò mai dietro ad una mia idea per snaturarli, cercherò sempre l’idea giusta. Tatticamente saremo molto duttili, io con i ragazzi ci voglio lavorare dopo averli visti in televisione. Vorremo fare sempre un gol in più dell’avversario, altrimenti non vinceremo”.

Calciatori scontenti in rosa?

Napoli non è un passaggio, ma una meta. Se un calciatore non è contento di stare qui, si siede affianco a me e mi faccio aiutare come fare l’allenatore

 

 

 

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