Milano sotto assedio: le indagini sulle curve di Inter e Milan rischiano di travolgere le squadre
Arrestati 18 capi ultrà. Le indagini sulle curve minacciano Inter e Milan di commissariamento, mettendo a rischio l'integrità del calcio milanese.

Un terremoto scuote il mondo del calcio milanese: le due squadre storiche, Inter e Milan, sono al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Milano che potrebbe avere conseguenze devastanti, persino il commissariamento delle società. Le pressioni provenienti dalle curve ultrà, in particolare la Nord per l’Inter e la Sud per il Milan, stanno creando una situazione allarmante, tanto che i magistrati hanno avviato un procedimento di prevenzione, volto a scongiurare una possibile infiltrazione criminale all’interno della gestione dei club.
L’origine del problema
Le curve, storicamente note per l’influenza esercitata sul tifo e sull’ambiente delle due squadre, sembrano aver raggiunto un punto di rottura con le società. L’incontro “intimidatorio” con Milan Skriniar e i tentativi di contatto con l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi attraverso messaggi aggressivi rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema molto più profondo. Si parla di pressioni riguardanti la gestione dei biglietti, una fonte di legittimazione e profitto per gli ultrà, che ha portato le autorità ad agire tempestivamente.
Il rischio commissariamento
Se nei prossimi mesi Inter e Milan non riusciranno a rafforzare le loro difese interne, implementando controlli organizzativi più efficaci, entrambe le società potrebbero essere soggette a commissariamento. Non si tratta di una sanzione penale, ma di una “terapia” preventiva per evitare che le squadre diventino inconsapevolmente veicoli di attività criminali. In casi analoghi, come quello di aziende nel settore logistico e della moda, si è optato per l’amministrazione giudiziaria, un meccanismo che permetterebbe di monitorare e depurare le società prima che l’infiltrazione mafiosa possa radicarsi.
Arresti e legami con la criminalità organizzata
L’operazione scattata lunedì ha portato all’arresto di 18 capi ultrà di Inter e Milan, rivelando l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere all’interno delle curve di San Siro. Le accuse vanno dalle estorsioni sui biglietti e il “pizzo” sui parcheggi attorno allo stadio, alle risse violente e alla gestione illecita della vendita di bibite e gadget. La curva Nord dell’Inter, in particolare, è sospettata di avere legami con la ‘ndrangheta, in seguito alla faida che ha coinvolto Antonio Bellocco, ucciso a coltellate dopo uno scontro con Andrea Beretta, capo ultrà nerazzurro.
Le indagini hanno gettato luce su anni di crimini legati alla tifoseria organizzata, inclusi omicidi e rivalità interne per il controllo economico delle curve. Anche la curva Sud del Milan è stata colpita da arresti importanti, con figure di spicco come Luca Lucci, noto per la foto con Matteo Salvini, e i bodyguard del cantante Fedez, protagonisti di episodi di violenza e intimidazione.
Le conseguenze per Inter e Milan
Il commissariamento delle due squadre potrebbe destabilizzare gravemente il calcio milanese. La gestione delle relazioni con gli ultrà, già compromessa, rischia di compromettere l’immagine delle società, influenzando negativamente sia la stagione in corso che i futuri investimenti. Se da un lato Inter e Milan stanno cercando di dimostrare la loro estraneità ai fatti, dall’altro le indagini continuano a rivelare una colpevole sottovalutazione dei segnali di allarme che provengono dal mondo del tifo organizzato.
Il procuratore federale della FIGC, Giuseppe Chinè, ha richiesto in queste ore ai magistrati della Procura della Repubblica di Milano l’ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L’obiettivo è valutare possibili comportamenti rilevanti dal punto di vista dell’ordinamento sportivo, che potrebbero coinvolgere le due società o i loro tesserati. Tuttavia, le due squadre non risultano indagate a livello penale nell’ambito dell’inchiesta riguardante i gruppi delle curve milanesi.
Questa vicenda non è solo un monito per le due squadre, ma per tutto il mondo del calcio, che ancora una volta si trova a fare i conti con l’ombra della criminalità organizzata.