Conte e il Napoli: un esordio da incubo
Il Napoli di Antonio Conte si è sciolto come neve sotto il sole di Ferragosto. Meglio prenderla con ironia in attesa di una svolta.

In una giornata che doveva segnare l’inizio di una nuova era dorata, il Napoli di Antonio Conte si è sciolto come un gelato sotto il sole di Ferragosto, o meglio, come la cera delle candele di un compleanno dimenticato. La squadra partenopea ha subito una sconfitta bruciante per 3-0 contro il Verona, lasciando i tifosi azzurri a chiedersi se per caso non fossero finiti in un universo parallelo dove il calcio segue le regole del cricket.
Un primo tempo di false speranze
Il match è iniziato con il Napoli che sembrava avere il controllo, come un domatore in un circo che crede di aver addomesticato i leoni. “Nel primo tempo c’è stata una squadra in campo”, ha dichiarato Conte, probabilmente dimenticando che il calcio si gioca in due tempi, non in uno e mezzo come le stagioni di una serie TV cancellata. Il Verona, gentilmente, ha deciso di non tirare in porta, forse per non rovinare la festa ai nuovi arrivati o forse perché pensava di essere a un tea party inglese dove la cortesia viene prima del gol.
Il crollo del Napoli come neve al sole
La ripresa ha visto un Napoli trasformarsi da squadra di calcio a gruppo di turisti spaesati in cerca della Fontana di Trevi a Verona. Tre tiri, tre gol del Verona, e il castello di carte costruito da Conte è crollato più velocemente di una mozzarella di bufala scaduta. I giocatori del Napoli sembravano più confusi di un pinguino nel Sahara, mentre quelli del Verona festeggiavano come se avessero appena scoperto che la pizza è stata inventata nella loro città.
Il tecnico, con la sua proverbiale diplomazia degna di un elefante in una cristalleria, ha definito la prestazione “inaccettabile”, aggiungendo che c’è “da vergognarsi”. Un’autocritica così forte che persino Diogene, dal suo barile, avrebbe detto: “Calma, non esageriamo, almeno voi avete uno stadio”.
Conte: tra scuse e sanguinamenti
L’allenatore salentino, noto per la sua pacatezza come un vulcano in eruzione, ha chiesto “umilmente scusa al popolo napoletano“, probabilmente pensando di essere in un’audizione per una telenovela sudamericana. Ha poi aggiunto che il suo cuore sta sanguinando, augurandosi che anche qualche giocatore abbia un po’ di emorragia interna. Una metafora così cruenta che fa sembrare “Game of Thrones” una puntata dei Teletubbies.
Il Mistero Osimhen: Il Fantasma dell’Opera… del calcio
Conte ha abilmente dribblato le domande su Osimhen, l’attaccante fantasma che si allena a parte come se fosse in quarantena preventiva per una pandemia di gol non segnati. L’assenza di Osimhen è così misteriosa che Scooby-Doo e la sua squadra stanno considerando di fare una puntata speciale a Napoli.
Sul mercato, il mister ha fatto sapere che possono arrivare “uno, due, tre, quattro giocatori”, ma il problema è a monte. Forse intendeva dire che serve un’intera squadra nuova, o magari stava solo contando i piccioni in Piazza del Plebiscito.
Un record da dimenticare
Per la prima volta nella sua carriera in Serie A, Conte ha perso la prima partita di campionato. Un record che probabilmente non finirà nel suo curriculum, ma potrebbe finire in un museo delle curiosità sportive. Mentre i tifosi del Napoli cercano di capire se sia tutto uno scherzo di “Scherzi a Parte”.
Mentre Conte cerca di raccogliere i cocci di quello che doveva essere l’inizio di un’era trionfale, i napoletani si consolano come sanno fare meglio: con l’ironia, e la ferma convinzione che, dopotutto, c’è sempre la prossima partita.
In attesa di una svolta che si spera arrivi prima del prossimo scioglimento dei ghiacciai, ai tifosi non resta che affinare l’arte dell’autoironia. Perché se è vero che il calcio è una cosa seria, a volte l’unica difesa contro una sconfitta così cocente è una bella risata. E chissà, magari la prossima volta Conte porterà un po’ di gelato in panchina – non per mangiarlo, ma per ricordare alla squadra come non comportarsi in campo.