Tenere Coulibaly in naftalina, un enigma tattico e strategico della Salernitana
Lasciare fuori un giocatore esperto di cadetteria come Coulibaly appare difficile da comprendere, con i nuovi arrivati ancora a corto di preparazione.

L’esclusione di Mamadou Coulibaly dalla rosa della Salernitana per la partita contro il Südtirol suscita diversi interrogativi nell’ambiente calcistico granata. In un momento cruciale della stagione, con il centrocampo della squadra ancora lontano dalla forma ottimale, la decisione di lasciare fuori un giocatore esperto di cadetteria come Coulibaly appare, a prima vista, difficile da comprendere.
Infatti, quando Maggiore si è infortunato nel pre-partita, Martusciello si è trovato senza alternative adeguate in panchina e ha dovuto ricorrere a Valencia come sostituto improvvisato.
Il contesto in cui si inserisce questa scelta è particolarmente delicato. La Salernitana si trova ad affrontare un campionato di B estremamente complesso, con la necessità di raccogliere punti preziosi per partire bene verso traguardi più ambiziosi di quelli annunciati dal patron. Il centrocampo, reparto nevralgico di ogni squadra, non naviga in acque tranquille: elementi chiave come Tello e Soriano sono ancora in evidente ritardo di condizione, lasciando la squadra in una situazione di potenziale vulnerabilità.
In questo scenario, la motivazione per spiegare l’esclusione di Coulibaly è che la dirigenza stia considerando una sua cessione. Tuttavia, questa spiegazione, anziché chiudere il cerchio, apre una serie a nuovi interrogativi. Coulibaly non è certo un asset da 40 milioni di euro, e un eventuale suo infortunio potrebbe compromettere una cessione imminente e milionaria. Al contrario, si tratta di un giocatore esperto e di buon livello, come dimostrato dall’interesse di almeno due o tre squadre di Serie B, pronte ad accoglierlo volentieri nelle loro fila.
Perché Catanzaro e Juve Stabia vogliono Coulibaly e qui a Salerno non serve?
La domanda sorge spontanea: perché privarsi allora di un elemento potenzialmente utile proprio in queste prime giornate quando la squadra ne avrebbe più bisogno? In Serie B, dove ogni punto può fare la differenza per garantirsi un campionato tranquillo, rinunciare a una risorsa come Coulibaly è sembrata una mossa azzardata. Il centrocampista potrebbe offrire quel contributo di esperienza e dinamismo necessario per affrontare le sfide di un campionato sempre più competitivo.
Contro la Samp martedì prossimo all’Arechi lo terremo ancora in naftalina?
Le implicazioni tattiche di questa decisione non sono da sottovalutare. Un centrocampo indebolito, unito alle croniche fragilità difensive, ha compromesso l’equilibrio dell’intera squadra ieri sera a Bolzano, con inevitabile ripercussioni sul risultato finale. La Salernitana si trova così a navigare in acque pericolose, rischiando di pagare a caro prezzo un mercato monco e scelte di formazione dubbie.
Per questi motivi la gestione del caso Coulibaly solleva interrogativi più ampi sulla strategia della società. È davvero saggio privarsi di un giocatore utile in un momento di necessità? L’esclusione fa parte di una tattica più ampia per accelerare una cessione? E se così fosse, i potenziali benefici economici giustificano il rischio sportivo?
Resta da vedere se questa mossa si rivelerà almeno vincente sul fronte del mercato o se, al contrario, la Salernitana avrà solo pagato il prezzo di questa decisione sul campo.