Il calcio nel Peloponneso. “Odissea di cuoio” approda nella terra di Pelope
La rubrica sul calcio ellenico "Odissea di cuoio", firmata da Giancarlo Libero Falletta, fa tappa nel Peloponneso. La terra dove nacquero le Olimpiadi, la terra dell'Asteras e del Panargiakos.
Credit photo by Matthew“Odissea di cuoio” fa tappa nel Peloponneso, zona di grande importanza storico-culturale. Il territorio – passato anche sotto il controllo dei Veneziani che la chiamarono Morèa – prende il nome dalle leggendario Pelope, conquistatore della regione secondo il mito. Inoltre, l’eroe è storicamente riconosciuto come il primo ideatore delle Olimpiadi antiche, diventando con la sua leggenda fonte di ispirazione per i greci, che nel 776 a.C diedero il via ai primi giochi.
Con le sue tre penisole protese come le dita di una mano dentro al Mediterraneo meridionale, il Peloponneso è una regione ricca anche di passione per il calcio. E’ un territorio vasto, patria di club importanti che spesso sono stati protagonisti in massima serie, e alcuni lo saranno probabilmente presto, mentre altri lo sono tutt’ora. Non mancano ovviamente rivalità di un certo peso e da nord a sud, il calcio è vissuto con estremo trasporto. Certo, le bacheche sono piuttosto vuote e impolverate, di trofei alzati al cielo a livello nazionale praticamente non ne abbiamo, ma la penisola peloponnesiaca ha del potenziale – spesso inespresso – che meriterebbe più di un focus per la varietà di storie che può regalare a tutti gli appassionati.
Un Campionato Pan-Peloponnesiaco
Il nostro viaggio inizierà da Tripoli, città dell’Arcadia e posta al centro della regione. Da anni ormai l’Asteras è una realtà forte e stabile della Super League greca che negli ultimi 20 anni ha scritto le pagine migliori della sua storia. Infatti prima del 2004, il club gialloblu non aveva mai partecipato al massimo campionato nazionale, ma è stato poi capace di rimanerci stabilmente ottenendo anche un 3° posto (2014/15) e un 4° (2012/13). Le buone prestazioni sono valse anche 5 partecipazioni alle coppe europee, due delle quali ai gironi di Europa League, con le sfide prestigiose a Tottenham e Schalke 04. È un club con poca tradizione, ma ad oggi, l’unico della regione a giocare in Super League.
Chi potrebbe presto far compagnia all’Asteras, arriva dall’estremo sud. Famosa soprattutto per la qualità delle olive, Kalamata e la sua “Mavria Thyella” (Μαύρη Θύελλα) – Tempesta Nera – sono l’orgoglio della Messenia. Citata da Omero come l’antica Fere, il club ha partecipato 7 volte alla Super League e conta anche una storica presenza nella Coppa Intertoto 1999/2000. Quest’anno il proprietario Giorgios Prassas ha costruito una corazzata per tentare di ritornare nell’élite del calcio greco, affidando la guida ad Alekos Vosniadis, l’unico allenatore greco ad aver vinto per 5 volte il campionato di serie B. Il Kalamata vive una profonda rivalità con il Pyrgos, club che dalla prossima stagione potrà nuovamente utilizzare il nome storico di Paniliakos. I biancorossi vantano – come i rivali bianconeri – 7 partecipazioni alla Super League, in questa stagione giocano in Gamma Ethniki e la loro assenza dalle prime due serie del calcio ellenico è stata per anni molto rumorosa.
Maggiore rappresentante del calcio a Patrasso, 3° città greca per numero di abitanti e principale del Peloponneso, il Panachaiki merita un discorso più approfondito. Sono anni difficili per il club rossonero e dopo 26 partecipazioni in Super League, all’interno dello storico stadio “Kostas Davourlis” non riecheggiano più le voci dei tanti tifosi de “La grande Signora del Peloponneso”. Questo soprannome spiega quale sia la percezione che si ha del club in Grecia, anche perché il Panachaiki è stato il primo club non di Atene o di Salonicco a giocare in Europa, più precisamente la Coppa UEFA 1973/1974. Dopo una proprietà greco-americana che aveva promesso un pronto ritorno in Super League senza riuscire, la scorsa stagione la squadra è retrocessa in Gamma Ethniki, impreziosendo notevolmente la terza serie del panorama calcistico ellenico.
Il nostro peregrinare da nord a sud lungo il Peloponneso, fa tappa ad Argo. Città importante, abitata sin dal 5000 a.C., è stata protagonista di tutta la storia antica greca, oltre che di una rivalità accesa con Sparta. Rivalità che è rimasta anche nel calcio, anche se oggi la bilancia pende decisamente per il Panargiakos, oggi in Super League 2, dopo quasi trent’anni di attesa. I Lupi vantano una partecipazione al massimo campionato Panellenico, ovvero il padre della Super League, ma dagli anni ’50 ad oggi non ha più toccato quelle vette.
Famosa per l’istmo, il calcio a Corinto sta vivendo un momento non facile. La scomparsa del Presidente Alexis Kougias ha lasciato un vuoto importante e oggi il club milita in Gamma Ethniki con poche ambizioni. Assente dalla Super League dagli anni ’90, il Korinthos vive con i vicini di casa del Loutraki una rivalità giovane e territoriale ma che si incastra perfettamente nel contesto del gruppo 4 di Gamma Ethniki 2025/2026. Dodici squadre che ridisegnano una mappa di “città-stato”, come se fossimo tornati indietro nel tempo. Da Patrasso a Corinto, da Pyrgos a Kalamata rappresentata dal Panthouriakos, dal Panegialios di Aigio al Pangytheatikos di Gytheio, passando da altre realtà minori ed importanti, possiamo vivere una sorta di “campionato del Peloponneso”. Una road-map unica, e se ci fossero anche il Pannafpliakos di Nafplio e il Panarkadikos di Tripolis, avremmo sostanzialmente una copertura totale, un’odissea di cuoio ristretta soltanto al Peloponneso ma di grandissimo interesse.
Il nostro giro alla scoperta del calcio nel Peloponneso è terminato. Riprenderemo presto il mare per raggiungere un altro porto, ma se avrete modo di andare in Grecia, fate tappa nel Peloponneso. Cercatene gli stadi, la storia e la cultura perché non saprete più farne a meno.
