Il calcio ellenico: un viaggio calcistico ai quattro angoli della Grecia

La Grecia calcistica raccontata da Giancarlo Libero Falletta. Un'Odissea pallonara isola per isola, dalla Cicladi a Sparta. Agamennone incontra i numeri 10. Gli achei incontrano gli ultras. Un pallone di cuoio incontra la grande letteratura classica.

Una veduta aerea di Nafplio. GreciaUna veduta aerea di Nafplio. Grecia. Credit: Sacha Canivet
Articolo di Giancarlo Libero Falletta04/09/2025

Grecia, o Elláda per dirlo alla greca. Terra di storia, cultura, mare, cibo, ma anche di orgoglio, sofferenza, capacità di rinascere dalle proprie ceneri. Un luogo in cui ognuno di noi può trovare le proprie origini, può sentirsi a casa. Una terra che ama lo sport e lo fa con una passione spesso incendiaria, caratteristica che accomuna i greci a moltissime popolazioni del sud del mondo.

Batte forte la passione per la pallacanestro, in cui gli ellenici hanno ottenuto spesso ottimi risultati, ma batte forte anche la voglia di calcio e quindi vi porterò con me in un viaggio alla scoperta di cosa significa fare calcio in Grecia. Ma non partiremo da Atene – capitale non solo politica ma anche calcistica del paese – e non visiteremo neanche Salonicco o Patrasso. Andremo oltre. Vivremo idealmente un’Odissea per il Mar Egeo, partendo dalla patria di Ulisse, Itaca e quindi le Isole Ionie. Quello che fu per il Re acheo il luogo d’arrivo, sarà per noi il punto di partenza per conoscere storie, modi di vivere lo sport più popolare al mondo tra le onde, le bianche spiagge e stadi in contesti paesaggistici mozza fiato.

Da ovest ad est, per mare e per terra: la roadmap

Il viaggio che intraprenderemo non sarà un nòstos. Non necessitiamo di ritornare in patria come Ulisse, non affronteremo tempeste, colpi di scena e ostacoli. Affronteremo un viaggio di undici tappe, per un itinerario inedito e affascinante che di Odisseo – citandone la nomenclatura ellenica – vuole solo acquisire la curiosità, la voglia di scoprire e avventurarsi. Questo mi mosse quando nel 2023 iniziai a costruire il mio percorso editoriale a tinte elleniche e questo è il sentimento che attraverso queste righe vorrei trasmettervi. Il racconto di un popolo e delle sue sfumature attraverso il calcio, con le difficoltà economiche, strutturali e logistiche che perdurano, ma che non spengono il bisogno di podósfairo (ποδόσφαιρο), “calcio” in lingua greca.

Come anticipato, inizieremo il percorso dalle Isole Ionie. Queste sono lì, incastonate nel blu, vicine quanto basta perchè il tacco dell’italico stivale le possa scorgere. L’Eptaneso – ovvero “Le sette isole” in riferimento a quelle maggiori – hanno una tradizione calcistica che può anche vantare campionati di massima serie, ma vive un momento assai buio.

Poi toccherà al vicino Peloponneso, territorio he può vantare squadre che hanno scritto pagine significative del calcio ellenico. Micene, Argo, Sparta, le patrie di Agamennone e Menelao e quindi inevitabilmente unite con un filo neanche tanto sottile a Ulisse, potranno magari raccontarci poco dal punto di vista calcistico. Il resto della macro zona però ha davvero tanto potenziale espresso male o totalmente inespresso.

La terza tappa sarà più a sud, e ci dirigeremo verso Creta. Sulla grande isola campeggia fiera la bandiera dell’OFI Creta di Candia o Eraclio (Ηράκλειο) che vive una intensa rivalità con l’Ergotelis, club che negli anni’70 perse tutto il suo potere a causa di un concerto mal visto dai Colonnelli che governavano la Grecia negli anni ’70. Malgrado la bussola del calcio isolano indichi al capoluogo, non fatevi ingannare, perchè il calcio a Creta non è questione solo delle grandi città.

Poi sarà la volta delle Isole Saroniche, vicinissime ad Atene e al Pireo. In queste acque si è combattuta la “Battaglia di Salamina” tra la flotta ateniese e quella persiana, episodio decisivo per il Mondo Antico. Il calcio sembrerebbe trovare poco spazio, ma i club principali della zona – l’Ajax di Salamina e il Saronikos di Egina, hanno tanto da raccontare.

Attraccheremo poi nelle Isole Cicladi, lontane ma non per questo meno assetate di calcio. Tra trasferte in traghetto, stadi affacciati sul mare e campionati regionali avvincenti, più di una squadra della zona sta vivendo stagioni indimenticabili e forse, per certi versi irripetibili.

Iniziando la risalita verso nord incontriamo la lunghissima Isola Eubea, così vicina alla terra ferma da non sembrare quello che è. Il calcio si muove con difficoltà e a portare in alto la bandiera regionale sono state soprattuto l’AO Chalkís, l’Apollon Eretria – città da sempre rivali come ci narra l’Iliade – e l’Iraklis Psachna.

Il settimo porto del nostro viaggio saranno le Isole Sporadi. Skiáthos e Skópelos sono vicine a Volós, città che ha dato i natali al pittore Giorgio De Chirico e a uno dei talenti migliori del calcio greco di oggi, ovvero Giannīs Kōnstantelias.

Torneremo con i piedi sulla terra ferma per le due tappe successive. Prima scopriremo l’epopea dell’AEL Larissa e lo scudetto vinto clamorosamente nel 1988, temporaneamente revocato e poi riassegnato tra le polemiche e grazie alle proteste popolari di quei giorni.

Poi andremo a scoprire l’angolo più a est della Grecia, dove Ulisse – come racconta il IX libro dell’Odissea – trovò il primo approdo una volta partito da Troia. Qui, al confine con la Bulgaria, tra le regioni della Macedonia Orientale e della Tracia, si vive di rivalità e ricordi di un passato glorioso. Pensate che persino il grande Pelé è stato protagonista da queste parti.

Riprenderemo il mare infine, per completare la nostra esplorazione del calcio ellenico ai quattro angoli del paese. Costeggeremo le coste turche per fermarci prima Lesbo, dove il football sta tentando di ritrovarsi dopo una grande delusione. Ultima fermata sarà quindi Rodi, dove il nostro viaggio terminerà scoprendo come, la grande isola che fu del Colosso, vive un’accesa rivalità cittadina.