“Riprendiamoci il campo” la meravigliosa coreografia dedicata a “I ragazzi della via Pál”
Gli ultras ungheresi, in occasione della partita Ungheria - Portogallo, fanno emozionare tutto lo stadio con una coreografia dedicata al libro di Molnar.
Coreografia ungherese. Credit photo by Reddit/DatOgreSpammerI tifosi ungheresi hanno dato un’ulteriore prova della loro creatività e del loro forte legame con l’identità nazionale durante la recente partita contro il Portogallo, valida per le qualificazioni al Mondiale 2026. Nonostante la sconfitta in rimonta per 2-3 subita alla Puskás Aréna di Budapest, la coreografia monumentale della curva magiara è diventata subito virale, testimoniando la profondità culturale del tifo.
Un Campo da Gioco, una “Via Pál”
La coreografia ha preso ispirazione da un’opera letteraria molto amata in Ungheria: “I ragazzi della via Pál” (in ungherese: A Pál utcai fiúk), il celebre romanzo di Ferenc Molnár. Il libro racconta la storia di un gruppo di ragazzi che difendono il loro “campo” (il Grund) dall’attacco di una banda rivale, in una metafora toccante sulla lealtà, il coraggio e la perdita dell’innocenza.
Al fischio d’inizio, i tifosi ungheresi hanno sollevato una gigantesca immagine raffigurante i protagonisti del libro in un momento cruciale della loro “battaglia”. Sotto, uno striscione con la scritta “riprendiamoci il campo”, una frase che ha immediatamente risuonato nel cuore di ogni ungherese, caricandosi di un significato che va ben oltre il rettangolo verde.
Non solo Calcio: un messaggio culturale e identitario
Questa coreografia non è stata solo una dimostrazione di tifo, ma una vera e propria dichiarazione di intenti. “Riprendiamoci il campo” non si riferisce unicamente alla partita di calcio, ma evoca un sentimento di orgoglio nazionale e di resistenza. Il richiamo a “I ragazzi della via Pál” suggerisce che la squadra ungherese, pur partendo da una posizione di svantaggio (come i ragazzi del romanzo), è pronta a lottare con tutte le sue forze per difendere il proprio onore e il proprio territorio, metaforicamente parlando, contro avversari più quotati come il Portogallo di Cristiano Ronaldo e João Cancelo.
L’uso di riferimenti culturali così radicati fa del tifo ungherese un’esperienza unica, in cui la passione sportiva si fonde con la storia e l’arte. È un modo per ricordare che il calcio, a volte, è lo specchio di una comunità, dei suoi valori e delle sue speranze. Sebbene il risultato della partita non sia stato quello sperato, la coreografia ha vinto, dimostrando ancora una volta la forza e l’ingegno della tifoseria ungherese.
