Francesca Albanese chiede alla FIFA di escludere Israele da ogni competizione

La realtrice ONU italiana Francesca Italiana insieme ad altri 7 esperti chiede alla FIFA di non chiudere gli occhi davanti al genocidio in atto a Gaza. Esposto per escludere la nazionale e i club israeliani da ogni competizione.

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Articolo di Redazione SDS25/09/2025

Otto esperti di diritti umani delle Nazioni Unite, guidati da Francesca Albanese, Relatrice Speciale ONU sulla situazione dei diritti umani nel Territorio Palestinese Occupato, hanno lanciato un appello congiunto alla FIFA (Federazione Internazionale di Calcio) e alla UEFA (Unione delle Federazioni Calcistiche Europee) affinché sospendano la squadra nazionale israeliana dalle competizioni internazionali.

La Richiesta Umanitaria e Legale

La richiesta, formalizzata in un comunicato, si basa sulla necessità che il mondo dello sport “rifiuti la percezione che tutto proceda come al solito” di fronte alle presunte gravi violazioni del diritto internazionale. Gli esperti, tra cui anche i relatori ONU per i diritti culturali e per il diritto allo sport, hanno sottolineato che le entità sportive non possono ignorare le violazioni dei diritti umani, specialmente quando le loro piattaforme vengono usate per “normalizzare le ingiustizie”.

Gli esperti hanno citato il recente rapporto della Commissione d’Inchiesta ONU sul Territorio Palestinese Occupato, che aveva concluso che Israele starebbe commettendo un genocidio a Gaza, e la decisione della Corte Internazionale di Giustizia che impone a tutti gli Stati l’obbligo legale di agire contro tale grave crimine.

Queste le parole di Francesca Albanese: “Lo sport deve respingere l’idea che tutto continui come se nulla fosse. Le istituzioni sportive non devono chiudere gli occhi di fronte a gravi violazioni dei diritti umani, specialmente quando le loro piattaforme vengono utilizzate per normalizzare le ingiustizie”.

La Distinzione tra Stato e Atleti

Nel comunicato, gli esperti hanno chiarito che l’eventuale boicottaggio dovrebbe essere diretto allo Stato di Israele e non ai singoli atleti. Hanno infatti precisato che i giocatori non devono farsi carico delle conseguenze delle decisioni del loro governo, e che non ci devono essere discriminazioni o sanzioni contro gli sportivi in base alla loro origine o nazionalità. Sempre l’Albanese sostiene: “Le squadre nazionali che rappresentano Stati responsabili di massicce violazioni dei diritti umani possono e devono essere sospese, come è avvenuto in passato” per questo “ancora una volta, sollecitiamo la FIFA a smettere di legittimare la situazione derivante dalla presenza illegale di Israele nei Territori Palestinesi Occupati. Esiste un imperativo legale e morale a prendere ogni misura possibile per porre fine ora al genocidio a Gaza.”

Hanno invece sostenuto che le squadre nazionali che rappresentano Stati che commettono massicce violazioni dei diritti umani “possono e devono essere sospese, come è accaduto in passato” per altre situazioni internazionali.

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