Odissea di cuoio: il calcio a casa del Minotauro

La rubrica sul calcio ellenico “Odissea di cuoio”, firmata da Giancarlo Libero Falletta, approda a Creta. La culla della civiltà minoica diventa teatro di rivalità antiche e passioni autentiche: dall’orgoglio bianconero dell’OFI all’eredità ribelle dell’Ergotelis, fino ai sogni di Chanià, Ierápetra e Réthymno, dove il tempo del calcio scorre ancora al ritmo lento del mare Egeo.

Articolo di Giancarlo Libero Falletta14/10/2025

Distante appena 95 chilometri dalla Grecia continentale, Creta non è semplicemente una delle isole più grandi del Mar Mediterraneo o la culla della civiltà minoica. Tra le sue spiagge bianche, i suoi monumenti e le sue città prende vita la passione per il calcio, con storie che si intrecciano e rivalità che sopravvivono, nonostante l’ombra ingombrante delle grandi del calcio ellenico.

Oggi l’𝐎𝐅𝐈 𝐂𝐫𝐞𝐭𝐚 comanda le folle e la passione, ma non è stato sempre così. L’𝐄𝐫𝐠𝐨𝐭𝐞𝐥𝐢𝐬, un tempo, era probabilmente il club principale dell’isola e, soprattutto, in ogni angolo dell’esteso territorio cretese il cuore batteva già — e batte ancora — per colori e stemmi che non sbiadiscono, anche se vivono prevalentemente nei campi di periferia. Tutto senza lasciarsi assorbire forzatamente da quanto accade nel continente, seguendo la lentezza di un tempo che qui scorre in modo diverso rispetto al resto del Paese.

E allora lasciamoci alle spalle il Peloponneso, ultima tappa del nostro viaggio alla scoperta del calcio nei quattro angoli della Grecia, e riprendiamo il mare per raggiungere Κρήτη (𝐊𝐫𝐢̄́𝐭𝐢̄). Seguiamo le correnti marine come Menelao nell’Odissea e sbarchiamo per scoprire il ποδόσφαιρο (calcio) locale, tra le quattro unità periferiche che dividono amministrativamente l’isola: 𝐂𝐚𝐧𝐝𝐢𝐚, 𝐂𝐡𝐚𝐧𝐢𝐚̀, 𝐋𝐚𝐬𝐢𝐭𝐡𝐢 𝐞 𝐑𝐞́𝐭𝐡𝐲𝐦𝐧𝐨.

Creta guarda a tutti — dalla Grecia continentale a Cipro e al Medio Oriente — pur mantenendo intatta la propria identità. Sono figli dell’isola due grandi attaccanti: 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐠𝐢𝐨𝐬 𝐒𝐚𝐦𝐚𝐫𝐚𝐬 e 𝐍𝐢𝐤𝐨𝐬 𝐌𝐚𝐜𝐡𝐥𝐚𝐬, primo e finora unico calciatore ellenico a vincere la 𝐒𝐜𝐚𝐫𝐩𝐚 𝐝’𝐎𝐫𝐨.
Inoltre, Creta è la patria dell’𝐎𝐅𝐈, il club principale e più titolato, perciò il nostro tour non può che partire dai bianconeri.

𝐋’𝐎𝐅𝐈 𝐜𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐥’𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚.

Orgoglio di 𝐂𝐚𝐧𝐝𝐢𝐚 (o 𝐈̄𝐫𝐚́𝐤𝐥𝐢𝐨), il club vanta in bacheca una 𝐂𝐨𝐩𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐫𝐞𝐜𝐢𝐚 conquistata nella stagione 1986/1987 e una 𝐂𝐨𝐩𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐁𝐚𝐥𝐜𝐚𝐧𝐢 vinta due anni dopo battendo gli allora jugoslavi del 𝐑𝐚𝐝𝐧𝐢𝐜̌𝐤𝐢 𝐍𝐢𝐬̌. Un periodo d’oro durato circa quindici anni sotto la guida dell’olandese 𝐄𝐮𝐠𝐞̀𝐧𝐞 𝐆𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝𝐬, che — oltre ai trofei — ha regalato un secondo posto in campionato, alcune partecipazioni alle competizioni europee e, più in generale, uno status di prestigio che nessuna altra realtà dell’isola è riuscita ad avvicinare.
Nel 2015, a causa di gravi problemi finanziari, l’𝐎𝐅𝐈 subì la vergogna del ritiro dal campionato e la retrocessione nei tornei dilettantistici, dopo ben quarantasette anni di partecipazione continuativa. Dopo un rapido ritorno in 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫 𝐋𝐞𝐚𝐠𝐮𝐞, il club ha disputato nella scorsa stagione la finale di Coppa di Grecia. Pur perdendo contro l’Olympiacos per 2-0, l’evento ha riportato ufficialmente i bianconeri sulla mappa del calcio nazionale.

La rivale cittadina dell’𝐎𝐅𝐈 è l’𝐄𝐫𝐠𝐨𝐭𝐞𝐥𝐢𝐬, per nove volte presente in 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫 𝐋𝐞𝐚𝐠𝐮𝐞. Di questa squadra colpisce soprattutto la storia fuori dal campo. Durante uno dei periodi più bui della Grecia — la 𝐃𝐢𝐭𝐭𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐂𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢, tra il 1967 e il 1974 — l’𝐄𝐫𝐠𝐨𝐭𝐞𝐥𝐢𝐬 divenne nemico della Giunta Militare. Era un club fondato nel 1929 da rifugiati greci dell’𝐀𝐬𝐢𝐚 𝐌𝐢𝐧𝐨𝐫𝐞 e quindi non “autoctono” secondo i principi nazionalisti del regime. Inoltre, la società giallonera, pochi anni prima, si era macchiata di un’“onta” imperdonabile: aveva concesso il proprio stadio per un concerto di 𝐌𝐢𝐤𝐢𝐬 𝐓𝐡𝐞𝐨𝐝𝐨𝐫𝐚𝐤𝐢𝐬, celebre compositore greco inviso ai Colonnelli. Da quel momento i migliori calciatori dell’𝐄𝐫𝐠𝐨𝐭𝐞𝐥𝐢𝐬 furono costretti a lasciare il club per accasarsi all’𝐎𝐅𝐈, e la squadra venne spinta nel dilettantismo. Oggi, dopo numerosi bassi e pochi alti, l’Ergotelis milita nel campionato regionale e tenta con tutte le forze di tornare ai vertici.

A 𝐍𝐞𝐚 𝐀𝐥𝐢𝐤𝐚𝐫𝐧𝐚𝐬𝐬𝐨𝐬, sobborgo di Candia, c’è un’altra squadra che vive nell’ombra delle due sorelle maggiori: l’𝐈𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐨𝐬, terzo club dell’isola per presenze nei campionati professionistici ellenici. Oltre ad avere il volto dello storico greco nel proprio logo, vanta trentadue stagioni complessive tra Serie B e Serie C. Malgrado oggi giochi nei tornei regionali, resta una delle realtà più seguite e identitarie dell’isola.

In attesa del ritorno delle altre, lo scettro di “secondo club” dell’isola è stato conquistato dal 𝐂𝐡𝐚𝐧𝐢𝐚̀, squadra dell’omonima cittadina. Nato nel 2017 dalla fusione di due club preesistenti, milita stabilmente in 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫 𝐋𝐞𝐚𝐠𝐮𝐞 𝟐 e rappresenta una comunità di quasi centomila abitanti. Ha raccolto l’eredità e il tifo delle due società originarie — l’AO Chania e il Kissamikos — pur non avendo mai giocato in Super League, traguardo invece raggiunto dal 𝐏𝐥𝐚𝐭𝐚𝐧𝐢𝐚𝐬. Il “𝐓𝐫𝐢𝐟𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐨” ha disputato sei stagioni nella massima serie greca e, benché oggi militi nelle categorie inferiori, il ricordo di quel periodo (2012–2018) riempie ancora d’orgoglio la città.

Club importanti, soprattutto a livello regionale, sono il 𝐆𝐢𝐨𝐮𝐜𝐡𝐭𝐚𝐬 di 𝐀𝐫𝐜𝐡𝐚𝐧𝐞𝐬 — oggi in 𝐆𝐚𝐦𝐦𝐚 𝐄𝐭𝐡𝐧𝐢𝐤𝐢, ma capace solo due stagioni fa di esordire storicamente in Serie B — e l’𝐎𝐅 𝐈𝐞𝐫𝐚́𝐩𝐞𝐭𝐫𝐚 e 𝐥’𝐀𝐠𝐢𝐨𝐬 𝐍𝐢𝐤𝐨𝐥𝐚𝐨𝐬, entrambi della regione di Lasithi, nella parte orientale dell’isola. L’OF Ierápetra, piccolo club rivale dell’𝐀𝐧𝐚𝐠𝐞𝐧𝐧𝐢𝐬𝐢 𝐈𝐞𝐫𝐚́𝐩𝐞𝐭𝐫𝐚, ha ottenuto uno storico quinto posto nel campionato di Serie B 2019/2020, e la dirigenza attuale punta a tornare a quei fasti recenti.

L’ultima parte del nostro viaggio è dedicata alla regione di 𝐑𝐞́𝐭𝐡𝐲𝐦𝐧𝐨. Due club in particolare meritano menzione: l’𝐀𝐭𝐫𝐨𝐦𝐢𝐭𝐨𝐬 𝐑𝐞́𝐭𝐡𝐲𝐦𝐧𝐨, capace di disputare nove stagioni consecutive in Serie B tra il 1988 e il 1997 (oggi la sezione calcistica non esiste più), e il 𝐑𝐞́𝐭𝐡𝐲𝐦𝐧𝐢𝐚𝐤𝐨𝐬, che milita attualmente in Serie C portando avanti la tradizione calcistica della zona.