Lo show ad Austin: come vivono la F1 gli europei e gli americani

Nel corso degli anni la Formula 1 ha fatto di tutto per entrare nel cuore degli americani, o meglio, degli statunitensi. Per le case automobilistiche è un mercato immenso, con almeno 16 milioni di nuovi veicoli immatricolati nell’ultimo anno, e per i team impegnati nella massima serie è un’occasione per raggiungere migliaia di appassionati che […]

Pit Lane di AustinL'immagine del rettilineo principale di Austin tratta dalla Wikipedia
Articolo di Fabio Marino20/10/2025

Nel corso degli anni la Formula 1 ha fatto di tutto per entrare nel cuore degli americani, o meglio, degli statunitensi.

Per le case automobilistiche è un mercato immenso, con almeno 16 milioni di nuovi veicoli immatricolati nell’ultimo anno, e per i team impegnati nella massima serie è un’occasione per raggiungere migliaia di appassionati che ogni anno assistono alle gare Nascar e IndyCar.

C’è soltanto una differenza tra il pubblico europeo e quello yankee: gli spettatori europei generalmente vogliono sapere tutto – storia delle scuderie, dei piloti, con quale tipologia di assetto si gareggia – mentre i cugini che vivono al di là dell’Atlantico si interessano solo al rombo dei motori e a qualche scontro, se accade.

Infatti, le competizioni tipicamente americane si svolgono perlopiù su ovali, dove chi vede la gara può godere dal proprio posto tutto ciò che accade in pista dove gareggiano auto con poche regolazioni.

Negli USA le corse sono veri e propri eventi ricchi di entertainment, infatti si può assistere, prima del main event, a spettacoli dal vivo pieni di luci e fuochi d’artificio una formula che anche Liberty Media vuole introdurre in F1.

Con questo scenario il circus è approdato nuovamente negli Stati Uniti, ad Austin, tra cappelli da cowboy, rodei e i tradizionali barbecue.

La McLaren era considerata la favorita, tuttavia i due piloti non sono riusciti a sfruttare appieno il vantaggio tecnico: durante la gara sprint infatti le vetture si sono scontrate già alla prima curva. Di conseguenza, gli ingegneri di Woking non hanno potuto raccogliere le informazioni utili per preparare al meglio la corsa della domenica. Ed è una mancanza molto penalizzante, specie su un circuito particolare, in cui è facile rimanere con poca gomma dopo pochi giri.

Probabilmente è stato proprio per questo motivo che nella full race non abbiamo assistito a una lotta a tre. Norris è riuscito a sopravanzare Leclerc, che faceva da tappo, soltanto dopo 50 giri, ed è stato proprio l’inglese a specificare che non poteva fare di più, perché ad Austin si riesce a spingere solo quando le ruote sono ancora in temperatura. Giro dopo giro, perdono prestazione e la situazione peggiora ulteriormente quando si è dietro a una macchina più lenta.

Come abbiamo già detto in passato – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – questo deve essere uno dei temi da affrontare nella prossima stagione, per facilitare gli agognati sorpassi.

Un altro tema emerso è stato sicuramente quello dei track limits.

Per ragioni di sicurezza, le vie di fuga – prima in ghiaia – sono state trasformate in parcheggi d’asfalto. I piloti, consapevoli di questa zona extra, ne approfittano per andare più veloci.

Per rimediare a ciò, la Federazione concede a chi guida tre strikes – per rimanere in linguaggio americano – dopodiché penalizza i trasgressori con 5 secondi ogni volta che si esce fuori tracciato. Una situazione che non dovrebbe valere quando si è in bagarre con altri piloti.

Ma, nonostante tutto, la gara ha messo ancora una volta in luce il talento del pilota olandese Max Verstappen, che ha conquistato la vittoria nel Gran Premio e, a sole sei gare dalla fine, si trova a soli 40 punti dal leader Oscar Piastri.

I telecronisti di Sky ce lo stanno ricordando da un po’: l’uomo (Verstappen) contro l’astronave (McLaren).

Chi vincerà il titolo? Probabilmente lo scopriremo soltanto a fine campionato.

Anzi, è ormai evidente che il pollaio della McLaren è in procinto di scoppiare. Occorrerà sicuramente aggiornare le Papaya Rules per evitare situazioni già note a Woking, come quelle create dagli ex compagni di squadra Senna e Prost. Andrea Stella darà nuove direttive?

Lo scopriremo al prossimo appuntamento in Messico.