Contro la dittatura dei font in Serie A
Rosario Esposito La Rossa si scaglia contro l'imposizione del font unico sulle maglie di calcio delle squadre di serie A e di tutta l'Europa. "Limita la creatività umana e ci consegna maglie tutte uguali. La fine delle jersey iconiche"
Interno del volume Type Football. Dalla stagione 2020-202, come per la Premier League, la Ligue1 e la Liga, anche la Serie A decide di adottare un unico font per tutte le maglie di ogni club. In Inghilterra è dal 1997 che utilizzano il font unico. Per l’Italia è una novità. Quindi il font dei numeri e dei nomi dei calciatori non è più a discrezione dello sponsor e del club, ma viene imposto a tutti. Tutto ciò per ragioni di leggibilità. In passato arbitri e non solo si lamentavano dei font spesso strambi e poco chiari. Quindi addio a maglie iconiche, a maglie da collezione. La verità è che questa scelta è più una strategia di marketing, una trovata per dare un’immagine coordinata alla Serie A.
La Figc ha scelto il font Moustaches, un font sans serif che ha come tocco di classe un design arrotondato. Ma il font non rispetta le norme UEFA , così la FIG si affida a Stilscreen, una società italiana della Brianza, per il restayling del font. Stilscreen è una società che ha collaborato con molti club italiani, dalla Roma all’Inter e con club internazionali come il Manchester City, fino alla nazionale italiana.
L’obbligo del font unico è relativo solo al campionato nazionale, così molte società straniere sfoggiano nuovi font sulle proprie maglie durante le competizioni europee, cosa che non accade invece per i club italiani. Sarà mancanza di creatività? Poche risorse? Boh, chi lo sa.
Bene, io mi oppongo con tutto me stesso a questa scelta. Ogni club ha una propria identità, ogni maglia ha un proprio stile, una propria storia, una propria idea grafica. E’ impensabile che un font si adatti perfettamente ad ogni maglia. Questa è senza ombra di dubbio una dittatura dei font. Io non ho niente contro il font della Serie A, niente contro la società che l’ha realizzato. Quello che non mi piace è l’imposizione che limita la creatività.
Ho recentemente comprato il libro di Rick Banks “Football Type” dello studio Face37 di Manchester. Come si dice in napoletano: “mi sono arricreato”. Ho goduto nel vedere font iconici che hanno fatto la storia del calcio. Font che si sono perfettamente fusi con le maglie dei migliori calciatori del mondo. Con la dittatura dei font questo non è più possibile. Niente più 14 di Cruijff totalmente squadrato, nero con bordi bianchi su maglia arancio. Niente Bodoni Ultra Condensed sulle maglie del 1981 del Club Atletico Independiente. O il numero in 3d della maglia tedesca del 1974. Oppure il numero tigrato del Leeds del 1989. E come dimenticare la mitica maglia di Campos del Messico. Con quella scritta arrotondata in font Hobo.




Interno del volume Type Football.
Nessuno si è opposto a questa tragica dittatura. Nessun grafico ha gridato allo scandalo. Io mi occupo di editoria da 15 anni, con particolar riferimento all’alta leggibilità per l’infanzia e non solo. Font per dislessici e per ipovedenti. Credo che sia veramente vergognosa questa imposizione che limita la l’ingegno e che non ha niente a che vedere con l’alta leggibilità.

Anatomia dei font
Anzi, il fatto che l’occhio medio del font, cioè la distanza tra la linea di base e la parte ascendente del font, sia tendente verso la linea di base, rende questo font poco leggibile. Le regole tipografiche, da ormai decenni, ci dicono che l’occhio medio deve essere almeno due terzi dell’occhio del font. In soldoni, prendete come esempio la lettera E. La lineetta centrale della lettera non è equidistante dalla linea superiore e quella inferiore. E’ spostata leggermente verso l’alto, questo perché questo micro dettaglio tipografico rende più leggibile la lettera. Per il font della serie A, accade esattamente l’opposto.

Font della Serie A
Questa imposizione è solo una questione di marketing, di economia, di dittatura dell’immagine. Lunga W ai type designer liberi, liberi di creare, liberi di diffondere tipografia e identità su maglie che non meritano la dittatura dei font.
