Dalle macerie alla rinascita: il laboratorio Faggiano per ricostruire la Salernitana
Faggiano ricostruisce la Salernitana dalle macerie: 'Prima gli uomini, poi i calciatori'. Il ds granata punta a sfidare le big del girone C, ma il ritorno in Serie B richiederà tempo e pazienza.
Coreografia dei tifosi della Salernitana. Credit photo by WikipediaDaniele Faggiano non gira attorno ai problemi. Il direttore sportivo della Salernitana sa bene che ripartire dalla Serie C dopo il crollo verticale dalla massima serie non è solo una questione tecnica, ma soprattutto mentale e societaria. E nelle sue dichiarazioni emerge chiaramente la filosofia che sta guidando la rifondazione granata: prima gli uomini, poi i calciatori.
Il peso della maglia e la cultura del sacrificio
“Ogni calciatore deve sentire il peso di questa maglia”, ripete Faggiano come un mantra ai microfoni di TMW Radio. Non è retorica da presentazione, ma il fulcro di un progetto che parte dalle fondamenta. Il ds ha costruito un gruppo di 24-25 elementi completamente nuovo, consapevole che l’amalgama non si compra al mercato ma si forgia sul campo, giorno dopo giorno.
La scelta di puntare su un mix tra esperienza e giovani di prospettiva – alcuni provenienti dai settori giovanili di Sassuolo, Lecce e Milan – rivela una strategia a medio termine che non cerca scorciatoie. Faggiano sa che in Serie C le panchine fanno spesso la differenza, e la sua ossessione per i “doppioni di valore in ogni ruolo” tradisce l’esperienza di chi ha vissuto campionati lunghi e imprevedibili.
La lettura tattica del girone C
L’analisi del girone C offerta da Faggiano è lucida e senza illusioni. Riconosce la superiorità strutturale di Catania, Benevento e Cerignola – “piazze che hanno programmazione e solidità” – ma non si nasconde dietro alibi. Il Catania, in particolare, rappresenta il paradigma di quello che la Salernitana vuole diventare: una costruzione che “va avanti da anni e adesso si vedono i frutti”.
Interessante la valutazione su squadre come Siracusa (“ottimo allenatore e problemi societari risolti”) e Casarano (“campo ostico per tutti, tifoseria calda”), che dimostra come Faggiano non sottovaluti nessun avversario. L’inclusione di Potenza, Crotone e Monopoli tra le formazioni da temere conferma la complessità di un raggruppamento dove le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Il FVS e la cultura dell’innovazione
Significativa la posizione di Faggiano sul Football Video Support: “Io sono il primo ad arrabbiarmi in panchina, ma bisogna essere uniti: è un passo avanti che serve a tutti”. È la sintesi perfetta di un approccio che coniuga passione e razionalità, ammettendo i propri limiti emotivi ma riconoscendo l’utilità del progresso tecnologico.
La Salernitana di Faggiano: anatomia di una rifondazione tra pragmatismo e visione
Il ds granata punta sull’alchimia del gruppo per ricostruire dalle macerie. Ma la strada verso la Serie B richiede tempo e pazienza
Daniele Faggiano non gira attorno ai problemi. Il direttore sportivo della Salernitana sa bene che ripartire dalla Serie C dopo il crollo verticale dalla massima serie non è solo una questione tecnica, ma soprattutto mentale e societaria. E nelle sue dichiarazioni emerge chiaramente la filosofia che sta guidando la rifondazione granata: prima gli uomini, poi i calciatori.
Valutazione tecnica: luci e ombre di una rifondazione
Dal punto di vista tecnico, il lavoro di Faggiano presenta elementi di indubbio interesse ma anche alcune criticità. La decisione di ricostruire tutto da zero, pur comprensibile dopo il disastro della scorsa stagione, comporta inevitabilmente un periodo di rodaggio che potrebbe costare punti preziosi nelle prime giornate.
Il progetto presenta elementi di sicuro interesse, a partire dalla costruzione di un gruppo giovane ma non inesperto, con elementi provenienti da vivai di qualità come quelli di Sassuolo, Lecce e Milan. Significativa appare poi l’attenzione dedicata alla profondità della rosa, aspetto fondamentale in un campionato lungo e fisicamente impegnativo come la Serie C. Completano il quadro positivo la scelta di un allenatore esperto come Raffaele, che conosce perfettamente la categoria e ha dimostrato nel tempo di saper valorizzare le caratteristiche dei singoli.
Non mancano tuttavia le incognite. I tempi di amalgama potrebbero rivelarsi più lunghi del previsto, soprattutto negli scontri diretti contro avversari più rodati e consolidati. Preoccupa inoltre la pressione dell’ambiente salernitano, storicamente abituato a ben altri palcoscenici e che potrebbe pesare sulle spalle dei più giovani. Rimane infine da verificare la capacità del gruppo di mantenere alta la concentrazione per tutta la durata di un campionato dove ogni distrazione si paga inevitabilmente cara.
Il verdetto: pazienza strategica
La Salernitana di Faggiano è un cantiere aperto che richiede tempo e fiducia. Il ds ha dimostrato di avere le idee chiare e una visione a lungo termine, ma la Serie C non perdona e il margine d’errore è ridotto. L’impressione è che questa squadra possa crescere molto nel corso della stagione, ma dovrà evitare di perdere troppo terreno nella fase iniziale.
La vera scommessa non è tecnica ma culturale: riuscire a trasformare un gruppo di sconosciuti in una squadra coesa, capace di sentire davvero “il peso della maglia” granata. Se Faggiano riuscirà in questa alchimia, la Salernitana potrà davvero guardare al futuro con ottimismo. In caso contrario, il rischio di un’altra stagione di sofferenza è concreto.
Il calcio, come sempre, darà le sue risposte sul campo.
