Novanta minuti di ricordi
Tra campo e cuore, Michele Pansini, con una lettera aperta ai suoi figli, ci racconta l’attesa di un derby in famiglia. I suoi gemelli domenica si sfidano per la testa della classifica nel campionato regionale under 17 del Piemonte. Chisola vs Sisport
Archivio Michele PansiniCari Ettore e Andrea,
io e mamma ricordiamo tutto di questi undici anni di pallone: i primi scarpini, numero 30, il primo allenamento, la prima partita e il primo gol di ognuno di voi, il vostro sorriso e le vostre esultanze che si perdevano nell’abbraccio dei compagni; dopo qualche mese arrivarono anche le prime vittorie, i tornei, le medaglie e i trofei. Noi, insieme agli altri genitori che nel frattempo erano diventati amici, eravamo lì a vedervi crescere felici in quei campi a 5 che allora ci sembravano già enormi. Le foto di squadra tenevano insieme la tenerezza di un sogno e l’ottimismo che solo il futuro che si legge negli occhi dei bimbi può regalare. Prima Sisport e poi Chisola, un cammino lungo sette anni, in cui avete cambiato ruoli e posizioni in campo, ma sempre insieme. Poi, come capita spesso nelle cose della vita, il percorso si è disallineato e nell’organizzazione familiare abbiamo dovuto rivedere tempi e distribuzione di compiti: allenamenti doppi e tripli, a volte completamente sfasati, partite in giorni e in orari diversi. Non è stato sempre semplice, ma “il vostro calcio” col tempo era diventato, come per tante famiglie, parte essenziale della nostra quotidianità, come respirare, mangiare, bere, dormire o fare la spesa. Una distribuzione di ruoli che ci ha reso ancora più uniti; il ruolo principale, diciamo la verità, lo ha sempre avuto mamma: senza di lei a dirigerci come un mister, a controllare orari, percorsi e indirizzi spesso saremo arrivati in ritardo, nel posto sbagliato e quelle borse impeccabili ve le sareste sognate. Fino ad ora è stato tutto meraviglioso. Insomma, la vostra passione per questo stupendo sport di squadra, è stata anche un collante, un’occasione per vivere insieme molte emozioni. L’unica cosa che in questi ultimi anni ci ha messo un po’ in difficoltà, quando le vostre partite si svolgevano in contemporanea, è stato scegliere di dividerci, andando uno da una parte e uno dall’altra, per poi mandarci qualche messaggio per aggiornaci sul risultato. Domenica finalmente torneremo, per una volta, tutti e quattro nello stesso perimetro. Voi sul medesimo spazio verde e noi sulle tribune… sarà una partita molto diversa da tutte le altre: non avremo una vittoria in cui sperare; non avremo una sola squadra da sostenere, ma nei nostri cuori per voi c’è sempre stato uno spazio infinito…
Che faremo, allora? Ci godremo la meraviglia di rivedervi insieme su quel prato dove nel tempo avete coltivato sogni, superato paure, consumato scelte, preso e dato qualche calcio, digerito sconfitte e avviato corse verso le tribune dopo un gol …sarà un modo per rivedere nei vostri movimenti, che nei nostri occhi assomigliano ancora a quelli di quando iniziaste, questi anni della nostra straordinaria favola di pallone.
Voi, intanto, sfidatevi con lealtà e coraggio. Il Calcio, come scriveva Javier Marias, deve essere emozione, paura e tremito, desolazione o euforia, ma questo voi lo sapete bene. Buona partita, ragazzi miei!
