Il Como insegna a guardare la luna e non il dito

Nelle “Ciociole di calcio” di Giancarlo Moscato, arrivano i lariani del Como: uno spavento che poteva costare caro al Napoli di Conte. Un pareggio amaro ma che, date le premesse, probabilmente rappresenta un punto guadagnato.

Milinkvoc Savic contro il Como credits to Instagram officialsscnapoliMilinkvoc Savic contro il Como credits to Instagram officialsscnapoli
Articolo di Giancarlo Moscato02/11/2025

Un sabato pomeriggio può essere un orario interessante per una partita di calcio. Si tratta della classica parentesi da concedersi, così poi da poter dare il corretto spazio ad un finesettimana da dedicare a quel che si desidera. Alla domenica in famiglia, ad una gira fuori porta: insomma, fare qualcosa che non sia calcio. Al Maradona si presenta la squadra più Manzoniana che esista, ed in Italia rappresenta un potenziale esempio di virtuosismo e programmazione. «Quel ramo del lago di Como», di sponda calcistica, arriva prepotentemente, volgendo il suo sguardo al Mezzogiorno d’Italia.

Il rischio però è che questo sabato possa pregiudicare l’andamento delle cose nelle ore a venire. Ma come dice il buon Arrigo Sacchi «il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti», e quindi il bel finesettimana che si pensa di passare con calma, senza che il fegato possa subire ripercussioni, dipende da un’unica cosa: il risultato.

E puntualmente, ogni tifoso napoletano che si rispetti, teme queste partite. Mai pensare che partite del genere, possano essere una passeggiata, proprio come in riva al lago. E allora i ragazzi di Mister Conte, devono rimboccarsi le maniche e con ancora gli spauracchi di Lecce, affrontano il Como con la divisa di Halloween. Ma stavolta sono proprio i partenopei a mettersi paura.

Il Como spaventagrandi

Infatti, per chi è presente allo stadio, o la guarda in tv, o riesce a percepirne il gioco per la radio, ci si accorge subito che per il campo vagano fantasmi di vecchie prestazioni, che indossano la maglia dei calciatori di Conte. E Alvaro Morata, spauracchio di altri tempi, veste i panni della classica megera pronta a rovistare nel pentolone il gol del vantaggio. Calcio di rigore per il Como: ed è qui che partono tutti gli scongiuri.

La curva inizia ad essere disseminata da voci sinistre, imprecazioni, maledizioni: l’ombra dei primi di novembre si palesa sulle teste dei calciatori. Il Como sta per passare potenzialmente in vantaggio. E come spesso succede in questi casi, si cerca di trovare un responsabile. Un Crisantemi Longobardiano al nostro fianco che magari non si è seduto nel posto giusto, muovendo qualsiasi equilibrio, o che sia arrivato troppo tardi, o che ha portato quella persona che proprio non doveva venire.

Insomma, tutto stava per prendere quella piega che inevitabilmente significava un weekend terribile. Un weekend col morto, appunto, ma in questo caso i morti nell’anima e sportivamente parlando, sarebbero stati i tifosi azzurri. Ma il presagio, che squarciava il cielo diradando le nuvole, arrivava già da qualche giorno fa. Il suo nome è Nazgul, personaggio del Signore degli Anelli, che il buon Milinkvoc Savic ha deciso di onorare, travestendone i costumi nella festa di Halloween della società.

Un cavaliere nero (e come direbbe il buon Proeitti «ar cavaliere nero nun glie devi rompe er…») , che in questa caso più che presagire disgrazia, è stata la pura salvezza. Con le sue manone, come a Lecce così contro il Como, ha scacciato via pensieri, parole, opere e omissioni. Per nostra colpa, nostra colpa, nostra grandissima colpa, abbiamo anzitempo giudicato la sua prestazione di Ehindoven dove tutti di certo non hanno brillato per grazia e luce propria. Di più, contro questo Como, sfrontato ma anche un po’ troppo furbo, probabilmente il Napoli non poteva fare di più. E dunque, in uno stadio omaggiante il grande Diego, non si sono viste tracce di grande calcio.

Un solo enorme spavento, gambe pesanti che fanno risuonane l’allarme che annuncia il tornado. E come dice Danny Ocean, in Oceans’ Twelve, «non c’è posto migliore per scomparire per un po’ come nel Lago di Como». Quel George Clooney travestito da tifoso Napoletano, che si è inabissato nelle acque lariane come il Napoli.

Guadagnando così un «Punto d’oro», sempre citando il buon Oronzo Canà nel famoso “io picchio De Sisti”. Questo significa che, anche quando le notti sembrano infinite, con la luna che splende, bisogna sempre puntare al suo suolo lunare, anziché guardare il dito che la indica. Un punto, quindi, guadagnato per come si era messa la partita. I fegati, tutto sommato, sono salvi, e omaggiando James Senese, tutto sommato È na bella jurnata.

Spalletti credits to Instagram lucianospalletti

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