Eintracht e il viaggio low cost in Champions

Nelle “Ciociole di calcio” di Giancarlo Moscato, ci si sofferma sul Napoli a metà strada del viaggio europeo: l’Eintracht Francoforte regala un pareggio che lascia sospesi entusiasmo e inquietudine

Eintracht Napoli Champions League - credit Sport del Sud.pngEintracht Napoli Champions League - credit Sport del Sud.png
Articolo di Giancarlo Moscato05/11/2025

La Champions League è quella classica occasione in cui ogni partecipante, conta di mettere nel bagaglio i suoi vestiti buoni; quegli abiti da dover sfoggiare ad ogni evento, cercando di farsi notare quanto più possibile. Lo stesso dovrebbe farlo il Napoli: un viaggio in quella Europa che conta ma che pare che le mete capitate non siano di suo gradimento. La tappa ora discussa è quella dell’Eintracht Francoforte.

È arrivato a metà percorso, quindi, questo viaggio Low Cost in Champions League, dove anziché la squadra di Mister Conte, debba cercare di essere capofila, quasi da cicerone, si sta comportando come il classico scolaretto nel fondo del pullman. Tanto chiasso, tante parole, qualche polemica, e risultati che al momento, tardano arrivare.

Con l’Eintracht il Napoli conta i risparmi

Prima di affrontare il resoconto di Eintracht  Napoli, va fatto un bilancio di questo viaggio. La metà del percorso del Napoli in Champions racconta che il viaggiatore azzurro con lo zaino in spalla e un biglietto “economy class” per Londra/Manchester. Una uscita “low-budget” ma con vista privilegiata: non lussuosa, ma un’esperienza forte. Il risultato amaro era tutto sommato da aspettarselo, una passeggiata formativa in quel di Manchester.

Il secondo volo economico fa ripassare il gruppo vacanze per Napoli, per raccogliere le proprie energie: vibe economico: niente voli internazionali, si dorme a casa con tutti i comfort e si ricaricano le energie. Sporting battuto 2 a 1. Qualche sprazzo di pennellata di autore è quindi venuto fuori, «ricorda il Pinturicchio…alla prima maniera», direbbero Totò e Peppino ne La banda degli onesti. Come per dire, non è perfetto il risultato-prestazione, ma è quello che ora ci serve. Ma su questa Lisbona, bisognerà poi ripassarci.

Ma nemmeno il tempo di alzare la testa, che il prossimo viaggio porterà il Napoli ad Eindhoven. E qui le aspettative sono alte: ebbene, ci si limita a fare una passeggiata con budget striminzito. Ma il risultato è: «adesso che siamo a Milano, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo?», sempre scomodando il Principe De Curtis. In sintesi: il Napoli non ci ha capito niente. In terra olandese ha fatto la classica gita fuori porta, la classica scampagnata, di chi ha la possibilità di vedere opere meravigliose in un viaggio, ma resta tutto il giorno in un coffee shop, mentre la vita scorre via.

Una sconfitta pesante che punisce la scelta low-cost nella pianificazione del viaggio. La Mandrakata finisce male, come i tre in Febbre da Cavallo: «Se semo fatti ‘na passeggiata…». E il Napoli è corso via proprio come Proietti, Montesano e De Rosa, cercando di non farsi beccare dal controllore PSV, correndo dal treno, che invece li ha beccati eccome. Ora bisogna rifarsi con la programmazione del tour contro l’Eintracht Francoforte.

Si torna a casa, ma ora bisogna capire se il viaggio on the road lo si vuole completare, oppure no. E per capirlo, bisogna affrontare una tappa ben nota, quella teutonica. E qui, forte dell’esperienza del viaggio precedente di qualche anno fa, ci si immagina che il Napoli abbia raccolto i cocci, e faccia da guida turistica e a portare a spasso i visitatori. Tappa con zero spese, pranzo al sacco e via. Ebbene, risultato ancora una volta striminzito che mette in seria discussione il resto del viaggio. Con l’Eintracht è 0 a 0.

Va quindi capito cosa vuol fare questo Napoli da grande: le parole di mister Conte tuonano come un maestro, che difende la sua classe dall’ambiente esterno. Ma il viaggio europeo sta prendendo i contorni di un Io speriamo che me la cavo, o parafrasando il titolo Io speriamo che passo il turno. Il problema è che il viaggio Europeo, anziché in first class, sembra essere un viaggio di basso profilo e con budget per le attrazioni, musei e quel che sia, ridotti all’osso. L’Eintracht Francoforte da un ulteriore insegnamento a questo viaggio.

Il vero rischio è che si possa fare la fine di Fantozzi «siam stati poco ma benin»”. Si parla tantissimo del doppio (o anche triplo) impegno. Che i ragazzi della classe contiana devono abituarsi a questa prospettiva. Loro lo hanno capito, ma Conte sì? Consultando le prossime tappe del viaggio, non si può più sbagliare. Non è importante la destinazione, ma il viaggio: questo è risaputo. Ma se il viaggio deve essere una tortura – sportiva si intende – allora che si resti a casa.

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