Leadership anticipatoria e comunicazione allusiva: la strategia mentale di Conte
Nella rubrica "La mente in campo", affidata al prof. Alberto Cei, psicologo dello sport e assistente di Arrigo Sacchi ai Mondiali USA ’94, un’analisi della comunicazione di Antonio Conte: una leadership che si esprime tra le righe, capace di motivare, orientare e mettere alla prova tutto l’ambiente
Foto di Clément Bucco-Lechat (licenza Creative Commons)La settimana scorsa Antonio Conte ha più volte fatto riferimento alla crescita del club, alla necessità di assumere una dimensione più “europea” (anche se non lo ha mai detto apertamente). Per ben due volte ha citato lo staff medico e quello fisioterapico, aggiungendo anche: “probabilmente devo crescere anche io per preparare una partita ogni tre giorni”.
Il comportamento comunicativo di Antonio Conte può essere letto come una forma di leadership anticipatoria, in cui l’allenatore non parla solo del presente ma prepara l’ambiente – squadra, società, tifosi – a una certa direzione evolutiva. Psicologicamente, Conte utilizza spesso una comunicazione allusiva per due ragioni: evitare lo scontro diretto con la dirigenza e allo stesso tempo far passare con forza il proprio messaggio.
Conte è un tecnico che costruisce la propria autorevolezza sull’idea di controllo dei dettagli: quando cita lo staff medico o fisioterapico non lo fa mai per caso, ma per ricordare che la performance non dipende solo da lui o dai giocatori, bensì da un sistema complesso in cui ogni anello deve funzionare. È un modo per creare pressione produttiva su tutta la struttura del club, evidenziando impliciti margini di miglioramento senza accusare esplicitamente nessuno.
Quando aggiunge che “deve crescere anche lui”, introduce un elemento chiave: la legittimazione del messaggio attraverso l’autocritica. Psicologicamente è una strategia raffinata: ammettere un proprio limite abbassa le difese altrui e rende più accettabili le critiche velate.
Il suo modo di comunicare è anche una forma di gestione delle aspettative: Conte prepara l’ambiente alla fatica di un percorso che non è solo tecnico, ma culturale e organizzativo. Infine, il suo stile richiama la dinamica tipica dei leader molto esigenti: alternare chiarezza e ambiguità per mantenere alta l’attenzione, motivando ma anche mettendo alla prova la capacità del club di cogliere i suoi messaggi tra le righe.
