La rovesciata di Adorante riporta il calcio alla meraviglia
La green card della settimana va ad Andrea Adorante, che con il suo gol in rovesciata emoziona i tifosi.

Nel calcio appiattito dalla tattica esasperata, dove ogni movimento è previsto, studiato, imbrigliato negli schemi, la rovesciata di Adorante è un lampo che squarcia la notte. Un gesto libero, puro, spontaneo. Un raggio che illumina ciò che la tattica spesso soffoca: l’estro, la personalità, la fantasia.
Estro in volo
Al Penzo, per un istante, il calcio è tornato alla sua essenza: meraviglia. L’acrobazia di Adorante -la sua sospensione perfetta, la plasticità del corpo che disegna un arco nell’aria- arriva dritta al cuore dei tifosi, di chi era sugli spalti e di chi guardava da casa. È un inno alla bellezza che non ha bisogno di parole, perché parla con il linguaggio universale dell’emozione.
Sulle orme dei grandi, da Ronaldo a Batistuta, Adorante, classe 2000, scuola Inter, ricorda a tutti che i giovani italiani ci sono. Esistono, brillano, emozionano. Ma serve il coraggio di farli giocare. Serve una Serie B che non sia soltanto un passaggio, ma un terreno fertile dove crescere, sbagliare, esplodere. E serve una Serie A che sappia accoglierli senza paura, dando loro lo spazio che meritano.
La fantasia ridà vita al calcio
Un gol così non è solo una prodezza: è un messaggio. È la prova che il talento nasce, esiste, scalpita. Basta lasciarlo respirare. Basta smettere di lamentarsi e criticare per iniziare a dare opportunità.
La rovesciata di Adorante non è soltanto un gesto tecnico: è la memoria viva di ciò che rende questo sport unico. È la fantasia che ritorna al centro. È il calcio che torna a essere calcio.
