Turisti, fidatevi: nulla e nessuno raccontano l’Italia meglio della moviole
L'articolo settimanale di Roberto Beccantini esplora come le moviole dei giornali sportivi italiani, attraverso diverse interpretazioni dell'episodio Pavlovic-Romagnoli, riflettano la divisione tra le tifoserie e l'ironia del calcio, con i media che offrono valutazioni contrastanti sull'arbitraggio.
Mucchio di giornali
Ai turisti che visitano l’Italia, attratti dalle sue bellezze artistiche e culinarie, suggerisco, per comprenderla sino in fondo, di buttare un occhio sulle moviole dei giornali sportivi. A patto che il tour coincida con una partita di cartello, e la partita di cartello con un fiammifero capace di averne incendiato la trama o l’epilogo. Non capita sempre, lo so. Ma se capita, fidatevi: non fatevelo scappare.
Ecco: pensate a una frotta di giapponesi in gita a piazza Duomo, raggiunti dall’eco che uno degli assistenti di Milan-Lazio sarebbe stato niente meno che un connazionale: Daisuke Emanuele Yoshikawa, papà di Osaka e moglie italiana. Todos a San Siro, naturalmente, per rendergli omaggio. Immaginate inoltre che – preso atto del risultato: 1-0, firmato Rafa Leao – la più petulante della comitiva desiderasse approfondire il chiasso scatenato dal gomito di Strahinja Pavlovic. E, per questo, si fiondasse in edicola.
Essendoci in ballo una squadra di Milano e una di Roma, miss Butterfly (chiamiamola così) si fa tradurre «La Gazzetta dello Sport» e il «Corriere dello Sport-Stadio». E, su dritta del capo-branco, quello con la paletta che di solito indica la rotta, arriva alle pagine del «clamoroso al Meazza». Noblesse oblige, precedenza alla testimonianza della «Rosea».
Per la cronaca, l’arbitro era Giuseppe Collu di Cagliari. La «Gazza», dunque. Voto, 6. La moviola la firma Matteo Dalla Vite. Titolo: «Pavlovic-braccio non è punibile». Spiegazione: «Al 50’ st Marusic trattiene Pavlovic che a sua volta cintura il laziale. Il pallone calciato da Romagnoli da distanza ravvicinata impatta il gomito largo (ma senza movimento extra) del milanista. Interviene il Var (bastava un check): l’arto fuori figura viene definito “figlio” del fallo del laziale. Non da rigore, comunque».
Chiaro? Linea alla Capitale, alla revisione del «Corsport». Voto allo sceriffo, 4,5. Titolo: «L’errore di Collu: Pavlovic trattiene Marusic per primo». Sigla, «p.i.». Vamos: «Romagnoli conclude a rete ai limiti dell’area piccola, Pavlovic colpisce la palla col braccio, la Lazio chiede a gran voce un calcio di rigore. Collu inizialmente lascia giocare, poi viene richiamato dal Var: si prende tutto il tempo necessario, poi decide di non assegnare il penalty spiegando a tutta San Siro che il braccio è sì fuori figura, ma fischia fallo in attacco per una trattenuta di Marusic. E’ pur vero che entrambi si trattengono, ma l’abbraccio iniziale con blocco incorporato è del difensore rossonero. Altro dubbio sulla decisione finale: la distanza del tiro di Romagnoli è ravvicinata dal braccio, ma era un tiro da pochi metri verso lo specchio della porta».
Ricapitolando, senza indizi a carico del guardalinee samurai: sufficienza per il quotidiano milanese; insufficienza per il giornale romano. E allora? Parola a un giudice «terzo»: Pietro Mazzara di «Tuttosport», Torino. Nel dettaglio: «Collu 7. Bravo nel finale di partita, sull’episodio del potenziale rigore per la Lazio, a scorgere il fallo commesso prima da Pavlovic».
«Un bel dì, vedremo levarsi un fil di fumo». Un filo?
