Un invito per mister Conte (e per i giornalisti)
Per la rubrica "Frattaglie - Il pallone visto dal lato storto" Vincenzo Imperatore fa un invito assai speciale a Mister Antonio Conte.
Credit Photo profile facebook SSC NapoliNel Metodo Conte, così come lo racconta Alessandro Alciato nell’omonimo libro, c’è stato anche un tempo per le lezioni ai giornalisti. Sì, proprio così: appena arrivato in Nazionale, Conte convocò la stampa a Coverciano, prese pennarello e lavagna e trasformò l’aula magna in una vera e propria classe.
Spiegazioni tattiche, schemi, concetti chiari e persino interrogazioni: chi non capiva, non poteva più nascondersi dietro al solito luogo comune. Chi non aveva capito, non poteva più lamentarsi: “colpa vostra, non avete studiato”. Un piccolo capolavoro di pedagogia calcistica.
Un’iniziativa geniale, perché per una volta i giornalisti non potevano cavarsela con il solito “gioca col 3-5-2 difensivo” detto a casaccio: dovevano ascoltare, imparare e magari anche capire la differenza tra un centrocampo a tre e un centrocampo a cinque (che non è proprio la stessa cosa, anche se a volte nelle pagelle sembra).
E allora, caro mister Conte, perché non ripetere quell’esperienza anche oggi, qui a Napoli? Non per i tifosi – che il calcio lo vivono più con la pancia che con la lavagna – ma proprio per gli addetti ai lavori che ogni settimana devono distribuire voti e giudizi. Perché leggere “prestazione anonima” accanto al nome di uno che ha corso quindici chilometri o “fuori posizione” riferito a chi ha eseguito fedelmente i suoi compiti, fa sorridere (amaro).
Un ripasso collettivo non farebbe male: se vale per gli studenti e per i calciatori, può valere anche per chi scrive.
E magari, alla fine, ne guadagnerebbero pure quelle famigerate pagelle, ormai diventate un rito svuotato di senso. Una volta erano attese, discusse, contestate. Oggi invece sembrano diventate un esercizio meccanico, un copia-incolla senza un pensiero critico alternativo. Tutti dicono le stesse cose, tutti danno gli stessi voti. L’impressione è che non si scrivano più giudizi, ma si compili una griglia già pronta, da riempire senza fatica.
Ecco perché leggo solo quelle di alcuni (non mi chiedete i nomi) giornalisti (anche se antipatici) o di blogger coraggiosi (e simpatici).
