Diego Armando Maradona e quella traiettoria impossibile
Il ricordo della punizione di Diego Armando Maradona contro la Juventus, una traiettoria impossibile disegnata dal genio argentino. Il racconto di Michele Pansini
Frame della punizione Napoli - JuveIl numero 10 che portava sulla schiena quel pomeriggio del novembre dell’85 era per metà sporcato dal fango, ma quella maglia appesantita dalla pioggia stava per regalare ad uno stadio coperto da ombrelli che puntavano verso un cielo carico di nuvole dense, l’ennesimo miracolo di cuoio.
Il terreno di gioco, solo Dio e gli oltre 80.000 del San Paolo lo sanno davvero, era pesante come un campo da arare e ogni minuto che passava diventava sempre più difficile costruire trame di gioco. Mancavano una ventina di minuti alla fine della partita e Maradona era ad un paio di metri dalla linea di centrocampo; il pallone, che amava il pibe de oro quanto lui amava qualsiasi cosa che potesse essere oggetto di palleggio, si trovava, come sempre, vicino a lui; Diego lo accarezzò dolcemente una prima volta , alzò la testa e con quel sinistro, che anche quel giorno fu presagio e delizia, fece partire una parabola di 40 metri che cessò morbida la sua corsa nell’area bianconera; si posò sul destro dell’altro argentino della squadra, Daniel Bertoni, che dopo averlo addomesticato, tentò di portarselo sull’altro piede per provare a battere a rete…
Gaetano, il mio Gaetano, il libero gentiluomo che se oggi fosse ancora qui con noi, come scrive il Magister Darwin Pastorin, insegnerebbe ai ragazzi non solo il rispetto, ma come riportare il pallone alla magia e alla bellezza di un tempo, intervenne prima che la sfera toccò terra, ma inavvertitamente colpì il 7 azzurro sul volto: gioco pericolo e punizione a due in area bianconera. Scirea accettò la decisione e si limitò a premurarsi che l’avversario non si fosse fatto male, ma Cabrini, uno degli altri eroi dell’82, protestò con l’arbitro, quasi come se avesse in qualche modo avvertito cosa da lì a poco sarebbe successo.
Lo stadio all’improvviso si trasformò in un Teatro e il campo divenne il più grande palcoscenico all’aperto del mondo, dove il prato, come in un sogno, si sostituì in un attimo alle tavole e ai chiodi… il protagonista, che fino a pochi secondi prima si trovava dall’altra parte del campo, stava per arrivare e quella curva gremita di speranze aveva occhi solo per lui…
Diego arrivò sul punto di battuta: circa 11 metri dalla porta, più o meno la stessa distanza di un calcio di rigore, ma parecchio defilato alla sinistra del portiere e con la barriera, composta da cinque uomini, a pochi metri da lui. Non c’è spazio, Diego, gli ripetevano suoi compagni, ma lui aveva già visto l’angolo e come un bambino che crede nei sogni e vive di fantasia aveva già disegnato nella sua testa, come fosse uno scarabocchio su di un foglio strappato da un quaderno, quella traiettoria impossibile; chiese a Pecci di toccargliela appena, poco poco, giusto lo spazio per innescare il suo sinistro.
In barriera c’era anche Platinì, uno che quelle magie al limite dell’area le sapeva fare come pochi al mondo, ma quando il pallone superò la testa di Scirea, anche lui capì cosa stava per succedere; Tacconi tra i pali provò a volare come un angelo, ma ciò che si infilò in rete non era più un pallone, ma una promessa di felicità inarrestabile per un portiere. La pioggia che cadeva dal cielo nel momento esatto in cui la sfera fatata superò il numero uno bianconero si trasformò in pianto, in lacrime di gioia che avvolsero, come un arcobaleno, il prato e il cielo del San Paolo.
Sono Passati quasi quarant’anni da quel momento e oggi Diego avrebbe compiuto 65 anni…
Diego Maradona è stato, in mezzo ad altri giganti, il più grande calciatore di tutti i tempi, ma per Napoli non è stato solo l’anima e il talento di una stagione straordinaria di vittorie; è stato molto di più: ha donato senza riserve, come e più di un santo, la sua immagine alla città e ad ognuno. Non c’è strada, vicolo, saracinesca, giardino, portone, muro, marciapiede, tiranti per stendere i panni di Napoli senza il suo viso, il suo sorriso o solo il profilo che lo ricordi.
Maradona, al di là delle sue umane debolezze, ha alimentato emozioni interminabili, indimenticabili e infinite e che resteranno per sempre… Buon Compleanno, Diego!
