Manfredi: “Ero juventino, festeggiamenti? Conteniamoci”

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha rilasciato una lunga intervista parlando sia di calcio che dello scudetto degli azzurri.

Articolo di Redazione SDS20/03/2023

Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Fatto Quotidiano. Temi caldi e analizzati a fondo sono stati anche quelli legati alla vittoria dello scudetto da parte dei ragazzi di Spalletti e all’organizzazione della festa. Le parole del sindaco:

Il sindaco di Napoli teme lo scudetto? Ma che dice? Lo scudetto è la grande catarsi. Una città abituata ad inseguire e a difendersi ora primeggia, troneggia e soprattutto dà lezioni di gioco, di stile, e anche di talento gestionale. Kvaratskhelia, Kim da dove li abbiamo presi?”. 

Paura per atti vandalici? “Sono impaurito dal fatto che la gioia si trasformi in corrida e la corrida in oltraggio ai nostri monumenti. Perciò ho invocato la sospensione delle attività di colorazione. I monumenti, le statue, le fontane lasciamole al loro marmo, alla loro bellezza“.

Sempre se la gioia per lo scudetto non sfascerà Napoli: “I napoletani sono attenti e sanno che i monumenti sono ricchezza per tutti. La gioia si può esprimere in tanti modi. Propongo di fare installazioni creative, artistiche, striscioni ovunque. Dobbiamo ingaggiare una battaglia per la creatività“.

Manfredi è per sua stessa ammissione juventino: “Premetto di essere stato sempre tifoso moderato. Vivendo a Nola, città appena fuori Napoli, sostenevo quella squadra che aveva i colori bianconeri, da qui un trasferimento di simpatia. Ma niente più“.

Rivendica una partecipazione scaramantica allo scudetto che il Napoli sta per appuntarsi al petto: “Ogni domenica mi trova allo stadio e, senza voler fare il gradasso, la squadra vola. Siamo scaramantici e quindi faccia lei il conto“.

Lei teme che Napoli sia sempre un po’ alticcia, troppo esagerata nelle emozioni: Io temo il fuoco d’artificio perché ti fa sognare ma un attimo dopo scompare. Non voglio assistere a quelle gioie esagerate che esondano poi nella volgarità e soprattutto sono regine dell’effimero“.