Il weekend a Montreal: La Mercedes vola, Ferrari e McLaren affondano

L’ultimo weekend per il mondo delle corse è stato ricco di particolari inaspettati. Gli appassionati sono stati incollati davanti agli schermi per poter assistere alla 24h di Le Mans disputata sul Circuit de la Sarthe e al gran premio di F1 del Canada che tenutosi come di consueto sul circuito Gilles Villeneuve. Due tipologie di […]

Circuito di Montreal
Articolo di Fabio Marino27/06/2025

L’ultimo weekend per il mondo delle corse è stato ricco di particolari inaspettati.

Gli appassionati sono stati incollati davanti agli schermi per poter assistere alla 24h di Le Mans disputata sul Circuit de la Sarthe e al gran premio di F1 del Canada che tenutosi come di consueto sul circuito Gilles Villeneuve. Due tipologie di gare diverse piene di colpi di scena e di spettacolo che hanno accontentato tutti i palati del motorsport: quelli che adorano gli eventi endurance e quelli che adorano le competizioni sprint.

Pur amando le gare di lunga durata, commenteremo solo ciò che accaduto nella decima tappa del mondiale di Formula 1.

La protagonista della giornata è stata sicuramente la Mercedes che ha ottenuto la vittoria iridata con George Russell e uno splendido terzo posto con Kimi Antonelli. Questo risultato ha evidenziato lo stato di forma e di crescita del team anglo-tedesco, una prestazione che ha messo tutti d’accordo, tifosi e non, soprattutto alla luce del fatto che la vettura avrebbe potuto soffrire di graining per tutta la giornata di domenica, cosa che non è accaduta. Inoltre il pilota l’italiano con questo suo primo podio, avuto a soli 19 anni, ha messo a tacere chi aveva ancora dubbi sul suo talento. Quel vecchio volpone di Toto Wolf è stato tanto lungimirante quanto coraggioso a metterlo su un’auto di F1 competitiva  a differenza del team di Maranello che non ha mai valorizzato i piloti nostrani.

Al secondo posto sul podio è salito Max Verstappen, su Red Bull che, come al solito, ci ha messo del, dominando un missile mangia gomme, e grazie alle sue capacità di guida e a una strategia pazza è riuscito ancora una volta a mettersi in evidenza.

Le scuderie Ferrari e McLaren hanno subito significativi svantaggi a seguito della nuova direttiva sullo skid, introdotta a Montreal, che ha imposto ai costruttori di alzare le vetture. In precedenza, veniva controllato solo lo spessore del fondopiatto in altezza; ora, con questa nuova regola, viene verificato anche il volume dello stesso. Con un’altezza maggiore, l’auto ha meno effetto suolo e perde carico aerodinamico.

I piloti hanno testato diversi setup, ma gli errori commessi sopratutto dal team Papaya nell’affrontare l’ultima chicane durante le prove libere di venerdì e sabato non erano dovuti a errori di guida, quanto piuttosto a una gestione troppo aggressiva per compensare le défaillance dei propri veicoli. Inoltre, è probabile che anche l’incidente di Leclerc sia stato causato da una guida oltre il limite.

Ma se gli sbagli e gli incidenti vengono perdonati durante le prime giornate, in gara diventano situazioni irreparabili e per alcuni versi anche imbarazzanti. Ma andiamo con ordine.

Il team di Woking se vuole vincere i due titoli mondiali deve assolutamente assegnare una prima e una seconda guida con delle gerarchie precise, altrimenti ogni gara sarà al cardiopalma. Lando Norris nel tentativo di superare il proprio compagno, a pochi giri dalla conclusione, è stato protagonista di un fuoripista sul rettilineo principale che poteva coinvolgere anche Piastri. Non capiamo perché il team principal Andrea Stella permette questa anarchia in pista.

Fortunatamente, non ci sono stati incidenti per Ferrari, ma ci sono miglioramenti da fare. Nonostante i problemi alla macchina n.44, Lewis Hamilton ha finito nuovamente dietro a Leclerc. Ci si chiede quando arriveranno aggiornamenti alla vettura per aiutarlo.

Di questo si dovrebbero interessare gli ingegneri di Maranello, che sono molto professionali nel vedere i numeri e nel programmare lo sviluppo, ma devono diventare più bravi nella gestione della gara. Infatti per le loro convinzioni hanno probabilmente danneggiato la corsa del pilota monegasco che si è dovuto accontentare di un quinto posto, mentre più di una volta per radio esprimeva il desiderio di provare qualcosa di diverso. Ma Non abbiamo elementi sufficienti per giudicare le scelte del team, anche se quando non c’è niente di serio in ballo, si potrebbe ascoltare di più l’istinto di chi guida.

Il prossimo appuntamento è il 29 giugno, sul Red Bull Ring, in Austria. Lì vedremo se le carte sono state mescolate, o se chi ha dominato nelle prime gare, tornerà in vetta.