Afghan Woman United: la vera vittoria è la libertà
La vera vittoria per le atlete della nazionale femminile Afghana è la riconquista della libertà e dei diritti , risultato che va oltre ogni risultato sportivo
nazionale afghana
La rappresentativa Afghan Woman United ha esordito domenica scorsa a Berrechid in Marocco nella manifestazione Fifa Unites: Women’s Series perdendo contro il Ciad, ma in questo caso il risultato sportivo è relativo, perché la vera vittoria sono la libertà e i diritti riconquistati da queste ragazze. Si tratta infatti di 23 calciatrici rifugiate afghane in vari Paesi: Australia, Regno Unito, Portogallo, Italia, ognuna con un vissuto diverso, ma tutte in fuga da un regime fortemente discriminante, che vieta alle donne i più elementari diritti.
Dagli Emirati al Marocco, un cambio non solo geografico
Il quadrangolare a cui partecipano anche Libia e Tunisia si sarebbe dovuto svolgere a Dubai, ma la Fifa ha revocato agli Emirati Arabi Uniti l’organizzazione del torneo perché non sono stati concessi i visti d’ingresso proprio alla squadra afghana, dati i rapporti stretti con il regime dei Talebani. Da qui il cambiamento della sede della manifestazione, che non è solo geografico ma molto di più, è infatti sintomatico di una rottura necessaria con chi nega i diritti e un segnale di speranza per il presente e per il futuro dei diritti delle donne nella vita come nello sport.
Libertà, diritti e inclusione valgono più di qualsiasi trofeo
Qualunque sia il risultato finale del torneo che terminerà sabato prossimo, quello che è più importante per queste atlete è aver goduto della libertà di partecipare ad una competizione sportiva internazionale ed esserci riuscite nonostante la loro storia difficile e drammatica che le ha portate a vivere da rifugiate, nonostante le discriminazioni e nonostante le difficoltà che continuamente sorgono nel loro cammino verso l’affermazione dei propri diritti, non ultime le difficoltà nell’ottenere i visti che hanno costretto l’organizzazione ad un cambio di sede. In questo caso la FIFA ha proposto una funzione inclusiva e non discriminante dello sport, dimostrando che là dove non arriva la politica può e deve arrivare lo sport!
