Quanto ci scoccia la Nazionale che interrompe il campionato
"Frattaglie – Il pallone visto dal lato storto", la rubrica dissacrante e appassionata in cui Vincenzo Imperatore racconta il calcio con osservazioni sparse, provocazioni e lo sguardo libero del tifoso, questa settimana analizza il patriottismo (a corrente alternata) degli italiani in occasione delle partite della nazionale

Vorrei misurare il patriottismo degli italiani in base all’indice di gradimento delle partite di qualificazione ai Mondiali della Nazionale. Non le fasi finali, quelle sono un’altra storia: lì tutti si pitturano la faccia, tirano fuori la bandiera dal balcone e cantano l’inno come se l’avessero scritto loro. No, parlo delle qualificazioni, quelle partite giocate il venerdì sera contro la Lituania o il lunedì contro il Kazakistan, che interrompono i campionati e ci lasciano orfani del nostro vero amore: la squadra del cuore.
Ecco, in quei giorni il patriottismo sparisce. I bar si svuotano, le chat dei tifosi restano silenziose, e la Nazionale si guarda solo per noia, come un vecchio film già visto. Appena tocca guardare una Italia–Moldavia di qualificazione, la fiacca ci assale e scatta la domanda più sincera: “Ma quando ricomincia il campionato?”
È una demagogia ipocrita, lo ammettiamo con disincanto. Ci scopriamo “italiani veri” solo quando c’è un trofeo in vista, quando si può sventolare il tricolore e abbracciare perfino il vicino juventino (che in tempi normali non saluteremmo neppure).
Forse il problema è antropologico: siamo ancora l’Italia dei Comuni, dei campanili e delle rivalità di quartiere. Uniti solo contro un nemico comune — ma appena cala l’adrenalina, torniamo ciascuno nella nostra città-Stato, a difendere il colore della maglia come fosse un confine politico.
E così, tra una Estonia–Italia e un’Italia–Israele, il patriottismo resta un optional. Ci sentiamo italiani solo quando vinciamo, altrimenti meglio tornare a discutere del fuorigioco di domenica scorsa.
Un popolo di tifosi, più che di patrioti: fedeli alle nostre bandiere, sì, ma quelle della curva.