Il privilegio della lentezza

La responsabilità di un direttore di una rivista di letteratura sportiva è custodire il senso del racconto. Il privilegio della lentezza è la scelta di fermarsi, ascoltare e restituire allo sport la sua anima.

Articolo di Vincenzo Imperatore25/10/2025

Dirigere Sport del Sud è un privilegio raro. In un tempo in cui tutto corre — le notizie, i giudizi, persino le emozioni — noi abbiamo scelto di fermarci. Di ascoltare. Di raccontare.
Perché il nostro non è un giornale di cronaca sportiva, ma di letteratura sportiva: un luogo dove il calcio torna ad essere racconto, memoria, poesia popolare, senza bisogno di urlare.

Siamo una redazione che crede nella parola scritta come gesto di cura. Non inseguiremo il “click”, non ci piegheremo alla dittatura dell’algoritmo, non staremo dietro i tempi del “chi arriva primo”, non misureremo la qualità di un pensiero in base ai like.
L’editore ha fatto una scelta coraggiosa e rara: ha tolto perfino quella pubblicità invadente che interrompe la lettura. Un atto di rispetto verso il lettore, e verso la bellezza del silenzio tra le righe.

Sport del Sud è un giornale di nicchia, e ne andiamo fieri. Ma non è una nicchia di pochi: è una nicchia di lettori curiosi e profondi, quelli che non si accontentano del risultato, ma vogliono capire, sentire, ricordare. Lettori che cercano storie vere, quelle che nascono nei vicoli, negli spogliatoi polverosi, nei sogni dei ragazzi che vedono nel pallone una possibilità di riscatto e identità. Ma anche quelle dei campioni dimenticati, delle squadre minori che hanno lasciato tracce indelebili nella memoria di un quartiere, delle sconfitte che hanno più dignità di tante vittorie.
Sono lettori che amano la lentezza di un racconto ben scritto più della frenesia di un titolo urlato, che si lasciano catturare da un’analisi, da un’inchiesta, da un ricordo capace di riaccendere emozioni sopite. Perché la letteratura sportiva è questo: la capacità di raccontare i fatti con la stessa intensità con cui si raccontano i sentimenti.

Raccontiamo lo sport come si racconta la vita: con lentezza, con empatia, con la consapevolezza che ogni gara è solo il riflesso di qualcosa di più profondo — la condizione umana, le nostre fragilità, la nostra ostinata voglia di rialzarci.

Sport del Sud Fest (domani ore 18 alle catacombe di San Gennaro) non è solo la presentazione di un giornale. È una dichiarazione d’amore per la parola, per il Sud, per il diritto di raccontare le cose bene, senza fretta.
Perché anche nel rumore del mondo, c’è ancora spazio per chi sceglie di leggere per emozionarsi.

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