Una passeggiata a Lecce cantando De Gregori

Nelle “Ciociole di calcio” di Giancarlo Moscato, tra gli spettri di Halloween alla fine non troppo seri, i condottieri di Conte tengono a bada un Lecce baluardo, ma che non riesce a sconfiggere l'orda azzurra

maglia indossata in Lecce napoli - credit instagram officialsscnapolimaglia indossata in Lecce napoli - credit instagram officialsscnapoli
Articolo di Giancarlo Moscato29/10/2025

In una terra baciata dal sole e dal mare, la lupa giallorossa di Lecce ha dovuto ridestarsi dal suo riposo al di sotto del suo albero, il leccio appunto, per proteggere il suo fiero barocco, dal ciuccio partenopeo. Ripercorrendo la Basentana, seppur zoppo e affannato, il ciuccio, ostinato com’è, si presenta nella terra del vento con fierezza e ambizione. Lecce – Napoli si presenta così: due squadre che necessitano di far rispettare i propri valori.

Le aspettative di un singolar tenzone sportivo sembrano esserci tutte: il classico Davide contro Golia, che nella fattispecie è forte dell’ultimo duello vinto al San Paolo/Maradona,  rappresentano in questo momento storico, l’alfa e l’omega dell’espressione calcistica meridionale. Il contorno però è da brividi: il tema dello scontro – calcistico si intende – è Halloween. Le squadre tendevano a nascondersi pronte ad affondare il colpo sulla preda, che puntualmente si incammina verso il sentiero proibito del gol/salvezza, come ogni film dell’orrore consiglia.

Trame horror a Lecce: un martedì di paura

Tra le vive ombre dello spogliatoio, giallorosso indemoniato, accompagnate da un vento gelido degno dei migliori film di Carpenter, i partenopei non sono da meno presentandosi con una divisa spettrale per l’occasione. Una divisa strana e particolare, che spunta dal sottosuolo degli spogliatoi, alla stregua del miglior protagonista di Stranger Things.

Il campo è disseminato da fittissime ragnatele di passaggi in cui i calciatori di entrambe le formazioni sembrano perdersi. Ma ecco che lo spannung del film si palesa sui piedi del personaggio più giovane della pellicola. Freddy Krueger Camarda avrebbe tutte le carte in regola per poter presentare il peggior incubo – Nightmare appunto – alla compagine di Mister Conte, calciando un rigore, più forzato del pranzo domenicale dalla suocera. Ma seppur facendo i conti col suo ammirevole coraggio, il giovane attaccante del Lecce si rende fin troppo presto conto di aver di fronte Lurch della famiglia Addams, versione barbuta. Rigore parato, e mostri scacciati.

Risuonano, all’interno dell’arena Leccese, parole dolci mentre si consuma lo spavento sventato per i napoletani, e l’inizio del baratro per i salentini: Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Il coraggio va sicuramente premiato, come ogni miglior condottiero merita. E da lì la trama cambia drasticamente. Gli eroi napoletani, protetti da uno scudo tricolore, hanno nel suo miglior baluardo il principe Camerunense Anguissa, che ormai ha più statuette di MVP, di quante ne abbia Gino Maringola nel suo negozio di santi in Così parlò Bellavista. Talmente in hipe che zittisce anche il suo condottiero che guida la legione, salentino di nascita tra l’altro.

E sono stati tanti i santi evocati, tanti dai caduti che si palesano ogni giornata passata, tanto che l’infermeria del Napoli è piena come una pizzeria il sabato sera. Nemmeno il tempo di scuotersi per l’infortunio del condottiero Belga, ci si rassegna scomodando Ennio Flaiano, in casa Napoli “la situazione è grave ma non è seria”. Scivola poi così, dolcemente, il classico pappice che spertosa la LecceNucella, con calma ma con decisione.

Tanto che alla fine, lo spavento di un film di Halloween in quel di Lecce, si trasforma più in uno Scary Movie, con i partenopei ad urlare “Bellaaaa!” per il risultato finale, e i Leccesi che restano senza energie, come un Dracula di Bram Stoker: inquietante sì, ma alla fine colpito al cuore con un solo, unico, palo di frassino, conficcato nella loro rete.

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