“Supporters in Campo” ad Arezzo l’incontro dedicato ai sognatori del pallone

Arezzo ospita l’incontro annuale di Supporters in Campo: quando il calcio torna ad essere della gente

Credit photo by Supporter In Campo
Articolo di Pietro Pesce29/10/2025

Nel weekend del 25-26 ottobre, ospiti dei tifosi aretini di Orgoglio Amaranto, si è svolto ad Arezzo l’incontro annuale di “Supporters in Campo”, una due-giorni di dibattito e confronto tra i componenti della rete, composta da gruppi di tifosi di squadre di calcio italiane che hanno, o si preparano ad avere in futuro, una partecipazione attiva all’interno delle loro società. Tutti i partecipanti erano accomunati da un unico grande obiettivo: mantenere sveglio un sogno chiamato “calcio”.

Entrambe le giornate sono state vissute all’interno dello stadio cittadino: quale migliore occasione, per un tifoso, di confrontarsi in uno spazio “familiare”, vivendo un po’ quella sensazione di “sentirsi a casa”. Inoltre, è stata anche un modo per conoscere e vivere la storia del calcio ad Arezzo, ammirando i trofei, i cimeli e, soprattutto, le maglie storiche della squadra toscana.

Questi incontri hanno fornito l’opportunità di stabilire un confronto ed un dialogo tra realtà che, sebbene possano apparire diverse e lontane tra loro per storia, dimensioni, problematiche, sono strette ed unite da un’unica e forte visione: porre la passione sportiva al servizio del bene comune, costruendo legami sociali solidi e duraturi, con l’obiettivo di migliorare le proprie comunità.

Fra i vari relatori, cui abbiamo avuto l’onore di presenziare con Massimiliano Armenante (consigliere SinC e del Cava United), spiccavano, infatti, il “Millenovecentoquattro – Siena”, il “St. Ambroeus FC” di Milano, nato nel 2018 e caratterizzato da un contesto con profondo background migratorio, e la giovanissima realtà della Società Cooperativa Calcio Messina.

Tra le differenti peculiarità locali, nazionali ed europee, è emersa l’esigenza unitaria di dare risalto al ruolo dei tifosi che, essendo la vera anima del calcio, dovranno essere parte attiva e principale nel processo di mantenimento, crescita e sviluppo sia del proprio club di appartenenza sia della comunità. Come un cuore pulsante, i tifosi dovranno tenere viva la passione per il calcio anche mediante la realizzazione di attività e progetti con le realtà locali del terzo settore, con le scuole, con le parrocchie e, in generale, con le forme associative del territorio.

Tanta fatica meritava, alla fine della prima giornata, una cena comunitaria, ospitata in un locale affidato all’associazione Orgoglio Amaranto dalla società, ubicato sotto la gradinata della curva che ospita il tifo organizzato.

Come ci ha raccontato Massimiliano, il poter vivere pienamente lo stadio per l’intero arco della giornata è stato assolutamente appassionante. In ogni stadio dovrebbe essere presente uno spazio esclusivo, gestito in autonomia dalla tifoseria e per la tifoseria, dipinto ed addobbato con i propri colori, intrisi di racconti, aneddoti e ricordi da pelle d’oca, tirati su con l’impegno e il sacrificio di tutti. Un luogo in cui, attraverso l’aggregazione, il confronto e la condivisione di pareri, idee, emozioni e passione, si possa realizzare la cittadinanza attiva e gettare le basi per il futuro non solo della propria fede calcistica ma dell’intera comunità cittadina.

Affido la conclusione al pensiero del nostro amico e socio Gabriele Siani, anch’egli presente ad Arezzo, che racchiude, meglio di mille parole, il nostro “sogno” di calcio: 

Caro pallone, te l’avevamo promesso nelle lunghe e calde estati, dove siamo stati noi almeno per una volta Totti, Del Piero o Baggio; te l’avevamo promesso anche in quello stradone sterrato, dove a fare da pali delle porte c’erano due alberi; te l’avevamo promesso quando sei finito tra i rovi o sotto le auto e l’unico modo per recuperarti era aiutandoci, sdraiati, con una gamba. 

Poi siamo cresciuti. Le nostre giornate non sono state più unicamente dedicate a te, dovevamo occuparci delle “cose da grandi”, ma te l’avevamo promesso. 

Proprio come da piccoli, quando la mamma, gridando dal balcone “sali che è pronto!”, ti riportava coi piedi per terra, sapevi che in fondo c’era ancora domani. 

Te l’avevamo promesso. 

Ai sognatori.

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