Luci al San Paolo: “Conte, è quasi magia”

Nelle “Ciociole di calcio” di Giancarlo Moscato, le luci al San Paolo si riaccendono per un Napoli che ritrova anima e orgoglio: Conte, tra invenzioni da mago e ferite d’amore, doma l’Inter ma sa che la guarigione è ancora lontana

Articolo di Giancarlo Moscato26/10/2025

Ci vediamo sabato pomeriggio, alle 18, e ne parliamo”. Suona quasi come una minaccia, quando litighi con la tua ragazza, magari in terra olandese durante la settimana, e vi date appuntamento al weekend per discuterne. Amaramente, per mettere una pietra sopra e perché no, mettere delle basi e far valere le proprie ragioni. Questo è il sentimento che è serpeggiato nei vicoli di Napoli, nei confronti della propria squadra e di Mister Conte, mentre si arrivava alla sfida contro il suo passato, contro l’Inter.

E seppur le premesse non siano le migliori, ti presenti all’appuntamento forte dell’amore che provi, ma hai qualche defezione. In questo caso si chiamano “assenza in ogni reparto”, a partire dal portiere, quello nei pali della squadra, fino ad arrivare anche al portiere del palazzo dove vive il buon Starace. Insomma, ci sono tantissimi problemi ma ne vuoi parlare. Il tavolo è il passato: Conte giocava contro il suo, sottolineando quanto di bene ha fatto, ma come si sa, quando si parla degli ex, c’è sempre quella punta di veleno e del “poteva essere, ma non è stato”. L’avversario, quindi, è di quelli difficili, e l’allenatore adottato napoletano, deve ormai prendere il coniglio dal cilindro. Il tutto condito da “la grande occasione, la grande occasione!”, per dirla alla Lino Banfi in Pompieri, dopo il pareggio della capolista Milan. E da bravo pompiere, Conte deve spegnere il fuoco delle polemiche.

E allora ti siedi, sul divano, sui gradoni, sulle scale o sul seggiolino, e attendi lo svolgere del prossimo episodio. Riuscirà il nostro eroe a salvare il mondo ancora una volta? Bisogna scomodare Cristina D’Avena stasera: ebbene sì, Antonio Conte ne ha inventata una delle sue. Neres falso 9, a spaziare liberamente tra le linee interiste più ingolfate di Via Montenapoleone alle 17 del 22 dicembre. “Conte, è quasi magia!” La formula funzione: eureka! Nemmeno il tempo di capire cosa stia accadendo, che la compagine azzurra è in vantaggio.

Amaro, vantaggio amarissimo: il gioiello venuto dal Belgio calcia e si infortuna. Si, abbiamo fatto gol: ma a che prezzo? Suona un po’ come: “non è tanto il freddo, ma è l’umidità!” E dopo quel gol, infatti, il Napoli si trova inumidito nell’anima, e subisce la pressione nerazzurra. E nemmeno un colpo di ciglia, che McTominay, L’amico ritrovato alla Fred Uhlman, scaraventa i pensieri di tutti in rete. È il bacio che ti fa fare pace, che mette la fine sul litigio con la persona che ami. Ma nemmeno il tempo di parlare, che l’Inter, legittimando quello che ha fatto nel primo tempo, la butta dentro.

Ma l’amore è forte, e tra una parola di conforto Spinazzolesca (gira voce che stiano scoprendo un mezzo busto in Piazza Municipio a Napoli) e un AbbraccioAnguissa, al quale chiederesti di prepararti anche il pranzo la domenica mattina, il Napoli la sfanga: 3 – 1, non ce n’è per nessuno! Direbbe il buon Bruno Pizzul. Ma bisogna severamente leggere il foglietto illustrativo: questa pillola, che vale tre punti, abbassa la febbre partenopea, ma non fa guarire completamente il malato. L’Eduardiana nuttata, ancora non è passata. Guai a pensare che sia passato il malanno. Ed è qui che si vedono le grandi squadre.

E il buon Aurelio De Laurentiis, avrebbe scomodato volentieri Dino Risi, mettendo in scena in quel di Fuorigrotta “Il Sorpasso”. Voluto, cercato e ottenuto, proprio a discapito delle due milanesi. E una volta tanto le famose Luci a San Siro, si spostano al San Paolo. Perché così lo chiamano ancora i nostalgici del pallone: torce accese, al grido, ancora, di Pedro Pedro Pedro…absolute cinema!

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