Faouzi Ghoulam non meritava questo destino
Dall'essere tra i migliori terzini d'Europa al vortice infinito di infortuni: di Faouzi Ghoulam rimangono rimpianti che non avrebbe meritato.

© “FAOUZI GHOULAM” – FOTO MOSCA
Chissà cosa pensano i calciatori quando scendono in campo. Non ci riferiamo agli attimi della partita, ma a tutti gli istanti che la precedono. Quelli in cui sei solo con te stesso. Chissà se nel percorso che va dagli spogliatoi al cerchio di centrocampo ripercorrono gli highlights della propria vita e realizzano che quel sogno d’infanzia è realtà. E durante la musichetta della Champions? Su quelle note interminabili ci sarà sicuramente spazio per uno sguardo introspettivo.
Chissà cosa si prova ad essere tra i migliori d’Europa. Sentire i tifosi parlarne, leggere il tuo nome sui giornali accanto a quello di squadre leggendarie e ascoltare di cifre da capogiro. Al di là degli scontati “non ci penso, resto concentrato” di rito, qualcosa nella testa deve smuoversi per forza. È inevitabile.
Quale tempesta si scatena nella tua mente se sul più bello qualcosa va storto? Un trasferimento sbagliato o, peggio ancora, un grave infortunio. Deve essere veramente dura rialzarsi, reagire. Basta un istante per far svanire quel sogno e riportarti con i piedi sulla terra. D’improvviso, sotto di te non c’è il solito prato verde su cui sei abituato a correre, ma una barella che ti sorregge e ti trasporta fino all’ospedale. Poi un lettino in una stanza vuota, che per giorni diventa casa tua. Possiamo solo immaginare che quella sia la fase più delicata, dove nel cervello si attanagliano pensieri contrastanti. In un attimo sei pronto a combattere, nell’attimo seguente sei già sconfitto. E adesso sì che ripercorri la tua storia. Da zero a cento. Poi uno schianto. Sei di nuovo a zero.
Faouzi Ghoulam, l’ala arretrata in difesa
Chissà cosa ha vissuto Faouzi Ghoulam, che tutto questo lo ha sperimentato sulla propria pelle. Non una, non due, ma ben tre, quattro, cinque volte. A quanto pare, il destino doveva proprio avercela con lui. Oggi spegne 31 candeline e forse lo farà con un pizzico di malinconia. L’età è solo un numero, ma non nel mondo calcio. Ogni anno che passa è uno scatto in più verso la data di scadenza. Perché è così, ogni calciatore ha la propria data di scadenza e quella dell’algerino si sta iniziando a scorgere in lontananza, tremendamente avvicinata da una sorte avversa.
Arrivato a Napoli nel gennaio 2014, fu il colpo finale del mercato invernale di Rafa Benitez che cercava una soluzione dopo l’infortunio del titolare Zuniga. La scelta ricadde proprio sul franco-algerino del Saint-Etienne. Ad accoglierlo ci fu come sempre un mix di aspettative e scetticismo, tra chi si esaltava per qualche buona giocata vista su YouTube e chi invece si preparava al prossimo pacco. 23 anni, 87 presenze, un solo gol, 7 assist, e un’etichetta che raccontava di un’ala d’attacco mancata, bravo in fase offensiva e meno in quella difensiva. E al suo esordio in Coppa Italia lo dimostra: straordinaria punizione da oltre 30 metri parata da De Sanctis, ma poi a 2 minuti dal termine si perde Gervinho per il gol del 3-2 giallorosso.
Nonostante l’inesperienza e le lacune tattiche, è comunque il migliore tra le alternative a disposizione del tecnico spagnolo che gli concede fiducia e lo promuove a titolare. Nel corso della stagione, e poi di quella successiva, la scelta di Benitez viene ripagata e Ghoulam diventa uno dei punti fermi della formazione, conquistando l’affetto dei tifosi azzurri.
Sul tetto d’Europa
L’exploit arriva poi con Maurizio Sarri, grazie al quale assorbe i tatticismi difensivi e li abbina alle già ottime qualità di spinta. Dal 2015, l’algerino viene messo al centro del gioco del Napoli ed è uno dei vertici di quel triangolo magico composto con Hamsik ed Insigne. È proprio sulla sua fascia che si costruiscono le azioni, i dialoghi, gli scambi. Tutti diversivi prima di affondare il colpo sul lato opposto. Il meccanismo era talmente perfetto che seppur conosciuto, letto, scontato, era impossibile da arginare. Infallibile. In punta di piedi, Faouzi Ghoulam scala rapidamente la graduatoria dei migliori terzini della Serie A e la concorrenza era tutt’altro che scarsa. Siamo negli anni, infatti, del miglior Alex Sandro, del miglior Kolarov, del miglior Marcos Alonso e di un giovane Emerson Palmieri in rampa di lancio.
La stagione 2016/17 è quella della definitiva consacrazione. Gli azzurri affinano gli automatismi e l’algerino, assieme al resto della rosa, continua un processo di crescita tangibile. Il Napoli conclude il campionato al terzo posto, con la bellezza di 86 punti. Le statistiche di Ghoulam raccontano del difensore con più assist in Serie A (6), alle spalle del solo Marcelo (10) in tutta Europa. Secondo i dati Opta, inoltre, ha concluso l’annata con l’85,7% di contrasti vinti, il 62,7% di duelli aerei vinti, l’87,4% di passaggi riusciti per un totale di 1384 palloni serviti e 27 cross. Per non farsi mancare nulla, è anche il difensore con più occasioni create del campionato (58), tante quante Dybala e Mertens, giusto per citare due esempi. In più, 3 assist anche in Champions League.
Insomma, collocare Faouzi Ghoulam tra i migliori terzini sinistri al mondo dopo questa stagione non è assolutamente una follia o una pretesa campanilistica. Complice anche l’armonico sistema di gioco di Sarri, l’algerino giganteggia sulla corsia mancina. Gli interessamenti delle big europee nell’estate del 2017 lo testimoniano: prima il Liverpool, che non aveva ancora il suo Robertson, poi la Juventus, il Chelsea, il PSG ed anche il Manchester City. De Laurentiis tuttavia resiste agli assalti e, anzi, prepara le carte per il rinnovo.
Un calvario senza fine
Il campionato seguente prosegue sulla magnifica falsa riga di quello precedente, se non meglio. Dopo solamente sei giornate Ghoulam ha già raggiunto 3 assist – la metà dell’intero 2016/17 – e 2 gol, il primo in Serie A contro il Verona e poi quello magnifico contro la SPAL. I top club si muovono, De Laurentiis anche. Tutti vogliono Faouzi. Ma dopo un’immensa salita, prima o poi arriva la discesa. Il punto più alto di questo bellissimo volo arriva l’1 novembre. Al San Paolo il Napoli sta mettendo in scena una rappresentazione mozzafiato contro il Manchester City di Guardiola, ma poi dopo 22 minuti qualcosa si rompe. In tutti i sensi. Il solito inserimento in area di Ghoulam, il passo che rallenta, la mano che va al ginocchio destro, poi accovacciato a terra. Cambio immediato, nonostante avesse provato a mentire a sé stesso rimettendosi in piedi. La diagnosi conferma una lettura scontata: rottura del legamento crociato.
È l’inizio di un calvario senza fine per il terzino algerino, fatto da pochi alti e tantissimi bassi. L’operazione lo costringerebbe ad uno stop di circa 4 mesi, ma fine gennaio, invece, Ghoulam è già a Castel Volturno a muovere i primi passi in campo. Con gli azzurri in piena corsa Scudetto, l’algerino freme per tornare e Sarri lo asseconda, come biasimarlo. Ma quel che sembra un miracolo si rivela in realtà un azzardo mal calcolato. L’8 febbraio Faouzi cade nuovamente: frattura della rotula del ginocchio destro, quello appena operato. Di nuovo sotto i ferri, altro lungo stop e stagione finita, senza se e senza ma. Quasi mai lo si è sottolineato, ma il Napoli quella stagione portò a casa 91 punti senza uno dei calciatori più forti d’Europa.
Cosa resta di Faouzi Ghoulam
Un loop da cui non riesce più a venirne fuori. Prima un ulteriore problema al ginocchio che lo costringe all’operazione, poi un delicato problema muscolare ed infine una nuova rottura del legamento crociato, stavolta al ginocchio sinistro, nel marzo 2021. Dal novembre 2017 ad oggi, Ghoulam ha raccolto 44 presenze in Serie A, di cui solamente 21 da titolare. Sono 91 invece le partite saltate per infortunio. La sua gestione è cambiata, era inevitabile. Non è più il terzino di una volta, quello tra i migliori d’Europa che macinava chilometri e avversari. Il suo impiego va misurato con il contagocce, per evitare ricadute e per cercare di riportarlo gradualmente ad una forma atletica accettabile.
Dall’essere tra i calciatori più forti in circolazione a finire in una spirale senza via di fuga, fatta di continui infortuni, malumori e panchine. Di quel Ghoulam, quello che dominava la fascia sinistra in lungo e in largo, si è rivisto solo qualche sprazzo qui e lì. Un lampo in grado di riaccendere l’illusione, la speranza nei tifosi e negli addetti ai lavori che quel calciatore stesse tornando. Ma rimaneva tale: un’illusione. Quella di Faouzi è una storia incredibilmente beffarda, di chi con fatica e sacrifici ha scalato una montagna e d’improvviso si è ritrovato alle pendici. Ci ha provato a risalire in cima, ma puntualmente la terra ha continuato a sgretolarsi sotto ai suoi piedi.
Chissà se, quando rimette piede in campo, Faouzi ci ripensa a tutto ciò, a tutto quello che avrebbe potuto avere se solo non ci fosse stato quel maledetto crack. Chissà se si immagina quale altra maglia avrebbe potuto indossare, dove sarebbe potuto arrivare e quali trofei avrebbe potuto vincere. E poi chissà il Napoli con quel fenomeno in campo cos’altro avrebbe potuto costruire in questi ultimi anni. Sono risposte che non avremo mai a domande che continueranno a tormentare anche l’algerino. Un destino crudele gli ha portato via quel sogno innocente e lo ha fatto ripetutamente. Quanti rimpianti che si porterà dietro. E noi con lui. Quanto era forte Faouzi Ghoulam.