Che fine hanno fatto gli undici del Napoli 2007/08?
Appuntamento con la rubrica “Che fine hanno fatto?”. Per scoprire la strada percorsa e i risultati raggiunti dei campioni napoletani.
L’annata 2007/08 è sicuramente ricordata, dai tifosi azzurri, come la storica stagione di ritorno in Serie A. Ma in realtà non solo, poiché, nonostante la promozione appena raggiunta, c’è stata il ridimensionamento Europeo napoletano.
Sì, perché il Napoli riuscì in una cavalcata che gli costò l’ultimo posto disponibile per centrare una qualificazione internazionale. La competizione in questione era l’Intertoto, tra l’altro ultimo anno disponibile, e con un ottavo posto i partenopei si aggiudicarono uno storico traguardo dopo la rinascita dalle ceneri del fallimento.
Erano passati solo 3 anni dalla rifondazione e la ripartenza dalla Serie C, ma non servì nemmeno l’anno di ambientamento: campionato da big e competizione europea raggiunta.
Proveniente dalla Serie B, completò una campagna acquisti particolare, condotta dall’ espertissimo Pierpaolo Marino. Arrivarono giocatori all’epoca sconosciuti, ma che avrebbero dominato il palcoscenico azzurro, oltre che i cuori dei tifosi per svariati anni.
Fu l’anno degli acquisti di Lavezzi, Gargano e Hamsik, in primis; poi arrivarono Blasi e Zalayeta dalla Juve. Senza vedere i prezzi pregiati, il Napoli puntellò la squadra completando la rosa di 25 unità che gli permise continuità di rendimento e ricambi di qualità.
Ma agli inizi erano conosciuti ai pochi, e avendo anche una giovane età era difficile dare loro fiducia. L’avvio non fu dei migliori, sconfitti 2-0 in casa dal Cagliari di Matri e compagni. E nel girone di ritorno si cominciò con 3 sconfitte in 4 partite, relegando gli azzurri verso la lotta per la salvezza.
Poi la svolta: 4-4 a Roma contro i giallorossi, 3-1 in casa con la Juventus, e poi vittorie ancora con Inter (che non perdeva da 31 partite) e Milan. Si guadagnò il nome di ammazzabig. Oramai era una realtà, una formazione che andava rispettata! Aveva trovato il suo equilibrio in un 3-5-2 forte fisicamente è velocissimo nelle ripartenze.
Lavezzi, il Pocho, l’arma in più; Hamsik, il cecchino; Gargano, il recupera palloni. Ma quale era la formazione tipo? E soprattutto che fine hanno fatto? Ecco gli 11:
- Gennaro Iezzo, portierone di Castellammare. Ritiratosi dal calcio giocato, ha iniziato come commentatore per Rai Sport per le partite della Serie C. Ha poi intrapreso una carriera politica e tutt’ora collabora con Futuro e Libertà nella regione Campania. Calcisticamente, fino ad aprile 2022, è stato allenatore del Botev Vraca, squadra che milita nella massima serie del campionato Bulgaro.
- Gianluca Grava, da esterno di centrocampo altalenante a difensore di centrodestra perfetto ed insuperabile, tanto da essere uno dei pochi a fermare Ronaldinho nella sua esperienza rossonera. È uno dei pochi ad essere rimasto in società con De Laurentiis, essendo tuttora il Responsabile del Settore Giovanile.
- Paolo Cannavaro, capitano e difensore centrale, dalle lacrime di gioia della promozione, alle lacrime amare dell’addio. Attualmente vice allenatore del fratello Fabio a Benevento.
- Maurizio Domizzi, arcigno e mancino perfetto per il difensore centrale, che oltre ad essere ostico da superare, era un cecchino sui calci piazzati, segnando 12 reti su 13 calci di rigore. Ad oggi è l’allenatore del Castelvetro, squadra che milita nel campionato d’Eccellenza Emiliana.
- Daniele Mannini, esterno destro/sinistro, utilizzato come jolly, molto offensivo nel 3-5-2, è uno dei pochi che ancora calca il campo da gioco. È sotto contratto con il Beverley Town, squadra che gioca la decima categoria Inglese. Particolare come ci sia arrivato, poiché si era trasferito per motivi familiari in Yorkshire, ormai ritiratosi. Ma un giorno, portando a spasso il suo cane, incrocia il presidente Mark Smith che lo riconosce, poiché tifoso del Pisa, e decide di tesserarlo.
- Walter Alejandro Gargano, preso come regista era solo capace di recuperare più palloni di quanti ne perdeva. Una diga di centrocampo, ma l’impostazione non era tra le sue migliori qualità. Gioca ancora, nel Peñarol. Giocare però… è un parolone! Ha 38 anni suonati.
- Manuel Blasi, insuperabile! Ricordato più per le sue ammonizioni, era amatissimo dalla tifoseria per carisma e foga. Ma essendo in diffida permanente difficilmente dava continuità di rendimento. È l’allenatore del Agia Napa, formazione cipriota che combatte alle soglie delle qualificazioni europee. Questa è tra le squadre più ammonite del campionato. Una coincidenza? Non credo.
- Marek Hamsik, c’è poco da aggiungere al secondo miglior marcatore della storia napoletana. Dodici anni e mezzo di puro amore! Rinominato Marekiaro per ovvi motivi, attualmente è campione in carica in Turchia, avendo vinto il titolo con il Trabzonspor.
- Mirko Savini, peggior crossatore della storia. Doveva essere il terzino di marcatura, ma era inguardabile! Il Napoli regalò il cartellino al Palermo pur di non vederlo più. Attualmente vice allenatore dell’Ascoli.
- Marcelo Zalayeta, panterone azzurro, freddo e cinico come pochi. Fece 4 goal in 4 partite, poi si ruppe e sfiorirono i migliori propositi. Si è ritirato dal calcio giocato nel 2016, dopo gli ultimi 5 anni al Penarol. Mai stato amante di questo mondo, infatti oggi ha un megastore di frutta e verdura a Montevideo.
- Ezequiel “Pocho” Lavezzi, probabilmente il secondo più amato della storia. Ha inebriato tutti con le sue giocate e dribbling, entusiasmo e genialità, la pallonata ad Allegri che rivendica tutta la voglia di rivalsa napoletana. Proprio perché argentino, incarnava lo scugnizzo alla perfezione. Ritiratosi troppo presto oggi fa il commentatore per le partite di Champions per DAZN, e quando è Napoli lo stadio ancora gli inneggia cori.
- Edoardo Reja, allenatore goriziano simbolo della rinascita azzurra, era un perfetto moderatore. Un gentiluomo di altri tempi e tattico perfetto.