A che serve giocare contro il Torino?

Il Torino è una squadra satanica come il suo allenatore, se la si affronta in modo scialbo e superficiale non si torna a casa né con punti, né con le gambe.

Juric
Articolo di Lorenzo Maria Napolitano07/05/2022

© “JURIĆ – TORINO” – FOTO MOSCA

“Addio sogni di gloria” di Claudio Villa sembra rimbombare negli infranti cuori dei napoletani. Il trittico della vergogna Fiorentina-Roma-Empoli ha sentenziato l’addio alla corsa scudetto dei ragazzi di Luciano Spalletti. Non solo risultati, ma anche l’atteggiamento della squadra nelle partite menzionate porta il tifoso azzurro a non sperare più nella vittoria finale. Tra l’altro, questa settimana potrebbe arrivare la sicurezza matematica, la quale sancirebbe definitivamente il termine della corsa al primo posto. Arriverebbe la fine, dunque, anche per quel gruppo di tifosi che – se esistono – hanno sperato in tre sconfitte di fila da parte di Milan e Inter.

Queste ultime tre gare sembrano non dare nulla ai tifosi, svuotati nell’animo di qualsiasi tipo di emozione. Già la gara contro il Sassuolo, nonostante il rocambolesco risultato, è sembrata una gara da giocare perchè da calendario, ma che, alla fin fine, non avrebbe influito sulle sorti del campionato. Risultato? Quasi totale disinteresse nei confronti della partita.

Questo, per quanto possa essere in parte giustificato, non è coerente con i reali interessi del Napoli. Le milanesi sono praticamente inarrivabili, ma la Juventus, perdendo contro il Genoa stasera, può restare dietro di ben quattro distanze dal Napoli qualora dovesse arrivare una vittoria contro la squadra di Jurić.

Cosa cambia tra il terzo e il quarto posto?

Per quanto riguarda il campionato, in base al piazzamento in classifica (e ai punti ottenuti) viene ripartito un 15% della raccolta complessiva dei diritti tv. La simulazione applicata alla classifica 2020-21 attribuisce 14,4 milioni alla terza e 12 alla quarta; quest’anno la proiezione conferma quella stessa differenza, circa due milioni di euro. In Champions, il piazzamento in campionato determina la ripartizione in quote fisse della metà del market pool: 8 milioni alla prima, 6 alla seconda, 4 alla terza e 2 alla quarta. Anche in questo caso, due milioni in più. Non tantissimi, ma nemmeno da buttar via se si considera che il presidente De Laurentiis ha in mente serissimi tagli per la prossima stagione.

Il piazzamento finale, invece, è ininfluente in relazione ai prossimi sorteggi europei: conta il ranking Uefa e il Napoli dovrebbe essere inserito in terza fascia. Si prospetta, quindi, la possibilità di un girone di ferro, ma gli azzurri, in questi anni, hanno più volte dimostrato di non aver paura, almeno fino ai gironi, di chi ha un nome (o un conto in banca) più grande del suo.

Dunque, la gara conta, e anche tanto. Il Torino, poi, gioca a mente libera, e se è in forma non fa sconti a nessuno.

Più volte si è parlato dell’influenza degli allenatori in questa Serie A, arrivando a definirlo addirittura “il campionato degli allenatori“: se si è arrivati a questo, è merito di allenatori dalla grande storia, come Mourinho, di altri dalle singolari peculiarità, come Spalletti e Inzaghi, o di altri ancora che si contraddistinguono per sistemi di gioco moderni, come Dionisi e Italiano. Ce né un altro, invece, che contribuisce a rendere questo campionato “degli allenatori” grazie alla sua sorprendente personalità agonistica, questo è Ivan Jurić.

Il croato è  è un noto amante del metal, e in qualche modo sembra averne incorporato lo spirito distruttivo e devastatore nello stile di gioco delle sue squadre. Il suo Verona negli anni scorsi, come il Torino quest’anno, sono squadre che sembrano indemoniate quando in giornata. Le squadre di Jurić sono aggressive, distruttive, anche cattive, se si riesce a cogliere il senso agonistico della parola “cattiveria“. Sono praticamente il suo riflesso allo specchio.

l calcio di Jurić si iscrive chiaramente al filone di ispirazione tedesca, in cui il gioco senza palla è privilegato rispetto a quello col pallone. Un calcio dominato dal perfezionamento della transizione difensiva. Colpiscono le statistiche che riguardano il controllo del pallone e la perizia tecnica con cui questo viene trattato. Il Torino è solo quattordicesimo per precisione dei passaggi, il primo per lanci lunghi sbagliati, il primo per duelli aerei giocati. Ma, il dato che fa capire quanto sia satanico il Toro, è quello che recita i falli commessi: mediamente 16 a partita. I granata sono la squadra più fallosa della Serie A.

Jurić, e la sua squadra, sono una massa di uomini che vogliono imporsi fisicamente e mentalmente sui propri avversari: per compensare gap tecnici, si ricorre a metodi decisamente cattivi. Nel video un fallo di Djidji ai danni di Nicolás González. Nulla, se non pura intimidazione. Il Torino mette subito in chiaro chi comanda a livello fisico. Qui, il Napoli, potrebbe avere più di una difficoltà.

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Se oltre a tutto ciò, in difesa hai anche un professore di questa, le cose diventano ancora più facili. Bremer quest’anno ha stupito tutti, fermando i nove più forti del nostro campionato. Annullando completamente i loro attacchi, anche Vlahović ne sa qualcosa.

Non solo muscoli rabbia e satanismo

Di spunti tecnici ce ne sono eccome: da Brekalo a Veloso, da Lukić a Mandragora. Il Torino produce molto, ma spesso pecca di cinismo sotto porta se non ci arriva il gallo Belotti. Terza squadra in Serie A per pali colpiti, ma il Napoli non è da meno, infatti in questa classifica speciale vede tutti dall’alto. Il primo dei summenzionati è il miglior “dribblatore” della squadra, con 39 assist effettuati. Un bottino tutt’altro che scarso soprattutto se rapportato ai colleghi di altre squadre.

Sarebbe, d’altronde, anche impensabile il pensiero di giocare alla pari, così come è successo, contro Juventus, Milan, Inter, Lazio e Atalanta senza dei buoni fantasisti. In queste partite, infatti, oltre a non perdere mai, il Torino è riuscito anche a segnare sette gol.

Come il Napoli può fermare Jurić e compagnia

Il Napoli ha nel proprio repertorio una serie di armi a disposizione per poter far male alla squadra torinese. I granata marcano a zona, e gli azzurri rispondono con delle ottime individualità. Insigne, così anche Fabián Ruiz, hanno un buon feeling con il tiro a seguito di un dribbling al limite dell’area, o da più lontano.

Inoltre, prediligendo un gioco aereo che non puoi sostenere se non lanci molto, il Torino sbatterà più volte contro Kalidou Koulibaly. È difficile che il granitico senegalese si faccia sorprendere ad alta quota. Ed il Napoli, poi, gioca con un baricentro alto. I continui cross da parte della banda Jurić possono essere nulli se si prepara una buona trappola del fuorigioco. Non poche squadre, infatti, hanno provato così a fermare gli attacchi granata. I 77 offside fanno della squadra di Belotti la terza più beccata nella zona che scotta.

Soprattuto se in casa loro, guai a sottovalutarli e prendere la partita sottomano. Perdere anche il terzo posto diventerebbe umiliante.