Luigi Castaldo ha scritto la storia del gol in Campania
Quasi 200 gol in carriera e oltre 500 presenze tra i professionisti. La Paganese è l'ennesima sfida dell'incredibile carriera di Castaldo.
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© “CASTALDO”– FOTO MOSCA
Sembrava tutto finito e invece è soltanto l’inizio di una nuova avventura. Storie parallele quelle di Luigi Castaldo e la Paganese. Un’estate tormentata dall’incertezza del futuro, dal dubbio di esserci ancora. Poi, la svolta: il club campano ha ottenuto il definitivo lasciapassare per l’iscrizione in Serie C e il bomber di Giugliano ha trovato una nuova realtà da cui ripartire, un club pronto a dargli fiducia e un ruolo da protagonista. Insomma, a trentanove anni suonati l’esperto centravanti non ha alcuna intenzione di appendere le scarpette al chiodo. Dopo aver girovagato in lungo e in largo in Campania, aver segnato ed esultato negli stadi di mezza Italia, arriva l’ennesima sfida di una carriera incredibile.
Gigi Castaldo sembra essere uscito direttamente da un fumetto di Stan Lee o da un poema omerico. Forza fisica e qualità spirituali, perseveranza e coraggio, umiltà e determinazione. Pregi e virtù sui quali l’attaccante ha costruito la propria carriera. Tante volte dato per finito troppo presto, ha sempre ribaltato i pregiudizi e dimostrato, con orgoglio e sfrontatezza, il proprio valore. Quasi 200 gol in carriera e oltre 500 presenze tra i professionisti. Piccola e anonima parentesi nelle Marche, all’Ancona nel lontano 2001, poi solo Campania: Puteolana, Juve Stabia, Benevento, Nocerina, Avellino, Casertana e Paganese. Ha vinto, sempre da protagonista e trascinatore, quattro campionati, una Coppa Italia di Serie D e due Supercoppe di Serie C. Nel suo palmarès anche il titolo di capocannoniere del campionato di Serie C girone C nel 2019. Ha disputato ben sei tornei di Serie B ed è tra i recordman di presenze nella terza serie italiana. Insomma, i numeri non mentono mai e sono decisamente dalla sua parte. Castaldo, per l’ennesima volta, ha raccolto il guanto di sfida ed è pronto a rimettersi in gioco, nella stagione dei suoi quarant’anni. Senza limiti, senza tempo.
Gol decisivi, spettacolari, impossibili o quasi. Di quelli che scrivono la storia o cambiano le sorti di una stagione. Le corse sotto la curva, l’abbraccio dei tifosi, maglie sfilate ed esultanze frenetiche. Il suo nome, scandito dallo speaker, che rimbomba nello stadio, che fa vibrare l’anima. Istantanee e cartoline impresse nel cuore e nella mente di migliaia di tifosi campani. Le gradinate dello stadio Romeo Menti che esplodono di gioia quando spiazza Iezzo e sigla il definitivo 3-1 contro il Napoli. Il primo gol in carriera in Serie B, contro il Brescia, allo stadio San Francesco di Nocera. La rete su calcio di rigore contro il Pescara, dopo undici turni di digiuno, e le lacrime di rivalsa sotto la curva del Partenio. Pochi giorni fa, al Marcello Torre, la doppietta all’esordio con la maglia della Paganese, con gol del definitivo 4-4 siglato al 95’. Un 10 con numeri da 9. Di destro o di sinistro, di testa o in acrobazia, su tap-in o di potenza dalla distanza, su calcio di rigore o su azione personale: Luigi Castaldo, da vent’anni a questa parte, ha trovato la via del gol in qualunque modo e con ogni mezzo. Con la stessa forza e lo stesso entusiasmo di sempre. Con il sorriso stampato in faccia quando la rete si gonfia e il pubblico inneggia il suo nome.
Da Massimo Rastelli a Gaetano Autieri, passando per Walter Novellino, Eziolino Capuano e Attilio Tesser. Tutti allenatori d’esperienza e grande carisma che hanno fatto pieno affidamento su bomber Castaldo come punta di diamante del proprio scacchiere tattico. Qualità tecniche sopraffine e innate doti da leader hanno sempre trasformato l’attaccante di Giugliano in un punto di riferimento dentro e fuori dal campo nei club in cui ha militato. Miglior marcatore nella storia dell’Avellino con 70 gol in gare ufficiali. Secondo miglior marcatore della Juve Stabia, dietro soltanto a Giovanni Fumarola. Ha indossato anche la fascia di capitano nell’esperienza a Caserta. Protagonista di trasferimenti clamorosi, mancati ritorni, dichiarazioni al veleno ed esultanze da ex. Prima acclamato e amato alla follia, poi fischiato e insultato. Ma fa parte del gioco, e questo il classe ’82 lo sa bene. A trentanove anni la Paganese, una nuova sfida. Senza Gigi Castaldo il calcio campano non sarebbe stato lo stesso.
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