Nel mondo del calcio, i procuratori sportivi, noti anche come agenti, hanno guadagnato un potere smisurato nel corso degli anni. Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, in un’intervista di giugno al Corriere dello Sport, aveva denunciato comportamenti poco trasparenti da parte degli agenti e intermediari nel mondo del calcio.
La piaga dei procuratori nel calcio! E’ questa effettivamente una delle questioni più scottanti del nostro amato sport. Ma occhio, amici lettori, perché la battaglia che si è scatenata in questa arena è una sfida titanica. Iervolino ha aperto il vaso di Pandora con la sua denuncia, ma la strada per risolvere questo problema è ancora lunga e tortuosa.
Le parole di Iervolino sono state chiare e dirette: “Non possiamo essere ostaggio di certi comportamenti, di certe pressioni. Ci sono agenti e intermediari che vogliono il bene del calcio e tentano di creare valore per il sistema. Altri il valore lo sottraggono. Nessun procuratore può dire ‘il mio giocatore se ne va’. Comanda l’agente? Ci sono atteggiamenti poco professionali, che vanno oltre il buon senso e anche il rispetto della privacy nel rapporto tra calciatore e club. Dire ‘altrimenti il giocatore va via’ crea un danno“.
Il presidente della Salernitana ha anche suggerito una possibile soluzione: “Bisogna agire sulla Figc per un intervento normativo. Dichiarare cose del tipo ‘qualsiasi proposta arriva, il giocatore resterà’ cosa significa? Che l’agente decide per il calciatore e per la società? Basta essere pavidi, serve coraggio per rifondare il calcio italiano“.
Gli agenti hanno un ruolo fondamentale nel sistema calcistico, e Iervolino lo sa bene: “È fondamentale che facciano parte del sistema perché creano valore. Ma non bisogna degenerare. Inaccettabile che si dica che non sappiamo fare il nostro lavoro solo perché non alziamo lo stipendio a un calciatore. Certe frasi incidono su tutto: serenità dei calciatori, motivazioni, feeling con l’ambiente. Chi ci ripaga per questi danni?“.
Il record di oltre 200 milioni di spesa dei club di A per i procuratori è solo l’ultima conferma di una deriva inarrestabile. Il potere si è concentrato nelle mani dei procuratori, con intermediazioni discutibili, rapporti privilegiati, richieste di bonus milionari, minacce di portare via i giocatori a zero. E ora, con l’acquisto delle procure sportive, si è aperto un nuovo scenario oscuro.
La proposta di un intervento normativo avanzata da Iervolino è sicuramente un passo nella giusta direzione, ma la questione è complessa e richiede una riflessione approfondita. Gli agenti svolgono un ruolo importante nel calcio, ma è essenziale trovare un equilibrio tra il loro potere e la necessità di garantire trasparenza, lealtà e equità nelle trattative.
Tuttavia, è importante notare che la battaglia contro questa piaga nel calcio non può essere combattuta efficacemente da un solo presidente di società, come Danilo Iervolino, che così rischia di apparire un moderno Don Chisciotte contro i mulini a vento. Durante l’ultimo calciomercato, la Salernitana potrebbe aver pagato dazio per questa sua posizione. Sarà una coincidenza ma nessun calciatore italiano è arrivato a Salerno. Eppure erano stati trattati: Cancellieri, Oristanio, Ranocchia, Fabbian, Colombo, Collocolo, Brescianini, Nicolussi Caviglia ecc.
Anche nella recente telenovela che ha coinvolto il beniamino dei tifosi Boulaye Dia si intravede lo zampino dei procuratori. A giugno il calciatore aveva cambiato agente affidandosi alla VV Consulting di Vadim Vasilyev, mollando di punto in bianco Fedreric Guerra. E proprio alla chiusura del calciomercato il procuratore, dopo essersi accordato presumibilmente con il Wolverhampton ha fatto pervenire alla Salernitana quella che De Sanctis ha definito: “ un’offerta e un comportamento irrispettosi”. I cocci della vicenda sono ancora tutti da sistemare e Dia, lusingato dalla possibilità di giocare in Premier League, con un aumento sostanzioso di stipendio, rischia di rovinare un’annata che doveva essere quella della sua definitiva consacrazione.
Ma i problemi non sono circoscritti in casa Salernitana, basta andare a Napoli e assistere alle estenuanti trattative portate avanti da ADL con i procuratori di Osimhen e Zielinski, per i rinnovi contrattuali. Vogliamo ricordare la vicenda di Donnarumma col Milan?
Questo dimostra quanto sia difficile sfidare il sistema esistente e quanto sia importante unire le forze per apportare cambiamenti significativi.
Il calcio italiano è alle prese con una serie di sfide, tra cui la vendita dei diritti TV e la necessità di riformare i contratti dei calciatori. Ma una delle sfide più urgenti è sicuramente quella di riformare il sistema degli agenti sportivi per garantire una maggiore trasparenza, equità e sostenibilità.
E’ essenziale coinvolgere le istituzioni sportive, i club, i calciatori stessi e gli agenti in un dialogo costruttivo per trovare soluzioni accettabili per tutti. Solo attraverso un impegno collettivo e una volontà condivisa di cambiamento, il calcio italiano potrà liberarsi dalla piaga dei procuratori, provando a ritornare ad essere uno dei campionati più belli del mondo.
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