Dove non arriva Mazzarri, arriva lo spirito di gruppo

È un passo, un piccolissimo passo. Ma la strada è lunga, non per ritornare ad essere quel “Napoli”, ma per credere che questa distanza ridotta dal quarto posto significhi davvero qualcosa, al momento un senso lo restituisce il solo spirito di gruppo, l’ultimo baluardo a qui aggrapparsi.

Rrahmani
Articolo di carloiacono14/01/2024

©️ “MAZZARRI” – FOTO MOSCA

Ci ha pensato in mischia Rrahmani al 96′ a salvare il Napoli dall’ennesimo impatto, o brutta figura. Diciamolo subito, non ci fosse stata di contro la Salernitana, il digiuno di vittorie e punti al Maradona si sarebbe prolungato, senza alcun dubbio.

Gli azzurri realizzano la remuntada (2-1) nel derby campano a pochi istanti dal triplice fischio e respirano. È l’aria dei 31 punti in classifica, ovvero del -2 dal quarto posto, occupato dalla Fiorentina impegnata oggi al Franchi contro l’Udinese.

Tra convocati in Coppa d’Africa (Osimhen e Anguissa), squalifiche (Mazzocchi), infortunati e indisponibili (Zielinski, Meret, Olivera e Natan), Mazzarri ha le scelte quasi obbligate. Dall’inizio, rispetto alla disfatta di Torino, sono soltanto due i volti nuovi dell’11 titolare: c’è Gaetano in mezzo al posto di Zielinski, e l’invocato Simeone lì davanti.

Tre, invece, i cambi di Inzaghi rispetto alla Juventus: Ochoa in porta, Lovato per Daniliuc al centro della difesa, e Martegani al centro del campo. 

Al pronti via gli azzurri si gettano davanti guidati dalla forza della disperazione. A livello tecnico-tattico sono in difficoltà, e in totale confusione, dalla loro hanno solo l’impegno, su tutto il resto sembrano fare solo passi indietro. La Salernitana si difende, bene, e non rinuncia a far visita a Gollini quando può, al 29esimo ad esempio.
La scintilla ad un match scialbo è dell’eterno Candreva che realizza un’altra perla delle sue: destro a giro dal limite che finisce diritto sotto l’incrocio dei pali. Uno a zero per gli ospiti. 

Il Maradona mugugna e contesta – quasi incredulo – i campioni d’Italia. Simeone poco dopo prova a pareggiare i conti scappando in profondità e incrociando sul lancio di Di Lorenzo, Ochoa si oppone, ma sarebbe stato fuorigioco. 
Mazzarri – la cui mano mancante diventa sempre più evidente – mescola le carte. Si mette a tre dietro in fase di possesso. Mario Rui avanza sul laterale, con Kvara che fa la seconda punta. Di Lorenzo è braccetto difensivo.

Il Napoli non trova la soluzione, anzi sembra incapace anche di escogitarla, eppure il pareggio arriva nel recupero del primo tempo. Politano fa la sponda di testa, il Cholito anticipa Fazio e tira fuori, ma il difensore granata ha toccato il piede dell’argentino durante la conclusione, è fallo (ingenuo). Marinelli è richiamato dal Var, è rigore (generoso)! Dagli undici metri Politano realizza.

Gli azzurri alzano i giri nella ripresa, prendono in mano il match ma non sanno cosa farsene. Non c’è un’idea di gioco, non ci sono trame, c’è furore, questo si. Mazzarri manda dentro Raspadori (fuori Gaetano) e Zerbin (per Politano). Kvara galleggia tra le linee e prova a risolverla, a spezzare la monotonia espressa dal copione che recita la squadra. È pericolossimo all’82’, quando il suo tiro a giro è deviato con il ginocchio da Lovato, e al 94’: tacco di Zerbin, conclusione fulminea a pochi centimetri dalla porta, ma piede di Ochoa che dice no.

Il pareggio è dietro l’angolo. La Salernitana si perde, ancora una volta, nell’extra-time, serie di incredibili errori in area che regalano a Rrhamani l’occasione di decidere la partita. 

È un passo, un piccolissimo passo. Ma la strada è lunga, non per ritornare ad essere quel “Napoli”, ma per credere che questa distanza ridotta dal quarto posto significhi davvero qualcosa, al momento un senso lo restituisce il solo spirito di gruppo, l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi.