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Juve Stabia: storia dello “Scudetto” dimenticato

Juve Stabia: storia dello “Scudetto” dimenticato

Una storia più che centenaria, costellata da piccole soddisfazioni e momenti amari. Tradizione, passione trascinante, tifo caloroso e intenso. Un legame indissolubile accomuna il gioco del calcio e la città di Castellammare. Una Coppa Italia di Serie D nel 2004, la vittoria del campionato di Lega Pro Seconda Divisione nel 2010, una Coppa Italia di Serie C nel 2011, il primato nel campionato di Serie C girone C nel 2019. Niente male per un club di provincia, tuttavia, nel palmarès della Juve Stabia manca il titolo più prestigioso. Ci riferiamo al primo posto nel “Campionato Campano” del 1945, successivamente denominato Campionato dell’Italia liberata.

Una vittoria mai riconosciuta a livello ufficiale dalla FIGC. Un’ingiustizia che ha innescato numerose istanze presentate da alcune associazioni locali e dai tifosi della squadra di Castellammare di Stabia. Un traguardo notevole, un importante successo sportivo che l’indifferenza degli organi federali e lo scorrere del tempo rischiano di cancellare per sempre.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1943 e il 1945, quando lo stivale subiva le ripercussioni del conflitto e si divideva in due parti, con il settentrione del paese occupato dall’esercito tedesco e il sud governato dalle forze monarchiche e liberali, il calcio in Italia non si fermò. Il campionato di Serie A, in cui spadroneggiava in quegli anni il Torino di Franco Ossola e di Valentino Mazzola, venne sostituito da varie competizioni a livello locale, con partecipazione aperta a squadre di A, B e C.

Mentre il “Campionato Alta Italia” fu vinto dallo Spezia, il “Campionato toscano” dalla Fiorentina e il “Campionato romano di guerra” era dominato dalla Roma, nel 1945 a vincere il “Campionato Campano” fu lo Stabia dell’allora Presidente Mario Benedetti, di professione ragioniere, e dell’allenatore toscano Vasco Lenzi. Un successo che mandò in visibilio i tifosi gialloblù, abituati a stagioni altalenanti e poco entusiasmanti in terza serie.

Lo Stabia di Menti davanti a Salernitana e Napoli

La squadra di Castellammare di Stabia, fondata nel 1907, una delle più antiche del mezzogiorno d’Italia, si piazzò davanti a compagini del calibro di Napoli e Salernitana, allora militanti in Serie B. I gialloblu persero una sola partita, quella contro la Frattese, in tutto l’arco del torneo. Al campionato, che si disputò tra i mesi di gennaio e giugno del 1945, parteciparono anche Scafatese, Torrese, Casertana, Portici, Internaples e una squadra composta da agenti della Polizia Militare, non affiliata alla FIGC. Le vespe stabiesi disputarono le partite interne nel vecchio Campo San Marco. Sulle cui macerie, poi, negli anni ’80 venne edificato l’attuale impianto sportivo.

I 13 gol realizzati da Romeo Menti, indimenticabile ala destra cui è intitolato lo stadio cittadino, trascinarono lo Stabia alla vittoria finale. Fu lui, pochi anni dopo, a segnare l’ultima rete del Grande Torino, contro il Benfica su calcio di rigore. Quella stessa notte, il 3 maggio 1949, scomparve nella tragedia aerea di Superga. La squadra che il presidente Benedetti consegnò a Vasco Lenzi era una vera e propria corazzata che poteva contare anche su altri calciatori di prim’ordine. Tra gli altri, in particolare, Ciccone, capitano della formazione che conquistò nel 1951 la Serie B, Rossetti, Esposito, Dapas e Giraud II, figlio di Alfredo Giraud, cui è intitolato lo stadio del Savoia. Non a caso, nel giugno del 1945, prima della fine del “Campionato Campano”, lo Stabia si aggiudicò anche la “Coppa Coni”, prevalendo su Napoli, Fiorentina e Livorno.

Il caso analogo: i Vigili del Fuoco di La Spezia

Un’altra squadra di Serie C, quella dei Vigili del Fuoco di La Spezia, un anno prima, nel 1944, si aggiudicò il “Campionato Alta Italia”. Si tratta di una delle tante competizioni che si disputarono durante la guerra, superando nel triangolare finale Torino e Venezia. Tuttavia, a differenza della compagine campana, ai liguri è stato ufficialmente riconosciuto il titolo conquistato sul campo. Infatti, nel 2002, oltre 57 anni dopo, la FIGC, su delibera di Franco Carraro, ha assegnato de facto allo Spezia un titolo onorifico, non equiparabile allo Scudetto, e la possibilità di apporre per sempre sulle proprie maglie un distintivo speciale in ricordo di quell’impresa. Inoltre, Al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di La Spezia è stata consegnata una medaglia d’oro di benemerenza. La Coppa del 1944 è custodita in una bacheca di vetro all’interno della caserma. Alla città, infine, è stata donata una targa celebrativa.

Un precedente che se da un lato fa ben sperare la squadra stabiese al contempo è esemplificativo dell’ingiustizia sportiva che Castellammare di Stabia ritiene di aver subito. Un successo, quello del 1945, dall’alto valore simbolico e morale che la città ancora insegue a distanza di 76 anni. Lo “Scudetto” vinto da Romeo Menti e compagni, ad oggi, è di fatto dimenticato e non riconosciuto. La revisione storica rappresenta una strada tortuosa e intricata. Ciononostante, il sogno nella città delle acque è ancora vivo.

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