Massara e Sibilio, passato e futuro dell’atletica napoletana

Il nome di Massara è quello di un grande cantore dell'atletica, quello di Sibilio promette scintille e vittorie olimpiche.

Alessandro Sibilio Atletica
Articolo di Fabio Monti15/09/2021

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Dei trionfi d’agosto dell’atletica italiana restano immagini di momenti difficilmente ripetibili. In 126 anni di storia olimpica, mai l’Italia aveva conquistato cinque medaglie d’oro. A Mosca (Maurizio Damilano, Sara Simeoni e Pietro Mennea, in ordine cronologico) e Los Angeles (Alberto Cova, Gabriella Dorio e Alessandro Andrei), era stata toccata quota tre e già sembrava un mezzo miracolo.

Stavolta con Marco Tamberi (alto), Marcell Jacobs (100 e 4×100), Massimo Stano (20 km di marcia), Antonella Palmisano (20 km di marcia), Lorenzo Patta, Faustino Desalu e Filippo Tortu (4×100) la realtà ha superato la fantasia, sia per il numero delle medaglie, sia per il prestigio che ha accompagnato queste imprese.

Quantità più qualità. C’è, in questo senso, un rilievo statistico di alto significato: senza l’oro dell’atletica, l’Italia sarebbe scivolata dal 10° al 16° posto nel medagliere di Tokyo. E non è un caso che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lunedì 20 settembre, per l’inaugurazione dell’anno scolastico, a Pizzo Calabro, abbia scelto di avere al suo fianco proprio Jacobs.

Eppure il mondo dello sport va di fretta, nel rispetto della storia, ma sapendo di non potersi fermare. E già ci si interroga su quanti dei campioni olimpici di oggi sapranno essere protagonisti anche dell’edizione prossima dei Giochi, che, secondo la formula del Comitato Olimpico Internazionale, «si celebreranno a Parigi» dal 26 luglio all’11 agosto 2024.

C’è un nome che promette scintille, anche a partire dal Mondiale di Eugene del luglio 2022, dunque senza aspettare troppo, ed è quello di Alessandro Sibilio, napoletanissimo, 22 anni compiuti il 27 aprile, campione europeo Under 23 e ottavo nella finale dei 400 ostacoli a Tokyo, dopo aver corso la semifinale in 47″93 (prima volta sotto i 48″, a 39/100 dal record italiano di Fabrizio Mori). Senza dimenticare che dal punto di vista cronometrico, quella dei 400 ostacoli è stata la gara più sensazionale dei Giochi, con il norvegese Karsten Warholm capace di correre in 45”94, tempo da finale europea nei 400 senza ostacoli.

Non contento di quanto fatto nella gara individuale, Sibilio ha stabilito per due volte, insieme a Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Davide Re, il record italiano della staffetta 4×400 metri, scendendo sotto i 3 minuti sia in batteria (2’58″91) sia in finale (2’58″81), conclusa al settimo posto. Visti il suo talento e la dedizione per la causa, non si può non immaginare un grande futuro per questo ingegnere gestionale di fresca laurea, che ha riportato in alto la grande scuola dell’atletica napoletana.

Così, anche se ai lettori più giovani il nome sarà sconosciuto, è giusto ricordare Salvatore Massara, un grande cantore dell’atletica, lui pure napoletano, sebbene nato (26 agosto 1932) a Vibo Valentia e scomparso il 26 settembre 2004, meno di un mese dopo la vittoria di Stefano Baldini nella maratona di Atene (29 agosto). Massara, per tanti anni firma del Mattino, ma anche collaboratore di Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e Corriere dello Sport, autore di libri di alto significato per la regina dei Giochi, era ad Atene, così come aveva seguito tantissimi eventi atletici, compresi i Trials americani.

Da alto dirigente dell’Isveimer (Istituto per lo Sviluppo Economico dell’Italia Meridionale), consumava le sue ferie per l’atletica, lui che era stato in gioventù marciatore di talento, protagonista anche di una edizione della Cento Chilometri. Massara, come si dice in gergo, era «uno che ne capiva». Non a caso, a Montreal 1976, prima che partisse la finale degli 800 maschili, volle fotografare il tabellone con quello che fino a quel momento era il record mondiale (1’43”7), stabilito tre anni prima da Marcello FIasconaro: «Guardiamolo bene, perché penso che questo primato abbia i minuti contati». E 180” dopo, la profezia si era avverata: Alberto Juantorena aveva vinto l’oro in 1’43”50. A Massara, la città di Napoli ha voluto intitolare la pista di atletica dello stadio Collana al Vomero, il 31 maggio 2005.

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