© SPALLETTI – FOTO MOSCA
Domenica andrà in scena il tredicesimo atto della Serie A. Uno dei big match di giornata mette difronte a Luciano Spalletti -di nuovo- il suo passato. L’allenatore toscano ha recentemente dichiarato, in merito al match, che non si aspetta lo stesso trattamento che ha ricevuto a Roma il mese scorso. La storia è analoga, anche a Milano il tecnico s’è trovato a dover escludere l’uomo simbolo dello spogliatoio: Mauro Icardi; allo stesso tempo, però, anche qui ha portato dei risultati eccezionali. Analizzando la prima stagione di Luciano Spalletti in vesti di allenatore della squadra nerazzurra, possiamo notare alcune differenze, ma anche vari aspetti comuni.
LA PRIMA INTER DI SPALLETTI
A seguito di annate in cui i nerazzurri di Milano sono solo il loro stesso fantasma, dopo una sfilza di allenatori vittime che poco hanno dato alla squadra, arriva Luciano Spalletti nel 2017. Sedendosi su una panchina che nella stagione precedente ha visto sedersi ben 3 allenatori: De Boer, Vecchi e Pioli; conquistando un settimo posto e uscendo ai gironi d’Europa League. Dunque, Spalletti raccoglie l’eredità di una Inter frammentata, in cerca della propria brillantezza. Con gli undici titolari pressoché invariati, nelle prime dodici giornate, l’Inter di Spalletti conquista 30 punti. I tifosi più speranzosi iniziano anche a pensare ad un ritorno del tricolore a Milano, un ritorno ai vecchi splendori. Quegli anni, però, sono ancora marcati da una imponente presenza bianconera che si abbatte sulla Serie A. L’Inter perderà qualche partita nel corso del campionato, soprattutto nella seconda metà di stagione; a Roma, però, nell’ultima giornata, grazie ad un pirotecnico 3-2 servito alla Lazio, la pazza Inter vola in Champions League, a sei anni di distanza dall’ultima volta. Spalletti riuscì a dar vita ad una squadra che pareva la vita l’avesse persa da un pezzo, dando un mattone per la costruzione dell’Inter che negli anni a venire sarebbe tornata ad essere Inter.
IL PRIMO NAPOLI DI SPALLETTI
Ossequio l’inizio di Napoli. Raccoglie l’eredità di Gennaro Gattuso, tralasciando in questa sede i motivi e modi. Di certo la situazione non era semplicemente gestibile, occorreva – di nuovo – ritrovare l’animo di una squadra scialba e priva d’inerzia. Detto, fatto. Con una squadra senza significativi mutamenti rispetto alla stagione precedente, anzi, trova subito gol, vittorie e l’animo smarrito. Il Napoli, oggi, viaggia da inizio campionato in prima classe; nelle prime dodici partite ha conquistato un bottino di 32 punti. Inizio ancora più d’impatto rispetto all’inizio dell’avventura nerazzurra. Primo posto insieme al Milan di Stefano Pioli. Dopo una stagione che ha lasciato l’amaro in bocca della mancata qualificazione in Champions League, stavolta la Champions sembra già un obiettivo “facilmente” raggiungibile. Salvo eclatanti incidenti di percorso.
La cura del tecnico di Certaldo ha senza dubbio dato i suoi frutti, sia nell’immediato sia negli anni a venire, ciò può far ben sperare i tifosi napoletani, non solo per la partita, piuttosto per l’intera stagione.
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