L’identità sociale del Neapolis
Le origini e la crescita del Neapolis, team che milita in Eccellenza caratterizzato da un forte senso di identità sociale.
Le origini del Neapolis risalgono al 1991, anno in cui Armando e Vincenzo La Peccerella decisero di dare vita a questo progetto. La squadra nacque da una fusione tra un’associazione culturale che si occupava di tradizioni partenopee, rappresentando l’identità locale, e la necessità di creare un ramo sportivo. Il nome in origine fu infatti Centro Studi Neapolis, team che partecipò al Campionato CSI Dilettantistico, non federale, che vinse reclutando in squadra diversi ragazzi universitari. Da lì, l’approdo in Terza Categoria, poi in Seconda e Prima consecutivamente.
Ai nostri microfoni è intervenuto Armando La Peccerella, presidente del club: “Abbiamo proseguito facendo leva sul senso di appartenenza. Coniammo il motto vis unita fortior”, letteralmente la forza unita è più forte, a voler sottolineare il senso di identità. “La permanenza in Prima Categoria è stata prolungata perché il livello naturalmente si è elevato”, afferma Armando. “Nel 2008 si è poi aggregato mio fratello, ex calciatore e attuale dirigente bancario, che con la sua professionalità amministrativa è stato il valore aggiunto”, dichiara. Il Neapolis è infatti pian piano riuscito a salire in Promozione e Eccellenza, campionato dove milita attualmente per la terza volta.
Una società che punta sui giovani: in una delle ultime gare, giocata contro con il Forio, sotto le direttive di Mister Peluso hanno giocato ben 8 under 19, riuscendo ad ottenere un pareggio, passando anche inizialmente in vantaggio. “Abbiamo un settore giovanile, nel 2013 ho creato una filiale di scuola calcio a Caserta. Abbiamo ceduto anche diversi ragazzini, tra cui Durazzo al Formia e Malasomma al Napoli, capitano della leva 2006”, afferma Vincenzo. “Il sogno è di poter un giorno mettere l’ultimo tassello al posto giusto, vale a dire una struttura nostra su cui creare una foresteria. Al momento tutto questo lo facciamo con enorme difficoltà perché dobbiamo condividere spazi con diverse realtà”, prosegue.
A tal proposito, Il Neapolis gioca le sue partite casalinghe allo Stadio Vallefuoco, condiviso con diverse società tra cui Napoli United, Villaricca e Mugnano, dove è situato. Obiettivo per il futuro è quello di poter contare su un proprio impianto: “Stiamo lavorando per uno spazio nostro, non dico lo spazio qual è per scaramanzia”, dichiara il presidente.
La rappresentazione dell’identità sociale del Neapolis
Come sopra riportato, la società Neapolis pone alla sua base il senso di identità locale. All’interno dello stemma della squadra è raffigurato l’elmo acheo; scelta che deriva dalla prima dominazione di Partenope. Anche i colori sociali non sono casuali: grigio e oro si rifanno infatti all’uniforme sudista nella guerra di secessione del 1893 tra America del Sud e del Nord. “Mio padre scelse questi colori perché diceva che la nostra terra doveva rappresentare qualcosa di importante del Sud”, sottolinea Armando.
Il presidente ha poi descritto un momento significativo legato al Neapolis: “Il momento più bello è quello in cui quest’anno abbiamo fatto anche l’inno. Il momento in cui i ragazzi segnano e vengono sotto la curva, sotto i distinti e sotto le note del nostro inno. Ascoltarlo equivale proprio a una botta di energia, di adrenalina e di motivazione che poche cose riescono a dare, quando poi i ragazzi vengono con la maglia grigio-oro sotto gli spalti a esultare”.