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Il duro risveglio della Salernitana: Sousa aveva ragione

Il duro risveglio della Salernitana: Sousa aveva ragione

L’entusiasmo dei tifosi granata era palpabile in quella sera del 2 giugno, quando alla “Festa Granata” in piazza della Concordia, risuonavano le parole del presidente Iervolino:  “Faremo una Salernitana forte, attenta al mercato, ambiziosa, pronta a puntare sui giovani. Sarà una Salernitana combattiva, bella, pronta a giocarsela contro tutti. La filosofia deve essere chiara, avere una squadra che sappia rappresentare la città, giocando bene e cogliendo risultati importanti, il direttore sportivo ha fatto un lavoro straordinario. Il futuro è roseo”.

Si percepiva nell’ambiente, grande fiducia nella società e nella squadra, con i tifosi entusiasti e convinti di poter assaporare una terza salvezza senza più sofferenze, togliendosi anche qualche altra bella soddisfazione, come già accaduto nella fase finale dell’ultimo campionato.

Ottimismo rimarcato tre mesi dopo, dal direttore sportivo Morgan De Sanctis: “Il progetto di questa società è mantenere la Serie A il più velocemente possibile. La rosa a disposizione ci permette di poter ambire a quest’obiettivo”.

Sull’arrivo sfumato di Soulé il DS aggiunse “ Il Frosinone ha preso tre giocatori che la Juve mi aveva proposto, se non sono arrivati è perché non servivano o perché abbiamo fatto scelte differenti”. Parole che adesso risuonano fragorose e fanno contorcere le viscere ai tifosi salernitani, incantati dalle straordinarie prodezze di questo autentico enfant prodige argentino che la Salernitana ha colpevolmente rifiutato in prestito dalla Juve “perché la società aveva fatto scelte differenti”, mentre il Frosinone ha colto a volo l’occasione e ne raccoglie adesso copiosamente i frutti.

Come sempre solo il campo è il giudice imparziale e la sua sentenza è stata, almeno fino ad oggi, impietosa: con la miseria di soli 4 punti racimolati a fatica nelle prime 9 giornate di campionato. A questo risultato assai poco lusinghiero si deve aggiungere il licenziamento di Paulo Sousa, sebbene fosse stato riconosciuto pubblicamente il “Top Player” della Salernitana, sia dal presidente che dal DS. Ma aveva avuto l’ardire di diagnosticare candidamente: “Rispetto all’anno scorso siamo inferiori”.

Dopo questa involuzione così negativa della squadra, che non mostra alcun segnale di ripresa neppure con l’arrivo di Pippo Inzaghi, i tifosi granata, alla fine del rocambolesco pari riacciuffato sul filo di lana contro il Cagliari, hanno cominciato a manifestare le proprie critiche, in modo civile ma deciso, verso la società. La squadra è indiscutibilmente più debole e deve confrontarsi con altre squadre più forti, che beneficiano di campagne acquisti più oculate. Il contesto è reso ancor più impegnativo, dall’assenza di squadre già predestinate alla retrocessione come avvenuto l’anno scorso (vedi Samp per le note vicende societarie).

Ora da più parti si chiede di raddrizzare il corso della stagione realizzando a gennaio un nuovo “Instant Team“.

Ma in mancanza di una figura esperta e carismatica come Sabatini, chi sarà in grado di compiere questa nuova magia a Salerno?

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