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Sousa il “rottamatore” e l’arte di creare un gruppo coeso e vincente

Sousa il “rottamatore” e l’arte di creare un gruppo coeso e vincente

Da quando si è insediato sulla panchina della Salernitana, solo pochi mesi fa, Paulo Sousa ha già fatto parlare di sé come un allenatore che non teme di prendere decisioni coraggiose. La finestra estiva del calciomercato ha già visto partenze importanti, tra cui spiccano i nomi di Bonazzoli, Sepe e Valencia, oltre a Bronn in lista di sbarco. I primi due calciatori sono passati dall’essere titolari a ritrovarsi ai margini della squadra per poi a essere ceduti, Valencia è ritornato alla base dopo le visite mediche a Palermo, mentre Bronn è fuori dal progetto tecnico e per questo non convocato nella prima di campionato nonostante gli uomini contati in difesa.

Con le sue scelte Sousa si è guadagnato una reputazione di allenatore intransigente, capace di tagliare senza esitazione chiunque non risponda alle sue aspettative. L’approccio di Sousa è caratterizzato da una visione senza mezze misure: se un giocatore non si dimostra utile alla causa granata, viene messo da parte senza indugi. Meglio che cerchi fortuna altrove piuttosto che ammuffire in panchina e creare problemi con i suoi “mal di pancia”.

Per l’allenatore portoghese tutti i calciatori a disposizione partono dallo stesso livello e lascia che sia il campo a dimostrare chi merita un posto nella formazione titolare. Nel recente dualismo Sepe-Ochoa, le gerarchie furono azzerate e Paulo Sousa li tenne sulla corda fino all’ultimo.

Questo suo modus operandi ha generato qualche critica da chi lo ha frettolosamente giudicato poco aziendalista, in quanto ridimensiona il valore di mercato dei giocatori in uscita e rischia di far allontanare i potenziali acquirenti.

In realtà tali scelte sottolineano la sua dedizione nel costruire un gruppo solido e compatto. Sousa è attentissimo al clima all’interno dello spogliatoio e ha sempre mostrato tolleranza zero per chiunque dei suoi atleti rischia di incrinare, con i suoi atteggiamenti, l’armonia dello spirito di squadra. Giocatori scontenti, nervosi, svagati non sono i benvenuti. Questo approccio è la chiave del suo successo, saper gestire il team e far emergere il meglio dai suoi giocatori.

Sousa, al momento della sua presentazione, anticipò questo suo credo con queste parole: “Rispetterò sempre le loro caratteristiche, studierò le persone e l’uomo prima ancora che il professionista. In uno spogliatoio ci sono culture e personalità diverse che devo essere bravo a integrare.” E per integrare e armonizzare al meglio le diverse personalità, chi non rema nella stessa direzione va subito allontanato, senza alcun tentennamento.  

Anche in riferimento ai nuovi giovani talenti poco conosciuti appena arrivati a Salerno in questo mercato estivo ha così dichiarato: “Con il mio staff dobbiamo cercare di conoscerli il più velocemente possibile sia a livello di caratteristiche, sia a livello di carattere. Dobbiamo scoprire il loro potenziale e lavorare con loro al meglio per creare valore, integrare la squadra e cercare di aiutarci. Valutiamoli sul campo e poi li integreremo per cercare di rendere queste scommesse vincenti“.

Anche da questa ultima dichiarazione si evince la grande attenzione a studiare i tratti di personalità dei calciatori, elementi essenziali in uno sport di squadra i cui componenti vanno organizzati e disciplinati come una orchestra affiatata e senza stonature, solo così può mantener fede al suo mantra: “Voglio vedere sempre la mia squadra scendere in campo per vincere”.

Sousa è considerato un maestro, capace di far rendere al massimo i suoi calciatori e far esprimere al meglio tutto il loro potenziale. Questa sua abilità è stata confermata nella scorsa stagione nel caso di Kastanos, trasformato da riserva a protagonista della squadra. A chi va il merito della seconda giovinezza di Candreva? Il tecnico portoghese lo ha tolto dall’esterno, impiegandolo nel ruolo di rifinitore dietro la punta e ottenendo il massimo dall’ex laziale. Quindi se qualche calciatore emarginato si svaluta, tanti altri ne verranno valorizzati. Infatti Sousa ha fatto in modo che tutta la squadra credesse nelle sue idee e nel suo approccio tattico, acquisendo sicurezza e portandoli così a raggiungere risultati lusinghieri anche al cospetto delle squadre più blasonate.

La soddisfazione di Sousa per gli ultimi risultati raggiunti a Salerno, è stata così espressa in una intervista a fine campionato: “ Hanno creduto nelle mie idee, hanno dato sempre il massimo per emozionarci e per raggiungere gli obiettivi prefissati. Sapevo dall’inizio che sarebbe stata dura, ma ho avuto sempre fiducia che i gruppi con qualità emergono e fanno sempre la differenza. Bisognava soltanto crederci. Sono orgoglioso di loro, averli allenati è stato un onore”.

Continua così mister, chi semina raccoglie . . . sempre!

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