Juventus, il grande assente
Nessuno nomina Fourneau, arbitro al VAR della gara di ieri tra Bologna e Juventus.
“Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Funziona così anche a Pyongyang dove nessuno sta facendo caso a un dettaglio che spiega perfettamente come funzionano le cose in Corea del Nord. Consultando le prime pagine dei giornali sportivi di oggi e gli articoli reperibili online, si scopre infatti che nel racconto dell’episodio del rigore negato al Bologna (più espulsione di Iling) l’unico responsabile pare essere il signor Di Bello.
Ah no, c’è un altro colpevole: il VAR. Come se il VAR fosse uno strumento tipo Alexa, a cui chiedi “VAR, è rigore?” e lui sulla base delle informazioni del suo software interno ti risponda “sì/no/sì ma c’è da tutelare il brand quindi no”.
Invece non funziona così, al VAR c’è una persona, un arbitro che rivedendo le immagini pochi secondi dopo avrebbe il dovere di informare subito l’arbitro di campo dell’eventuale abbaglio. Altrimenti può anche rimanere a casa e con i soldi risparmiati ci paghiamo la clausola di Spalletti.
Questa persona ieri era il signor Fourneau, che poco meno di tre anni fa balzò ai disonori della cronaca per aver osato lasciare in 10 a Crotone la Juve del Maestro Pirlo e per non aver convalidato un gol di Morata per fuorigioco di qualche centimetro. Era l’epoca in cui, ricorderete, il Var annullò quattro gol per fuorigioco a Morata (partite con Crotone, Verona e due volte Barcellona) e di conseguenza a Pyongyang ci fu una levata di scudi contro i gol annullati per fuorigioco di pochi centimetri, annullamenti definiti contro lo spirito del gioco del calcio, ovvero lasciar vincere la Juventus. Terminati i gol annullati per fuorigioco millimetrico alla Juventus, è ovviamente terminata anche la suddetta levata di scudi.
Per la cronaca, la Juve quella volta a Crotone (nonostante il calcio liquido) fu incapace di sconfiggere una squadra che da sola costava d’ingaggi quello che l’allora juventino Ronaldo versava ogni mese sul conto corrente dell’amato Gatto Pepe. Per colpa di Fourneau, è evidente.
Fourneau in seguito a quella partita scomparve dal grande giro per diverse settimane, dirottato su match minori o in Serie B. Oppure a fare il quarto uomo di qualche partita di padel. Ma in questa sede non vogliamo parlare di questo, è un discorso vecchio che non ci interessa.
Il discorso del dito e della luna fatto all’inizio si concentra sul VAR. Perché infatti si parla solo di VAR e nessuno nomina Fourneau, se non all’interno degli articoli dedicati alla moviola? Perché si danno in pasto a tifosi e stampa l’arbitro Di Bello e il VAR e non l’addetto al VAR? Cosa c’entra il VAR se un arbitro non è capace di usare lo strumento? Nostro parere: che un arbitro al 75esimo di una partita giocata con più di 30 gradi possa prendere un abbaglio (un grande abbaglio a dire il vero) ci sta. Ci convince poco, ma diciamo che siamo buoni e quindi ci sta.
Ma che uno in sala VAR, seduto al fresco con l’aria condizionata, non si accorga di nulla (o si accorge e non richiama l’arbitro) non è almeno dieci volte più grave? E quindi la domanda è: perché si vuole proteggere Fourneau dal pubblico ludibrio e invece si incolpa il VAR? Lasciamo ai nostri fedeli lettori la risposta.
Da apprezzare comunque il fairplay della Juventus col vice di Allegri, Landucci, che nel dopopartita, da gran signore, annuncia di aver deciso di non commentare l’episodio del rigore non concesso al Bologna. Uomini di sport così non ne fanno più.
Il tutto peraltro pochi minuti dopo una sfuriata negli spogliatoi di Allegri contro squadra e arbitro, reo di non aver concesso ben due rigori alla Juventus. Questo episodio è stato utilizzato dalla Gazzetta stamattina per l’apertura in prima pagina. FURIA MAX il titolo della rosea, facendo così quasi credere che la vera vittima della partita di ieri non sia stata il Bologna, ma sempre lei, la Vecchia Signora. Chi la risarcirà? Presidente Gravina faccia qualcosa!