Il Napoli tira a campare
Napoli-Monza è stato uno spettacolo brutto e deprimente, oramai è chiaro a tutti: la squadra della scorsa stagione non esiste più.
© “NAPOLI-MONZA” – FOTO MOSCA
La scorsa stagione paragonavamo spesso il Napoli ad un uragano, per la forza naturale che gli permetteva di spazzare via gli avversari. Oggi, dopo l’ennesima prestazione scialba contro il Monza al Maradona che ha fatto recitare al tabellino zero a zero, possiamo affermare che gli azzurri sono una brezza leggera che ai corrispettivi in campo riesce a fare al massimo il solletico. Non sposta una mosca, figurarsi il Monza, nonostante l’impegno. Ciò rende tutto più triste, amaro il calice che si alzerà alla mezzanotte del primo dell’anno.
È un saluto al 2023 mesto quello degli azzurri, di un grigio che mai potevamo credere fosse il pantone finale di un anno solare che porteremo sempre nel cuore. Napoli-Monza è stato un spettacolo brutto, deprimente, frutto marcio di ciò che è accaduto in estate e per il quale De Laurentiis ci ha promesso una spiegazione a fine partita. Un mea culpa dovuto quello del presidente ma al momento decisamente inutile.
Sul latte versato inutile piangere, come quasi ci viene da fare guardando la classifica. Gli azzurri restano settimi a cinque punti dalla Fiorentina quarta (33 punti), in attesa del Bologna (31) e soprattutto dell’Atalanta. Se la Dea dovesse battere il Lecce, avremmo un Napoli “ottavo”. Nemmeno Hitchcock avrebbe potuto farci rabbrividire di più di questo termine. “Ottavo”.
Delle prestazioni offerte… perché oramai è chiaro a tutti, dal primo all’ultimo dei tifosi, il Napoli è questo. Non ci sarà più quello della scorsa stagione, né tantomeno nulla di meglio di quanto abbiamo visto contro i brianzoli. Non ci sarà sosta che conti, né guida tecnica, né mercato di riparazione. Si arriverà alla fine così, trascinandosi. Sperando di vincere qua e là, grazie a qualche colpo di un’individualità, o della fortuna. Pregando che basti per arrivare in Europa, ora più miraggio che obiettivo credibile.
È stata una partita tatticamente disordinata. Aveva un senso il Monza, quello di fare risultato, non né aveva uno il Napoli fatto di poche idee e tanta inerzia. Hanno creato qualcosa “quelli coi piedi buoni”, o almeno buoni fino a sotto porta. C’è stato poco gioco, tante manovre forzate, palloni sporchi. Sembrava un match di una categoria inferiore e gli azzurri hanno fatto quello che potevano, ciò che era nelle proprie corde: poco.
Si è visto molto Kvara, Mazzarri si è affidato al lui cucendogli addosso il ruolo del leader tecnico. Non ha avuto una posizione il georgiano, ma un dettame: ci aggrappiamo su di te. Purtroppo il 77 è smarrito, come direbbe De Sica “ha la materia prima ma non la padroneggia”, non più. Anche col Monza ha sprecato un’occasione platino solo davanti a Di Gregorio, per essere emulato più tardi da Zerbin (preferito a Lindstrom, entrato nel secondo tempo solo per fare presenza), prima, e Gaetano poi. Nel primo tempo, è stato Anguissa ad andare vicino alla rete, con un tiro al volo su cross perfetto di Mario Rui.
L’occasione migliore però della partita l’hanno avuta gli ospiti, al minuto 68’: rigore fischiato per tocco di mano in area di Mario Rui. Pessina, dagli undici metri, non poteva calciare peggio di quanto ha fatto. Rincorsa lunghissima, mezzo centrale alla sinistra di Meret, che ha dovuto solo intuire, parare e poi uscire più tardi per un infortunio, lasciando il posto a Contini.
In quella parata almeno un sospiro di sollievo, il Monza l’avrebbe vinta e il Napoli avrebbe salutato il 2023 con la sesta sconfitta in otto partite, restano, invece cinque, resta, invece, un punto che di questi tempi è almeno un tirare a campare aspettando tempi migliori. L’augurio per il 2024.