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Chi era Gianluca Vialli: causa morte, carriera, moglie e figli

Chi era Gianluca Vialli: causa morte, carriera, moglie e figli

Gianluca Vialli è morto. Dopo Sinisa Mihajlovic e Pelé, un altro grande del calcio se ne va. Nato a Cremona il 9 luglio 1964, aveva 58 anni e lottava con un tumore al pancreas da 5 anni.

Da anni viveva a Londra, dove aveva conosciuto la moglie Cathryn White Cooper, senza mai dimenticare le sue origini. A pochi giorni dalla morte di Sinisa Mihajlovic, il mondo del calcio è nuovamente in lutto.

Cinquantanove presenza in Nazionale, 325 in Serie A. La Cremonese, la Sampdoria, la Juventus, il Chelsea. L’amicizia con Mancini, i dissapori con Baggio. I 58 anni di vita di Gianluca Vialli, scomparso oggi, 6 gennaio 2023, coincidono in gran parte con la storia del calcio, prima italiano e poi inglese.

Quinto figlio di una famiglia di origini trentine, trascorre l’infanzia in provincia, nella tenuta di Villa Affaititi a Grumello. Qui inizia la sua carriera calcistica. Come molti bambini la passione per il pallone nasce con le partitelle tra amici all’oratorio, in questo caso quello di Cristo Re nel cremonese. Poi passa al Pizzighettone e infine nella giovanile della Cremonese.

Nel 1980 Vialli debutta con la maglia grigiorossa in Serie C, un anno dopo è in Serie B. L’esordio in Serie A, nel 1984, è però con un’altra squadra, la Sampdoria, con cui alla prima partita gioca proprio contro la Cremonese.

Nella finale di ritorno della stagione segna contro il Milan e con i blucerchiati vince la sua prima Coppa Italia. In quegli anni a Genova, Vialli diventerà insieme a Roberto Mancini una metà dei “gemelli del gol”: ancora oggi i tifosi sampdoriani ricordano il periodo glorioso della squadra grazie all’intesa tecnica e personale tra i due.

Vialli è ormai uno degli attaccanti più importanti del calcio italiano. Con la squadra della Lanterna, oltre alla Coppa Italia 1984/1985, ne vince altre due insieme a una Coppa delle Coppe nella stagione 1988/1989e il tanto desiderato Scudetto nella stagione 1990/1991, che a oggi rimane l’unico del team genovese.

Nel 1989 è per la prima volta capitano della Nazionale azzurra. Nel 1992 gioca la sua ultima partita con la Samp, che è anche la sua prima in Coppa dei Campioni, contro il Barcellona. Arriva il momento di lasciare i blucerchiati.

Nel 1992 passa quindi alla Juventus dietro il pagamento di 40 miliardi di lire: ai tempi era il contratto più caro mai pagato per un giocatore. A Torino, Vialli divide il campo con Roberto Baggio e Alessandro Del Piero.

Passati due anni, la panchina da allenatore del club passa da Trapattoni a Lippi, che punta tutto su Vialli. Baggio è infortunato e rimane a lungo fuori dal campo. Il calciatore cremonese riparte a mille e torna a essere l’attaccante di sempre. 

 Per lui arrivano il secondo Scudetto e la quarta Coppa Italia, entrambi nella stagione 1994/1995. Intanto, fuori dal campo, Vialli si rimette sui libri e porta a casa il diploma da geometra che non aveva mai conseguito per seguire il calcio.

Dopo l’addio di Baggio, Vialli è anche capitano dei bianconeri. Si è ormai creato un nuovo trio delle meraviglie del calcio italiano, che lo vede conquistare gli stadi del Paese insieme a Del Piero e Ravanelli.

Per la Juve e Vialli arrivano una Supercoppa italiana e la vittoria in Champions League (1995/1996). Poco dopo è il momento di dire addio anche a Torino. La stagione successiva Vialli vola in Inghilterra per giocare con il Chelsea.

Vialli vince subito la FA Cup contro il Middlesbrough. Sullo sfondo del suo debutto inglese ci sono però i dissapori con Ruud Gullit, ai tempi player manager della squadra, che sembrano anticipare un prematuro addio a Londra. Colpo di scena. Vialli viene promosso al posto dell’olandese, dimissionario, e ancora una volta, preso il timone, porta i compagni a vincere.

In chiusura della stagione 1997/1998 arrivano prima la Football League Cup e poi la Coppa delle Coppe grazie all’1-0 degli inglesi contro lo Stoccarda. L’anno dopo il Chelsea porta a casa la Supercoppa UEFA, battendo un avversario d’eccezione come il Real Madrid.

Per Vialli arriva intanto il momento di dire addio al calcio giocato. Appende le scarpe al chiodo ma resta a Londra, nelle vesti di allenatore del suo Chelsea. Nel 2000 Vialli viene licenziato, in parte per i risultati non del tutto soddisfacenti ottenuti quell’anno e in parte per qualche litigio interno alla squadra. Nel 2001 prende in carico il Watford, la squadra di Sir Elton John, ma finisce peggio che con il Chelsea: le prestazioni sono così scarse che Vialli è licenziato un’altra volta. 

Dal 2002 inizia a collaborare come consulente per Sky Sport, di cui poi sarà anche testimonial e commentatore tecnico. Nel 2003 arriva il matrimonio con Cathryn White Cooper, con cui ha due figlie: Olivia e Sofia.

Nel 2017, Vialli viene colpito da un tumore al pancreas, che racconterà poi tra le pagine di un altro libro, Goals. Nel 2019 intanto diventa capo delegazione della Nazionale italiana insieme a Mancini come allenatore. È anche chiamato a svolgere il ruolo di ambasciatore italiano per la FIGC in vista degli Europei 2020, poi giocati nel 2021 a causa del coronavirus. L’accoppiata Vialli-Mancini si rivela vincente anche fuori dal campo: gli azzurri vincono il torneo.

A dicembre 2022, cinque anni dopo la diagnosi, Vialli annuncia di voler lasciare il suo ruolo con la Nazionale per concentrare le sue energie nella cura del tumore.

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