Camerun senza bussola: la guerra continua tra Eto’o e il suo stesso destino”

Nelle "Insolite coordinate" di Luigi Guelpa, il caos del calcio camerunese diventa una mappa sgualcita: federazione e ministero si sfidano a colpi di convocazioni, mentre Samuel Eto’o e Marc Brys recitano una commedia amara dove la confusione è l’unica regola e la sconfitta l’unico esito prevedibile.

Articolo di Luigi Guelpa04/12/2025

Nell’Africa nera la disorganizzazione non è un incidente: è il rumore di fondo, il vento che accompagna ogni decisione importante, come il fruscio dell’erba alta intorno ai campi dove si gioca scalzi. In Camerun, da più di un anno, la federazione e il ministero dello Sport si affrontano come due squadre improvvisate, convinte che l’arbitro debba sempre dare loro ragione. E in mezzo al campo, con la maglia ancora sudata dei suoi anni d’oro, c’è Samuel Eto’o (oggi presidente della federazione calcio ndr).

Davanti al nuovo allenatore Marc Brys, si presentò come un goleador stufo di passare la palla. “Ho vinto tre Champions League e ho giocato quattro Mondiali. Tu che cosa hai fatto?” gli disse, quasi con la dolcezza amara di chi sa già come finirà la partita. Eto’o non aveva scelto Brys: gliel’avevano portato in casa come un pacco recapitato dal ministero, senza nemmeno bussare alla porta della federazione. E lui, abituato a segnare il gol decisivo, non l’aveva presa bene.

Da quel giorno, la storia scivolò via come un campionato senza calendario. Ogni settimana un ricorso, ogni mese un comunicato. Eto’o voleva il suo staff, i suoi occhi e le sue orecchie attorno alla squadra. Brys, povero uomo, provava a lavorare come se si potesse davvero farlo, lì in mezzo al rumore. Ma non appena pubblicava una lista di convocati, Eto’o ne diffondeva un’altra, più lunga, più rumorosa, più sua. Dieci, dodici nomi cambiati: sembrava la formazione di una squadra di barrio dove ogni giocatore porta anche un cugino.

Il risultato era un compromesso stanco, una rosa fatta come quelle barche di pescatori che si rattoppano con ciò che si trova. E così il Camerun ha perso la qualificazione ai Mondiali, e alla fine la colpa è caduta su Brys, che è il tipo di allenatore che nei romanzi non avrebbe mai il finale che merita. Per la Coppa d’Africa toccherà al locale David Pagou provare a rimettere in ordine la squadra, ammesso che ordine sia una parola che tenga in piedi qualcosa, da quelle parti.

Eto’o e il ministero, intanto, continuano a marcarsi stretti, come due difensori che si sono scordati dov’è il pallone. In Africa succede spesso: la partita è altrove, ma nessuno vuole essere il primo a tornare negli spogliatoi.

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